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-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003 (1125) Iniziativa: Governo Legislaura: 18 Data di proposta: 2019-01-16 Data di approvazione: 2018-11-06 -- Pagina 1 -- DISEGNO DI LEGGE PRESENTATO DAL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE (MOAVERO MILANESI) DI CONCERTO CON IL MINISTRO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE (STEFANI) CON IL MINISTRO DELL’INTERNO (SALVINI) CON IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE (TRIA) CON IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO (DI MAIO) CON IL MINISTRO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE (COSTA) E CON IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI (TONINELLI) Ratifica ed esecuzione dell’Accordo relativo alla protezione del- l’ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco,
tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003 Presentato il 10 agosto 2018 -- Pagina 2 -- ONOREVOLI DEPUTATI ! — Con il presente | In data 27 novembre 2003, l’Accordo è disegno di legge il Governo chiede alle | stato emendato nel nuovo testo, ora sotto- Camere l’autorizzazione alla ratifica del- | posto a procedimento di ratifica, introdu- l’Accordo relativo alla protezione dell’am- | cendo elementi di novità, quali l’allarga- biente marino e costiero di una zona del | mento della zona RAMOGE e l’estensione Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), | degli obiettivi dell’Accordo, non più limi- tra Italia, Francia e Principato di Monaco, | tato alle sole attività di prevenzione e lotta fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emen- | agli inquinamenti del mare, ma relativo dato a Monaco il 27 novembre 2003. L’ini- | anche al contrasto del degrado marino- ziativa dell’Accordo RAMOGE è stata pre- | costiero ed alla tutela della biodiversità. sentata per la prima volta nel 1970, in | occasione dell’assemblea plenaria della Com- | Campo di applicazione.
missione internazionale per l’esplorazione | scientifica del Mediterraneo (CIESM), a se- | L’Accordo si applica nel Mediterraneo guito della manifestata necessità da parte | del Principe Ranieri III di Monaco di pre- | alla zona RAMOGE, cioè: servare il Mediterraneo, realizzando azioni | comuni per limitare l’inquinamento ma- | a) alle acque del mare territoriale e rino attraverso la creazione di una zona | alle acque interne che costeggiano il lito- pilota quale laboratorio di idee per la tu- | rale continentale di sovranità dei tre Stati tela dell’ambiente marino.
| contraenti e comprese, ad ovest, tra il me- | ridiano 04° 50’,5 di longitudine est e, ad est, L’iniziativa fu accolta con favore dai | il meridiano 010° 01’,2 di longitudine est; Governi francese e italiano e si concretizzò | il 10 maggio 1976 con la firma ufficiale | b) a terra, al litorale continentale così dell’Accordo RAMOGE, che prende il nome | come definito da ciascuno Stato contra- dalle prime sillabe delle tre città che all’e- | ente, situato nei limiti indicati alla lettera poca ne delimitavano il campo d’azione: | a); Saint-RAphaël a ovest, MOnaco e GEnova | a est. | c) alle isole che sono situate entro i | limiti del mare territoriale del litorale con- Questo Accordo, iscritto nel quadro della | tinentale, di cui alla lettera a). Convenzione di Barcellona e del relativo | Piano d’azione per il Mediterraneo, è stato | L’Accordo si compone di 14 articoli: ratificato dall’Italia con legge 24 ottobre | 1980, n. 743, ed è entrato in vigore nel | L’articolo 1 istituisce la Commissione 1981.
In quell’occasione la zona di compe- | RAMOGE per la realizzazione degli obiet- tenza originaria è stata ampliata da Mar- | tivi dell’Accordo, composta di un numero siglia a La Spezia, più precisamente dalla | massimo di 7 delegati designati da ciascuna foce del Rodano alla foce del fiume Magra, | delle Parti contraenti. per tenere meglio conto delle suddivisioni | amministrative dei singoli Stati. Così fa- | L’articolo 2 stabilisce che l’ambito di cendo, l’intero territorio della regione Pro- | applicazione dell’Accordo nel Mediterra- venza-Alpi-Costa Azzurra e della Liguria è | neo sia la zona RAMOGE, secondo i limiti stato incluso nel perimetro dell’Accordo. | precedentemente enunciati. La Commis- | sione può procedere all’estensione di tale Nel 1993, con l’attuazione del Piano | limite per lo svolgimento delle proprie mis- RAMOGEPol, l’Accordo RAMOGE ha esteso | sioni, salvo obiezione di una delle tre Parti. il proprio ambito di applicazione all’alto | mare. | L’articolo 3 specifica i compiti della | Commissione quale organo propulsivo della | -- Pagina 3 -- collaborazione tra i Paesi contraenti.
In | su richiesta di una delegazione e disciplina particolare viene introdotto, quale ele- | l’ordine del giorno. mento di novità rispetto al vecchio testo | dell’Accordo, il principio di collaborazione | L’articolo 9 disciplina il diritto di voto, tra le collettività territoriali nella tutela | stabilendo che ogni delegazione dispone di dell’ambiente marino e costiero, nella tu- | un voto e che le deliberazioni sono adottate tela della biodiversità e nella costituzione | all’unanimità. di una zona pilota nel Mediterraneo per la | realizzazione degli obiettivi dell’Accordo. | L’articolo 10 prevede l’adozione di un | L’articolo 4 include tra i citati compiti | regolamento interno della Commissione. della Commissione, quale elemento di no- | vità rispetto al precedente testo dell’Ac- | L’articolo 11, quale elemento di novità cordo, in particolare, l’esame dei problemi | rispetto al precedente testo, istituisce un d’interesse comune relativi alla biodiversità | Comitato direttivo, formato dai capi delle del mare e delle coste, la concertazione tra | tre delegazioni, con lo scopo di coadiuvare le Parti contraenti e le collettività territo- | il Segretariato nell’espletamento delle sue riali, l’aggiornamento del Piano di preven- | funzioni.
zione e di intervento riguardante gli inqui- | namenti marini (Piano RAMOGEPol), la | L’articolo 12 sostituisce l’articolo 11 partecipazione del pubblico alla realizza- | del precedente testo del 1980, al fine di una zione degli obiettivi dell’Accordo attraverso | migliore disciplina delle spese a carico di un’aumentata sensibilità verso le tematiche | ciascuna Parte per la propria rappresen- trattate in seno all’Accordo. | tanza nella Commissione e negli altri or- | gani previsti. In particolare, sono previsti L’articolo 5 prevede un rapporto pre- | un contributo ordinario fissato dalla Com- sentato da ciascuna Parte, con cadenza | missione e un contributo volontario il cui biennale, circa le iniziative intraprese a | ammontare è sottoposto all’accettazione da seguito delle raccomandazioni della Com- | parte del Comitato direttivo. missione. | | Rispetto al precedente testo, l’articolo L’articolo 6 prevede l’istituzione di un | 13 specifica dettagliatamente le funzioni Comitato tecnico composto da esperti, a | svolte dal Segretariato permanente dell’Ac- supporto della Commissione, e la costitu- | cordo, con particolare attenzione alle fun- zione di eventuali gruppi di lavoro.
| zioni di supporto della Commissione e dei | correlati organi. L’articolo 7 prevede che la Presidenza | della Commissione sia assicurata, con ca- | L’articolo 14 disciplina la procedura denza biennale, dal capo delegazione di | di notifica di ciascuna Parte dell’avvenuta ciascuna Parte dell’Accordo. | ratifica dell’Accordo, l’entrata in vigore per | le Parti contraenti, nonché le eventuali pro- L’articolo 8 prevede sessioni ordinarie | cedure di emendamento e di denuncia del- annuali della Commissione e straordinarie | l’Accordo medesimo. | -- Pagina 4 -- RELAZIONE TECNICA (Articolo 17, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196). Con riferimento alle implicazioni finanziarie relative alla ratifica del nuovo Accordo RAMOGE si rappresenta quanto segue. L’articolo 11, benché istituisca un Comitato direttivo in seno alla Commissione RAMOGE, non comporta nuovi oneri per il bilancio pubblico. Infatti, le attività ivi previste vengono ad oggi già svolte dai partecipanti alla Commissione e dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), nonostante non fosse istituito un organo ad hoc.
Pertanto, i relativi oneri sono già coperti con le risorse a legislazione vigente di cui al capitolo 1617 – pagine 9 e 10, della missione « Tutela e conservazione della fauna e della flora, salvaguardia della biodiversità e dell’ecosistema marino », del bilancio di previsione del predetto Ministero. L’articolo 12 del nuovo testo dell’Accordo, al paragrafo 1, ripete pedissequamente il testo dell’articolo 11 del precedente testo, non comportando quindi nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio pubblico. Le spese di rappresentanza nella Commissione, nel Comitato direttivo, nel Comitato tecnico e negli eventuali Gruppi di lavoro, come anche le spese di ricerca nel proprio territorio, sono a carico di ciascuna Parte contraente e rientrano nell’attività già svolta dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in esecuzione dell’Accordo in esame, a cui si provvede con l’apposito stanziamento di cui al capitolo 1617 – pagina 15 del bilancio del MATTM. Il paragrafo 2, invece, è introdotto ex novo, ma non modifica nella sostanza la precedente versione.
Esso pone a carico delle Parti con- traenti un impegno di spesa costituito da un contributo ordinario fissato dalla Commissione e da un contributo volontario, la cui accet- tazione deve essere approvata dal Comitato direttivo, mentre nel vecchio testo si stabiliva genericamente che « le spese di interesse comune saranno ripartite tra i tre Governi secondo le modalità pro- poste dalla Commissione ». Il contributo complessivo serve a costituire il bilancio dell’Accordo e a sostenere le spese di funzionamento del Segretariato permanente, che assolve compiti di supporto a tutte le attività della Commissione e dei correlati organi, nonché funzioni di carattere organizzativo e di rappresentanza, volte alla promozione degli obiettivi dell’Accordo. La Commissione RAMOGE ha deliberato, a partire dal 2003, un contributo annuo ordinario pari a euro 36.136,13, alla cui copertura finanziaria, per quanto riguarda l’Italia, già si provvede mediante lo stanziamento di cui al predetto capitolo di bilancio (capitolo 1617 – pagina 15 del bilancio del MATTM).
Si sottolinea, inoltre, che l’attuale stanziamento annuale per le attività previste dall’Accordo, ai sensi della legge di bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2018 e per il triennio 2018-2020, ammonta a euro 65.840,00. Si ritiene, al riguardo, che tale stanziamento sia sufficiente a coprire tutte le esigenze di bilancio collegate alla ratifica -- Pagina 5 -- del nuovo Accordo, anche alla luce del fatto che le attività in esso contemplate sono, di fatto, già assolte integralmente dall’Italia. Dall’esame condotto nella presente relazione non emerge, dunque, alcun onere finanziario aggiuntivo a carico dello Stato aderente per il recepimento dell’Accordo. -- Pagina 6 -- ANALISI TECNICO-NORMATIVA PARTE I – ASPETTI TECNICO-NORMATIVI DI DIRITTO INTERNO 1) Obiettivi e necessità dell’intervento normativo. Coerenza con il pro- gramma di Governo. L’Accordo italo-franco-monegasco, così come emendato, introduce importanti elementi di novità rispetto al vecchio testo del 1976, in quanto estende il proprio ambito di competenza agli aspetti di pre- venzione e lotta contro gli inquinamenti e le degradazioni della fascia costiera, oltre che dell’ambiente marino, e alla salvaguardia della biodiversità.
In questo contesto, il nuovo Accordo si colloca perfettamente nell’ordinamento giuridico vigente, tenendo conto, in particolare, della legge 31 dicembre 1982, n. 979, recante « Disposizioni per la difesa del mare », che ha come obiettivo strategico la tutela del mare territoriale e delle coste nazionali da qualsiasi forma di inquinamento, di origine sia marittima (traffico navale) sia terrestre (scarichi da terra), e della Convenzione di Barcellona, ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1999, n. 175, incentrata sulla tutela del Mar Mediterraneo da ogni forma di inquinamento. La suddetta Convenzione, tra l’altro, racco- manda fortemente l’istituzione di accordi sub-regionali tra Stati vicini finalizzati ad una sinergia condivisa per la protezione del mare e della fascia costiera da ogni forma di degrado e di inquinamento. 2) Analisi del quadro normativo nazionale. Negli anni, numerosi provvedimenti sono stati adottati a protezione dell’ambiente marino, garantendo un’azione di prevenzione e lotta all’inquinamento del Mar Mediterraneo, soprattutto nei confronti di sversamenti di petrolio o di sostanze pericolose. Tra questi, si ricordano in particolare i seguenti: legge 21 gennaio 1979, n.
30, recante « Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla salvaguardia del mar Mediterraneo dall’inqui- namento con due protocolli e relativi allegati, adottata a Barcellona il 16 febbraio 1976 »; legge 29 settembre 1980, n. 662, recante « Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi e del protocollo di intervento in alto mare in caso di inquinamento causato da sostanze diverse dagli idrocarburi, con an- nessi, adottati a Londra il 2 novembre 1973 »; legge 4 giugno 1982, n. 438, recante « Adesione ai protocolli relativi alle convenzioni internazionali rispettivamente per la preven- zione dell’inquinamento causato da navi e per la salvaguardia della vita umana in mare, con allegati, adottati a Londra il 17 febbraio 1978, e loro esecuzione »; -- Pagina 7 -- legge 31 dicembre 1982, n. 979, recante « Disposizioni per la difesa del mare »; legge 28 febbraio 1992, n. 220, recante « Interventi per la difesa del mare »; legge 16 luglio 1998, n.
239, recante « Autorizzazione a definire in via stragiudiziale le controversie aventi ad oggetto il risarcimento dei danni subiti dallo Stato italiano per l’evento Haven e destinazione di somme a finalità ambientali »; legge 15 dicembre 1998, n. 464, recante « Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla preparazione, la lotta e la cooperazione in materia di inquinamento da idrocarburi, con annesso, atto finale e risoluzioni, fatta a Londra il 30 novembre 1990 »; legge 27 maggio 1999, n. 175, recante « Ratifica ed esecuzione dell’Atto finale della Conferenza dei Plenipotenziari sulla Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dall’inquinamento, con relativi protocolli, tenutasi a Barcellona il 9 e 10 giugno 1995 »; decreto del Ministro dell’ambiente 16 maggio 2001, n. 293, recante « Regolamento di attuazione della direttiva 96/82/CE, relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose »; decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 196, recante « Attuazione della direttiva 2002/59/CE relativa all’istituzione di un sistema comu- nitario di monitoraggio e di informazione sul traffico navale »; legge 6 febbraio 2006, n.
57, recante « Adesione al Protocollo del 1997 di emendamento della Convenzione internazionale per la pre- venzione dell’inquinamento causato da navi del 1973, come modificata dal Protocollo del 1978, con Allegato VI ed Appendici, fatto a Londra il 26 settembre 1997 »; legge 8 febbraio 2006, n. 61, recante « Istituzione di zone di protezione ecologica oltre il limite esterno del mare territoriale »; decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 121, recante « Attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE rela- tiva all’inquinamento provocato dalle navi e all’introduzione di sanzioni per violazioni »; decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri 4 novembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 novembre 2010, recante « Piano di pronto intervento nazionale per la difesa da inqui- namenti da idrocarburi e di altre sostanze nocive causati da incidenti marini »; decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 29 gennaio 2013, n.
34, recante « Approvazione del piano operativo di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti accidentali da idrocarburi e da altre sostanze nocive ». -- Pagina 8 -- 3) Incidenza delle norme proposte sulle leggi e sui regolamenti vigenti. Dal contenuto dell’Accordo non si rilevano aspetti di incompati- bilità con l’ordinamento nazionale. 4) Analisi della compatibilità dell’intervento con i princìpi costituzionali. Il provvedimento non presenta profili di incompatibilità con i princìpi costituzionali, trattandosi di esecuzione di accordo interna- zionale. Inoltre, esso appare conforme al principio della competenza esclusiva statale in materia di tutela ambientale, di cui all’articolo 117, primo comma, lettera s), della Costituzione, nonché agli articoli 2, 32 e 44 della Costituzione stessa. 5) Analisi della compatibilità dell’intervento con le competenze e le funzioni delle regioni ordinarie e a statuto speciale, nonché degli enti locali. L’intervento normativo non presenta profili di incompatibilità con le competenze e le funzioni delle regioni e delle autonomie locali. Peraltro, in coerenza con la competenza concorrente stabilita in materia dal decreto legislativo n.
112 del 1998, il nuovo Accordo prevede il coinvolgimento delle competenze territoriali nella protezione dell’ambiente marino e costiero. 6) Verifica della compatibilità con i princìpi di sussidiarietà, differen- ziazione e adeguatezza sanciti dall’articolo 118, primo comma, della Costituzione. Il provvedimento in esame è compatibile e rispetta i princìpi di cui all’articolo 118 della Costituzione. 7) Verifica dell’assenza di rilegificazioni e della piena utilizzazione delle possibilità di delegificazione e degli strumenti di semplificazione normativa. Le materie oggetto del provvedimento non formano oggetto di provvedimenti di rilegificazione, né di provvedimenti di delegificazione. 8) Verifica dell’esistenza di progetti di legge vertenti su materia analoga all’esame del Parlamento e relativo stato dell’iter. Attualmente non risulta all’esame del Parlamento alcun provvedi- mento vertente su materia analoga. 9) Indicazione delle linee prevalenti della giurisprudenza ovvero della pendenza di giudizi di costituzionalità sul medesimo o analogo oggetto. Non risulta che vi siano giudizi di costituzionalità pendenti sulle medesime o analoghe materie. -- Pagina 9 -- PARTE II – CONTESTO NORMATIVO DELL’UNIONE EUROPEA E INTERNAZIONALE 1) Analisi della compatibilità dell’intervento con l’ordinamento dell’U- nione europea.
Le disposizioni del provvedimento danno attuazione ai princìpi del diritto europeo in materia di tutela preventiva del patrimonio ambien- tale, con particolare riferimento al decreto legislativo 13 ottobre 2010, n. 190, di attuazione della direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’am- biente marino. 2) Verifica dell’esistenza di procedure d’infrazione da parte della Com- missione europea sul medesimo o analogo oggetto. Non risulta che vi siano in atto procedure d’infrazione europee nelle materie oggetto del provvedimento in esame. 3) Analisi della compatibilità dell’intervento con gli obblighi internazio- nali. Le disposizioni dell’Accordo sono compatibili con gli obblighi internazionali derivanti, in particolare, dalla Convenzione di Barcel- lona, ratificata dall’Italia con legge 25 gennaio 1979, n. 30, in seguito all’emendamento della Conferenza dei Plenipotenziari delle Parti con- traenti, tenutasi a Barcellona nel 1995, tramutata in « Convenzione per la protezione dell’ambiente marino e la regione costiera del Mediter- raneo » e resa esecutiva con legge 27 maggio 1999, n. 175.
175. 4) Indicazione delle linee prevalenti della giurisprudenza ovvero della pendenza di giudizi dinnanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea sul medesimo o analogo oggetto. Non risultano giudizi pendenti davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea sul medesimo o analogo oggetto delle disposizioni dell’Accordo. 5) Indicazione delle linee prevalenti della giurisprudenza ovvero della pendenza di giudizi innanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo sul medesimo o analogo oggetto. Non risulta che vi siano giudizi pendenti innanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo sul medesimo o analogo oggetto delle disposizioni dell’Accordo. 6) Eventuali indicazioni sulle linee prevalenti della regolamentazione sul medesimo oggetto da parte di altri Stati membri dell’Unione europea. Non risultano indicazioni al riguardo. -- Pagina 10 -- PARTE III – ELEMENTI DI QUALITÀ SISTEMATICA E REDAZIO- NALE DEL TESTO 1) Individuazione delle nuove definizioni normative introdotte dal testo, della loro necessità, della coerenza con quelle già in uso. Il provvedimento in esame non introduce nuove definizioni nor- mative. 2) Verifica della correttezza dei riferimenti normativi contenuti nel progetto, con particolare riguardo alle successive modificazioni e integrazioni subite dai medesimi. È stata verificata la correttezza dei riferimenti normativi contenuti nel testo.
3) Ricorso alla tecnica della novella legislativa per introdurre modifi- cazioni e integrazioni a disposizioni vigenti. Nel testo non si fa ricorso alla tecnica della novellazione. 4) Individuazione di effetti abrogativi impliciti di disposizioni dell’atto normativo e loro traduzione in norme abrogative espresse nel testo normativo. L’Accordo, emendato con il nuovo testo, sostituisce il precedente Accordo del 1976. 5) Individuazione di disposizioni dell’atto normativo aventi effetto retro- attivo o di riviviscenza di norme precedentemente abrogate o di interpretazione autentica o derogatorie rispetto alla normativa vigente. Le norme del provvedimento non prevedono effetti retroattivi e non determinano la reviviscenza di norme precedentemente abrogate, né effetti di interpretazione autentica. 6) Verifica delle presenza di deleghe aperte sul medesimo oggetto, anche a carattere integrativo o correttivo. Non vi sono deleghe aperte nelle materie oggetto del provvedi- mento. 7) Indicazione degli eventuali atti successivi attuativi; verifica della congruità dei termini previsti per la loro adozione. Non sono previsti atti successivi attuativi.
Non sono previsti atti successivi attuativi. -- Pagina 11 -- 8) Verifica della piena utilizzazione e dell’aggiornamento di dati o riferimenti statistici attinenti alla materia oggetto del provvedimento, ovvero indicazione della necessità di commissionare all’Istituto na- zionale di statistica apposite elaborazioni statistiche con correlata indicazione nella relazione tecnica della sostenibilità dei relativi costi. Non è stato ritenuto necessario effettuare la verifica in questione trattandosi di legge di ratifica e di esecuzione di un accordo interna- zionale. -- Pagina 12 -- ANALISI DELL’IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE (AIR) | | -- Pagina 13 -- 1. Il Presidente della Repubblica è au- | DISEGNO DI LEGGE torizzato a ratificare l’Accordo relativo alla | __ protezione dell’ambiente marino e costiero | di una zona del Mare Mediterraneo (Ac- | ART. 1. cordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Prin- | cipato di Monaco, fatto a Monaco il 10 | (Autorizzazione alla ratifica). maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 | novembre 2003. | ART. 2. | 1. Piena ed intera esecuzione è data | (Ordine di esecuzione).
all’Accordo di cui all’articolo 1, a decorrere | dalla data della sua entrata in vigore, in | ART. 3. conformità a quanto disposto dall’articolo | 14 dell’Accordo medesimo. | ART. 4. | (Clausola di invarianza finanziaria). | (Entrata in vigore). | 1. Dall’attuazione della presente legge | non devono derivare nuovi o maggiori oneri | a carico della finanza pubblica. | | 2. Le amministrazioni interessate svol- | gono le attività previste dalla presente legge | con le risorse umane, finanziarie e stru- | mentali disponibili a legislazione vigente. | | 1. La presente legge entra in vigore il | giorno successivo a quello della sua pub- | blicazione nella Gazzetta Ufficiale. | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: QUARTAPELLE PROCOPIO: Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale dell'Organizzazione marittima internazionale per un riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l'ambiente, fatta a Hong Kong il 15 maggio 2009 (1093) Iniziativa: Parlamentare Legislaura: 18 Data di proposta: 2022-07-04 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE d’iniziativa della deputata QUARTAPELLE PROCOPIO Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale dell’Or- ganizzazione marittima internazionale per un riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l’ambiente, fatta a Hong Kong il 15 maggio 2009 Presentata il 6 agosto 2018 ONOREVOLI COLLEGHI ! — La presente pro- posta di legge ha ad oggetto l’autorizza- zione alla ratifica e l’ordine di esecuzione della Convenzione internazionale dell’Or- ganizzazione marittima internazionale per un riciclaggio delle navi sicuro e compati- bile con l’ambiente, fatta a Hong Kong il 15 maggio 2009. Come denunciato a livello internazio- nale, negli ultimi decenni si sono purtroppo consolidate cattive prassi in relazione allo smantellamento e al riciclaggio dei mate- riali di costruzione delle navi a fine vita.
Questa tipologia di condotta avviene pre- valentemente in siti gestiti illegalmente e nella più completa indifferenza rispetto alle norme elementari di sicurezza e salvaguar- dia della salute umana ed ambientale. Nell’intento di arginare queste cattive pratiche, si è dato vita al processo che ha portato alla stesura della Convenzione, che contiene una serie di importanti disposi- zioni relative ai criteri e alle procedure da adottare per la costruzione, la demolizione e il riciclaggio ecocompatibile in sicurezza delle navi. Un aspetto degno della massima rile- vanza è che la Convenzione entrerà in vigore solamente ventiquattro mesi dopo la data di ratifica da parte di almeno quindici Stati, la cui flotta mercantile combinata rappresenta almeno il 40 per cento della stazza lorda della flotta mercantile mon- diale e il cui volume annuo massimo com- binato di riciclaggio delle navi nei dieci anni precedenti rappresenta almeno il 3 per cento della stazza lorda della flotta mercantile combinata di detti Stati. Ad oggi, solamente Belgio, Congo, Dani- marca, Francia, Norvegia e Panama hanno completato l’iter previsto, depositando i ri- spettivi strumenti di ratifica o adesione.
-- Pagina 2 -- Il 2 agosto 2010 l’Italia ha firmato la | L’articolo 4 contiene disposizioni rela- Convenzione senza poi procedere alla sua | tive ai controlli relativi al riciclaggio delle ratifica. | navi. | I tempi di attuazione della Convenzione | L’articolo 5 riguarda le visite e le certi- si presentano quindi molto lunghi: secondo | alcune previsioni, la Convenzione non en- | ficazioni delle navi. trerà in vigore prima del 2020. | | L’articolo 6 concerne l’autorizzazione Tale circostanza desta inquietudine vi- | degli impianti destinati al riciclaggio delle sta la rilevanza della disciplina in esame. | navi. Come evidenziato dalla comunicazione | della Commissione europea al Consiglio del | L’articolo 7 disciplina lo scambio di in- 12 marzo 2010 (COM(2010)88), considerato | il suo contenuto, la Convenzione rappre- | formazioni tra le Parti. senta un importante successo della comu- | nità internazionale. La Convenzione infatti | L’articolo 8 definisce i parametri per propone un approccio che segue il princi- | pio « dalla culla alla tomba », cioè un si- | l’ispezione delle navi.
stema di controllo e di applicazione che va | dall’inizio alla fine del ciclo di vita delle | L’articolo 9 riguarda il rilevamento di navi: dalla progettazione al riciclaggio, pas- | sando attraverso la costruzione e la fase | potenziali violazioni. operativa. | | L’articolo 10 concerne le violazioni. La Convenzione stabilisce, a livello glo- | L’articolo 11 contiene disposizioni sul bale, i requisiti obbligatori da rispettare | per garantire un riciclaggio delle navi si- | ritardo indebito o fermo delle navi. curo e compatibile con l’ambiente, da re- | alizzare in maniera efficiente ed efficace. | L’articolo 12 riguarda il contenuto della Per migliorare le norme che discipli- | nano l’industria del riciclaggio delle navi, la | comunicazione delle informazioni. Convenzione si basa, in particolare, sul | controllo e sulla certificazione delle navi, | L’articolo 13 contiene disposizioni rela- sull’autorizzazione degli impianti di rici- | tive all’assistenza tecnica e alla coopera- claggio e su requisiti specifici quali l’ob- | zione.
bligo per gli armatori di stabilire l’inven- | tario dei materiali pericolosi a bordo delle | L’articolo 14 è relativo alla risoluzione loro navi, l’obbligo per gli impianti di rici- | claggio di definire un piano per il riciclag- | delle controversie. gio delle navi e l’obbligo per gli Stati di | bandiera di effettuare un controllo finale | L’articolo 15 concerne le relazioni con il allo scopo di rilasciare un certificato inter- | diritto internazionale e altri accordi inter- nazionale attestante l’idoneità al riciclaggio | nazionali. della nave. | | L’articolo 16 riguarda la firma, ratifica, Un elemento importante è costituito inol- | accettazione, approvazione ed adesione alla tre dalle restrizioni sull’uso di materiali | Convenzione. pericolosi nella costruzione navale. | | L’articolo 17 definisce le modalità rela- L’articolo 1 sancisce gli obblighi gene- | | tive all’entrata in vigore. rali. | | L’articolo 18 contiene la disciplina rela- L’articolo 2 elenca le definizioni relative | tiva alle procedure attraverso le quali la | Convenzione può essere emendata. al testo.
al testo. | | L’articolo 19 riguarda la facoltà di de- L’articolo 3 definisce l’ambito di appli- | | nuncia. cazione. | | L’articolo 20 concerne il depositario. | L’articolo 21 elenca le lingue che costi- | tuiscono l’unico originale in cui è redatta la | Convenzione. | | Il testo nel suo complesso rappresenta | uno strumento significativo per una avan- | zata regolamentazione del settore in esame, | alla luce di una accresciuta attenzione nei | confronti dell’ambiente. | | Si ricorda che tra le parti della Conven- | zione non ha potuto figurare l’Unione eu- | ropea, ma soltanto i suoi singoli Stati mem- | bri. Tuttavia, nell’intento di dare nuovo | impulso al processo di ratifica, di fatto in | -- Pagina 3 -- stallo, a livello europeo sono stati emanati | gio avvenga in impianti inseriti in un elenco diversi atti. | europeo. Per essere inseriti nell’elenco eu- | ropeo, gli impianti in questione devono Nelle sue conclusioni del 21 ottobre | rispettare norme rigorose.
Il tutto in linea 2009 il Consiglio dell’Unione europea ha | con quanto stabilito dalla Convenzione. incoraggiato gli Stati membri dell’Unione a | ratificare in via prioritaria la Convenzione, | Successivamente, il Consiglio dell’U- al fine di facilitarne l’entrata in vigore il | nione europea ha nuovamente incoraggiato prima possibile e produrre un cambia- | gli Stati membri a ratificare la Conven- mento tangibile nell’ambito disciplinato. | zione attraverso una sua decisione (deci- | sione n. 2014/241/UE del 14 aprile 2014). Si ricorda in particolare che, nel 2013, è | Gli Stati membri risultano quindi uffi- stato adottato un importante regolamento | cialmente autorizzati a ratificare o ad ade- relativo al riciclaggio delle navi (regola- | rire, per le parti di esclusiva competenza mento (CE) n. 1257/2013 del Parlamento | dell’Unione europea, alla Convenzione.
europeo e del Consiglio, del 20 novembre | 2013), che mira ad agevolare la rapida | Inoltre, come stabilito ai sensi della men- ratifica della Convenzione all’interno del- | zionata decisione, il Consiglio dell’Unione l’Unione e nei Paesi terzi, applicando con- | europea esaminerà lo stato di avanzamento trolli proporzionati alle navi e agli impianti | della procedura di ratifica della Conven- di riciclaggio delle navi sulla base della | zione da parte degli Stati membri, entro il Convenzione stessa. | 31 dicembre 2018. | Concretamente, il regolamento, ove ap- | Lo Stato italiano, infatti, al pari di molti plicabile, esenterà le navi dell’Unione eu- | altri, purtroppo, non ha ancora proceduto ropea dall’ambito di applicazione del rego- | alla ratifica. lamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento | europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2006, | Alla luce di quanto illustrato, risulta relativo alle spedizioni di rifiuti.
Di conse- | doveroso da parte dell’Italia procedere spe- guenza, legalizzerà il riciclaggio delle navi | ditamente a perfezionare il processo di dell’Unione europea in Paesi non apparte- | ratifica della Convenzione, al fine di rece- nenti all’OCSE, a condizione che il riciclag- | pire nel nostro ordinamento questo impor- | tante strumento di diritto internazionale. | -- Pagina 4 -- 1. Il Presidente della Repubblica è au- | PROPOSTA DI LEGGE torizzato a ratificare la Convenzione inter- | __ nazionale dell’Organizzazione marittima in- | ternazionale per un riciclaggio delle navi | Art. 1. sicuro e compatibile con l’ambiente, fatta a | Hong Kong il 15 maggio 2009. | (Autorizzazione alla ratifica) | 1. Piena ed intera esecuzione è data alla | Art. 2. Convenzione di cui all’articolo 1, a decor- | rere dalla data della sua entrata in vigore, | (Ordine di esecuzione) in conformità con quanto disposto dall’ar- | ticolo 17 della medesima Convenzione. | Art. 3. | 1. La presente legge entra in vigore il | (Entrata in vigore) giorno successivo a quello della sua pub- | blicazione nella Gazzetta Ufficiale.
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-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: MURONI: Istituzione di un contributo ecologico sulle emissioni di anidride carbonica e delega al Governo per la revisione del sistema tributario in base a princìpi di tutela dell'ambiente. Semplificazione e delega al Governo in materia di produzione, autoproduzione e impiego di energia da fonti rinnovabili (415) Iniziativa: Parlamentare Legislaura: 18 Data di proposta: 2018-03-27 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE d’iniziativa della deputata MURONI Istituzione di un contributo ecologico sulle emissioni di anidride carbonica e delega al Governo per la revisione del sistema tribu- tario in base a princìpi di tutela dell’ambiente. Semplificazione e delega al Governo in materia di produzione, autoproduzione e impiego di energia da fonti rinnovabili Presentata il 27 marzo 2018 ONOREVOLI COLLEGHI ! — È in atto nel mondo un processo di radicale trasforma- zione dei modi di produrre e consumare l’energia, all’insegna dell’efficienza energe- tica, delle fonti rinnovabili e di un modello di generazione distribuita che sempre più spesso vede coincidere negli stessi soggetti – imprese, famiglie, singoli cittadini – le funzioni di produzione e consumo.
Questo grande cambiamento tecnologico, econo- mico e sociale è dettato in primo luogo da ragioni ambientali, cioè dall’urgenza di fer- mare i cambiamenti climatici e combattere con più efficacia l’inquinamento atmosfe- rico superando la dipendenza dei sistemi energetici dai combustibili fossili che sono alla base sia delle alterazioni del clima oggi in atto sia di buona parte dei fenomeni di inquinamento dell’aria. Nella seconda metà del 2016, proprio per effetto dei processi di combustione di carbone, petrolio e altri combustibili fossili, è stato registrato dal- l’Organizzazione meteorologica mondiale il superamento della soglia critica di 400 parti per milione di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera: un superamento da consi- derarsi stabile, poiché rimarrà tale almeno per i prossimi decenni.
L’anidride carbo- nica è di gran lunga il principale gas re- sponsabile dei cambiamenti climatici di ori- gine antropica (altri gas che producono alterazione del clima sono il metano, gli idrofluorocarburi e il protossido di azoto) e dunque questa così elevata concentrazione di anidride carbonica nell’aria, del tutto inedita nella storia dell’uomo, sta già pro- ducendo danni ambientali, sociali ed eco- nomici di vasta portata: innalzamento della temperatura media terrestre e del livello dei mari e degli oceani, scioglimento dei -- Pagina 2 -- ghiacciai, moltiplicazione dei fenomeni me- | tere nei prossimi anni tutte le centrali teorologici estremi, inaridimento e deserti- | alimentate a carbone, la Cina all’inizio di ficazione di terre che erano fertili, migra- | quest’anno ha annunciato l’abbandono dei zioni per cause ambientali che costringono | progetti – molti già in fase avanzata – per decine di milioni di donne e di uomini ad | la costruzione di 85 nuove centrali a car- abbandonare i loro luoghi di vita e di | bone e lo stanziamento di 340 miliardi di lavoro per mancanza di cibo e di acqua. | euro nei prossimi cinque anni per l’impiego Anche l’inquinamento dell’aria causato dalla | di energie rinnovabili.
Anche in Italia, fino combustione di materiali fossili determina | a pochi anni fa, si è registrata una crescita pesanti effetti negativi: secondo uno studio | vistosa del contributo delle energie pulite recente dell’Health Effects Institute statu- | alla produzione di energia: in particolare nitense, il 92 per cento della popolazione | nel campo elettrico, dove la quota delle mondiale vive in aree con livelli di inqui- | fonti rinnovabili sulla produzione totale ha namento atmosferico dannosi per la salute | ormai superato il 40 per cento. umana; la stessa ricerca valuta in oltre 4 | milioni all’anno il numero dei morti per | I benefìci di questo cambiamento epo- aria inquinata. | cale non sono solo ambientali, ma riguar- | dano anche l’economia e il benessere so- Sia pure tra ritardi, lentezze e incer- | ciale: così, per esempio, investire in effi- tezze, la comunità internazionale ha adot- | cienza energetica consente alle imprese di tato decisioni importanti per ridurre le | guadagnare in competitività e alle famiglie emissioni di anidride carbonica e degli altri | di liberare risorse per altri usi e consumi.
gas che determinano alterazioni del clima, | D’altra parte, tale processo non avviene al fine di arginare così i danni del cambia- | dappertutto con la stessa intensità e anzi è mento climatico. In particolare l’Accordo | destinato a ridisegnare i rapporti di forza di Parigi, stipulato nel 2015 e sottoscritto | tra Paesi e aree geopolitiche: chi lo inter- da tutti i principali Paesi emettitori di | preterà nei prossimi decenni con maggiore anidride carbonica – Stati Uniti d’America | determinazione peserà di più nell’econo- (USA), Cina India e diversi Stati europei –, | mia globale del futuro. impegna i Paesi firmatari a compiere tutti | i passi necessari per contenere l’aumento | Come avvenuto sempre per ogni muta- della temperatura media terrestre sotto i 2 | mento radicale di paradigma economico e gradi centigradi, considerati dal mondo | tecnologico, anche la « rivoluzione energe- scientifico come il « punto di non ritorno ».
| tica » in atto deve fronteggiare le resistenze, La presa di coscienza, sia pure tardiva e | spesso le aperte opposizioni, di mentalità e incompleta, da parte dei Governi dell’ur- | interessi legati al passato, in questo caso al genza di fermare i cambiamenti climatici | vecchio modo di produzione energetica in- ha dato ulteriore spinta alla « rivoluzione | centrato sui combustibili fossili che per due energetica » verso il risparmio energetico e | secoli ha dominato le nostre economie, le l’abbandono dei combustibili fossili. La | nostre organizzazioni sociali e le nostre quota assorbita da petrolio e carbone tra le | stesse abitudini di cittadini, di utenti e di fonti di produzione energetica mondiali è | consumatori. in calo costante da oltre dieci anni, mentre | il peso delle fonti rinnovabili sulla produ- | In Italia negli anni recenti tali resistenze zione di elettricità ha ormai superato sia il | si sono fatte tanto più potenti per il diretto petrolio, sia il gas naturale, sia l’energia | sostegno ricevuto dagli ultimi Governi. Il nucleare.
Il nucleare. Grandi Paesi si sono dati obiettivi | nostro Paese è tuttora immerso in una crisi ravvicinati e molto ambiziosi quanto ai | economica e sociale profonda, con sempre tempi di superamento della dipendenza dai | più imprese che faticano a reggere la com- combustibili fossili: la Germania prevede di | petizione globale, con un numero grande e ricavare dalle fonti rinnovabili almeno l’80 | crescente di persone che vivono al di sotto per cento del suo fabbisogno elettrico entro | della soglia di povertà, con una disoccupa- il 2050, il Regno Unito ha deciso di dismet- | zione giovanile che sfiora il 40 per cento. | La « green economy » e in particolare l’in- | novazione energetica sono tra i terreni d’a- | -- Pagina 3 -- zione più efficaci per uscire da questo | carbonica, il che equivarrebbe oggi ad un stallo; sono, in Italia come in tutto il mondo, | gettito di circa 8 miliardi di euro.
la via maestra per produrre più ricchezza | con meno consumo di energia e di materie | La seconda « azione » prevede di defi- prime, per ridurre le emissioni inquinanti | nire un sistema omogeneo di regole per stabilizzando il clima, per creare nuova | quanto riguarda gli iter autorizzativi cui occupazione e dare maggiore competitività | sono soggetti i nuovi impianti per la pro- alle imprese. | duzione di energia da fonti rinnovabili: un | quadro di regole che garantisca la sicu- Tutto questo in Italia non viene fatto, | rezza, la trasparenza e la compatibilità spesso viene fatto l’opposto. Il Governo nel | paesaggistica di tali impianti – solari, eo- 2014, proseguendo e accentuando scelte | lici, da geotermia a ciclo chiuso di nuova negative già compiute dai Governi che l’a- | generazione e a emissioni zero, a biomasse vevano preceduto, da una parte si è lan- | e altri – ma rendendo più semplici e uni- ciato in un’anacronistica, antistorica sfida | formi le procedure amministrative in ma- per avviare nei nostri mari un sostanzioso | teria.
programma di trivellazioni petrolifere – il | programma bocciato da 13 milioni di ita- | La terza « azione », infine, serve a pro- liani nel referendum anti-trivelle dell’aprile | muovere la generazione distribuita di ener- 2016 – , dall’altra ha varato una serie di | gia, cioè la possibilità, per imprese, gruppi norme – i decreti « spalma-incentivi », che | di imprese, famiglie, comunità piccole e hanno ridotto retroattivamente gli incentivi | grandi, di autoprodurre l’energia necessa- già erogati ai produttori di energie pulite. | ria ai loro bisogni.
| ria ai loro bisogni. Oggi questa possibilità, Queste politiche hanno messo letteral- | che offre grandi vantaggi in termini di mente in ginocchio il settore delle energie | riduzione dei consumi, minore utilizzo di rinnovabili: così, il numero dei nuovi im- | fonti fossili e minori emissioni inquinanti e pianti solari fotovoltaici è crollato dai | alteratrici del clima, è fortemente penaliz- 150.000 del 2012 ai 722 del 2014, con un | zata da un quadro normativo obsoleto che calo verticale degli investimenti e la perdita | perpetua un modello iper-centralizzato di di migliaia di posti di lavoro (4.000 solo nel | distribuzione dell’energia, in particolare del- 2015).
| l’energia elettrica, largamente inefficiente, | e di fatto obbliga la gran parte dei consu- La presente proposta di legge vuole con- | matori di elettricità a collegarsi alla rete tribuire a mettere fine a queste politiche | nazionale – che per le sue dimensioni è contrarie all’interesse generale dell’Italia, | soggetta a vincoli notevoli –, ostacolando in attraverso tre « azioni » convergenti: adot- | ogni modo la creazione di una pluralità di tare un’imposta sui combustibili fossili (« car- | reti di distribuzione più piccole ed effi- bon-tax ») che sostenga i processi di miglio- | cienti. L’obiettivo di incentivare la genera- ramento dell’efficienza energetica e di so- | zione distribuita di energia è peraltro ri- stituzione di energie fossili con fonti rin- | chiamato nel « winter package », il « pac- novabili; definire un quadro di regole | chetto » di misure per l’innovazione ener- rigoroso ma omogeneo e semplificato per la | getica realizzazione di impianti per la produzione | dalla di energia da fonti rinnovabili; incentivare | Commissione europea. i sistemi di generazione distribuita dell’e- | nergia.
| presentato | La prima « azione » consiste nell’intro- | 2016 duzione di un contributo ecologico per fa- | vorire il perseguimento di un progressivo | nel contenimento delle emissioni di anidride | carbonica derivanti dal consumo di com- | Entrando nello specifico della proposta bustibili fossili impiegati in processi di com- | di legge, ecco una breve descrizione dell’ar- bustione. Il contributo è fissato, a regime, | ticolato. in 20 euro per ogni tonnellata di anidride | | Il capo I – Istituzione del contributo | ecologico e disposizioni in materia di fisca- | lità ambientale – si compone di due arti- | coli: | | l’articolo 1 istituisce, a decorrere dal | 1° gennaio 2019, un contributo ecologico | per favorire il perseguimento di un pro- | gressivo contenimento delle emissioni di | -- Pagina 4 -- anidride carbonica derivanti dal consumo | zano fonti rinnovabili – si compone di di combustibili fossili impiegati in processi | cinque articoli: di combustione.
Il contributo ecologico è | quantificato in 20 euro per tonnellata di | l’articolo 3 definisce le finalità del anidride carbonica equivalente prodotta; si | capo: promuovere e tutelare la qualità della prevede che, a fronte del gettito ricavato, | vita, dell’ambiente e del territorio, attra- risorse pubbliche di pari entità siano de- | verso la semplificazione e la promozione stinate a interventi di riduzione della pres- | dello sviluppo delle fonti energetiche rin- sione fiscale. Con il comma 3, inoltre, è | novabili; stabilito che ogni due anni si effettua un | ricalcolo del contributo ecologico.
Qualora | l’articolo 4 contiene misure atte a la riduzione delle emissioni di CO2 è stata | semplificare la costruzione e l’esercizio de- superiore a quella prevista dagli accordi | gli impianti di produzione di energia elet- sottoscritti in ambito europeo e internazio- | trica (eolico, fotovoltaico, solare termodi- nale, il contributo ecologico è diminuito a | namico, teleriscaldamento e teleraffredda- 10 euro per tonnellata di CO2 prodotta, | mento, geotermia a ciclo chiuso di nuova mentre se la riduzione delle emissioni di | generazione e a emissioni zero, idroelet- CO2 è stata inferiore a quella necessaria a | trico, biomassa e biogas alimentati da fonti rispettare i predetti accordi, il contributo è | rinnovabili).
Tale semplificazione riguarda aumentato ad almeno 30 euro per tonnel- | anche gli interventi di modifica, potenzia- lata di CO2 prodotta; | mento, rifacimento totale o parziale e ri- | attivazione, nonché le opere connesse e le l’articolo 2 conferisce al Governo la | infrastrutture indispensabili alla costru- delega ad adottare, entro sei mesi dall’en- | zione e all’esercizio degli impianti stessi; trata in vigore della legge, un decreto legi- | slativo contenente misure di riforma fiscale | l’articolo 5 stabilisce che il gestore volte alla salvaguardia e al miglioramento | della rete elettrica, nei casi in cui la rete dell’ambiente nonché a un alleggerimento | non sia tecnicamente in grado di ricevere della tassazione dei redditi di famiglie e | elettricità prodotta da fonti rinnovabili, è imprese. In particolare si stabilisce che il | tenuto a predisporre i necessari interventi decreto attuativo della delega debba con- | di adeguamento e potenziamento.
Tali in- tenere: una riduzione delle aliquote di im- | terventi sono estesi a tutte le infrastrutture posizione sui redditi delle persone fisiche e | tecniche necessarie per il funzionamento delle imprese, finanziata attraverso una | della rete e a tutte le installazioni di con- pari riduzione dell’erosione fiscale sulle | nessione, senza oneri per il produttore. Si imposte gravanti sui consumi, in partico- | prevede, inoltre, che i costi della connes- lare attraverso l’abolizione di tutte le esen- | sione alla rete di impianti che producono zioni relative alle accise sui prodotti ener- | elettricità da fonti rinnovabili nonché i getici; la rimodulazione delle accise sui | costi dell’installazione degli strumenti di prodotti energetici, mantenendo inalterata | misurazione atti a registrare le quantità di l’aliquota media e prevedendo una compo- | energia elettrica trasmessa e ricevuta sono nente proporzionale al contenuto energe- | posti a carico del sistema elettrico.
Infine, tico e una componente proporzionale alle | si pone a carico del gestore l’obbligo di emissioni di sostanze alteratrici del clima; | modificare, entro un anno dall’entrata in la revisione dell’imposta sul valore ag- | vigore della legge, il codice di rete preve- giunto, mantenendone invariato il gettito | dendo che le aste del mercato infragiorna- complessivo, al fine di orientare il mercato | liero si concludano entro mezz’ora dalla verso modi di produzione e di consumo più | consegna dell’energia; sostenibili sotto l’aspetto ambientale.
| | l’articolo 6 stabilisce che per la rea- Il capo II – Semplificazione e promo- | lizzazione degli impianti eolici in mare zione degli impianti energetici che utiliz- | aperto (off-shore) situati oltre un miglio | dalla costa la valutazione d’impatto am- | bientale statale non necessita del parere del | -- Pagina 5 -- Ministero dei beni e delle attività culturali | della delega: qualificare come « attività li- e del turismo; | bera » la costruzione e l’esercizio di reti | elettriche private alimentate da fonti rin- l’articolo 7 stabilisce che i progetti che | novabili che possiedano le caratteristiche prevedono il rifacimento di impianti eolici | dei sistemi di distribuzione chiusi; consen- già esistenti senza modifiche sostanziali | tire all’interno degli edifici la distribuzione siano esenti da una nuova valutazione d’im- | di energia elettrica prodotta da fonti rin- patto ambientale.
Per modifiche non so- | novabili attraverso reti private; consentire stanziali si intendono i seguenti interventi: | tra aziende limitrofe lo scambio di energia variazione del modello di aerogeneratore, | elettrica prodotta da impianti da fonti rin- con o senza aumento di potenza della mac- | novabili o in cogenerazione ad alto rendi- china; variazione della collocazione degli | mento attraverso reti private; rendere pos- aerogeneratori e conseguente adeguamento | sibile alle amministrazioni pubbliche l’uti- delle opere afferenti, quali le reti di colle- | lizzo della rete elettrica per lo scambio di gamento in media tensione, la viabilità, gli | energia tra edifici che afferiscano ad una spazi di manovra e le piazzole di montag- | stessa amministrazione; prevedere vantaggi gio; variazione dei tracciati delle linee elet- | fiscali per le utenze che ricorrono all’au- triche in media tensione e variazione della | toproduzione di energia da fonti rinnova- collocazione dei centri di trasformazione e | bili.
trasformazione in media tensione; tutte le | modifiche che comportino la riduzione delle | Il capo IV reca le disposizioni finali: aree occupate, della potenza installata, delle | dimensioni degli aerogeneratori e in gene- | l’articolo 10 stabilisce che, per incen- rale un minore impatto quantitativo sul | tivare l’utilizzazione dell’energia elettrica territorio.
| prodotta con fonti rinnovabili, i comuni | con popolazione fino a 20.000 residenti Il capo III – Delega al Governo in ma- | possono usufruire del servizio di scambio teria di autoproduzione e generazione di- | sul posto dell’energia elettrica prodotta, stribuita di energia da fonti rinnovabili – si | per gli impianti di cui sono proprietari di compone di due articoli: | potenza non superiore a 200 kW, a coper- | tura dei consumi di proprie utenze, senza l’articolo 8 conferisce al Governo la | tener conto dell’obbligo di coincidenza tra delega ad adottare, entro sei mesi dall’en- | il punto di immissione e il punto di prelievo trata in vigore della legge, un decreto legi- | nell’energia scambiata con la rete e senza slativo finalizzato a promuovere l’autopro- | dover pagare gli oneri di rete, come invece duzione e la generazione distribuita dell’e- | prevede l’attuale formulazione dell’articolo nergia da fonti rinnovabili, allo scopo di | 27 della n.
99 del 2009; favorire il miglioramento ambientale e di | ridurre i costi energetici a carico degli | l’articolo 11 stabilisce che la legge utenti finali; | entri in vigore il giorno successivo a quello | della sua pubblicazione nella Gazzetta Uf- l’articolo 9 fissa i princìpi e criteri | ficiale. direttivi cui deve conformarsi l’esercizio | | -- Pagina 6 -- PROPOSTA DI LEGGE | __ | | CAPO I | | ISTITUZIONE DEL CONTRIBUTO ECOLO- | GICO E DISPOSIZIONI IN MATERIA DI | FISCALITÀ AMBIENTALE | | ART. 1. | | (Istituzione del contributo ecologico). | | 1.
| | 1. Al fine di promuovere l’attuazione di | politiche e misure per lo sviluppo sosteni- | bile e per la green economy finalizzate a | orientare il mercato verso modi di con- | sumo e produzione sostenibili, in applica- | zione della normativa europea e in rac- | cordo con la normativa fiscale già vigente a | livello regionale e locale, nonché nel ri- | spetto del principio della neutralità fiscale, | è istituito, a decorrere dal 1° gennaio 2018, | un contributo ecologico per favorire il per- | seguimento di un progressivo contenimento | delle emissioni di anidride carbonica (CO2), | nonché dei gas climalteranti, derivanti dal | consumo di combustibili fossili impiegati in | processi di combustione. | | 2. Il contributo ecologico di cui al comma | 1 è stabilito in 20 euro per tonnellata di | CO2 prodotta. | | 3.
| | 3. Il contributo ecologico è ricalcolato | ogni due anni sulla base dei seguenti cri- | teri: | | a) se la riduzione delle emissioni di | CO2 è stata superiore a quella prevista | dagli accordi sottoscritti in ambito europeo | e internazionale, il contributo ecologico di | cui alla comma 2 è diminuito a 10 euro per | tonnellata di CO2 prodotta; | | b) se la riduzione delle emissioni di | CO2 è stata inferiore a quella necessaria a | rispettare i predetti accordi, il contributo | di cui comma 2 è aumentato ad almeno 30 | euro per tonnellata di CO2 prodotta. | | 4. Il contributo ecologico è versato, a | titolo di acconto, in rate trimestrali sulla | base dei quantitativi impiegati nell’anno | precedente. Il versamento a saldo si effet- | | -- Pagina 7 -- tua alla fine del primo trimestre dell’anno | successivo unitamente alla presentazione | di apposita dichiarazione annuale con i | dati dei quantitativi impiegati nell’anno pre- | cedente, nonché al versamento della prima | rata di acconto.
Le somme eventualmente | versate in eccedenza sono detratte dal ver- | samento della prima rata di acconto e, ove | necessario, delle rate successive. In caso di | cessazione dell’impianto nel corso del- | l’anno, la dichiarazione annuale e il versa- | mento a saldo sono effettuati nei due mesi | successivi. | | 5. In caso di inosservanza dei termini di | versamento previsti al comma 4 si applica | la sanzione amministrativa pecuniaria dal | doppio al quadruplo dell’imposta dovuta, | fermi restando i princìpi generali stabiliti | dal decreto legislativo 18 dicembre 1997, | n. 472. Per ogni altra inosservanza delle | disposizioni del medesimo comma 4 si ap- | plica la sanzione amministrativa prevista | dall’articolo 50 del decreto legislativo 26 | ottobre 1995, n. 504. | | 6.
504. | | 6. Le maggiori entrate derivanti dall’at- | tuazione del presente articolo sono desti- | nate: | | a) alla riduzione delle imposte sul | | reddito delle persone e delle imprese; | | b) a favorire attraverso contributi gli | investimenti in efficienza energetica nei set- | tori interessati dalla green economy; | | c) ai progetti di recupero e riqualifi- | | cazione ambientale. | | ART. 2. | | (Delega al Governo per la revisione del si- | stema tributario in base a princìpi di tutela | dell’ambiente, di equità e defiscalizzazione | dei redditi e di introduzione di forme di | fiscalità ambientale in materia di beni e | prodotti). | | 1.
| | 1. Il Governo è delegato ad adottare, | entro sei mesi dalla data di entrata in | vigore della presente legge, senza nuovi e | maggiori oneri per la finanza pubblica, un | decreto legislativo per la revisione del si- | stema tributario in base a princìpi di sal- | vaguardia e tutela dell’ambiente, di equità | | -- Pagina 8 -- e defiscalizzazione dei redditi e di intro- | duzione di forme di fiscalità ambientale in | materia di beni e prodotti. | | 2. Il decreto legislativo di cui al comma | 1 è adottato su proposta del Ministro del- | l’economia e delle finanze, di concerto con | i Ministri dello sviluppo economico e del- | l’ambiente e della tutela del territorio e del | mare, sentito il parere della Conferenza | unificata di cui all’articolo 8 del decreto | legislativo 28 agosto 1997, n. 281. | | 3. Il Governo trasmette alle Camere lo | schema del decreto legislativo di cui al | comma 1 per l’espressione del parere delle | Commissioni parlamentari competenti per | materia.
Le Commissioni esprimono il pro- | prio parere entro trenta giorni dalla data di | assegnazione dello schema del decreto le- | gislativo. Decorso inutilmente tale termine, | il decreto legislativo può essere comunque | emanato. | | 4. Nel rispetto dei princìpi e delle norme | dell’ordinamento dell’Unione europea, delle | competenze per materia delle amministra- | zioni statali, nonché delle attribuzioni delle | regioni e degli enti locali, come definite ai | sensi dell’articolo 117 della Costituzione, | del principio di sussidiarietà, come definito | ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione, | della legge 15 marzo 1997, n. 59, e del | decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e | fatte salve le norme statutarie e le relative | norme di attuazione delle regioni a statuto | speciale e delle province autonome di Trento | e di Bolzano, il decreto legislativo di cui al | comma 1 è adottato nell’osservanza dei | seguenti princìpi e criteri direttivi: | | a) riduzione delle aliquote dell’impo- | sta sui redditi delle persone fisiche e delle | società, finanziata attraverso una corrispon- | dente riduzione dell’erosione fiscale sulle | imposte gravanti sui consumi e,
in partico- | lare, attraverso l’abolizione di tutte le esen- | zioni relative alle accise sui prodotti ener- | getici; | | b) rimodulazione delle accise sui pro- | dotti energetici, mantenendo invariata l’a- | liquota media e prevedendo che l’aliquota | per ciascun prodotto sia costituita da una | componente proporzionale al contenuto | energetico e da una componente propor- | zionale alle emissioni alteratrici del clima; | | -- Pagina 9 -- c) revisione della disciplina dell’impo- | sta sul valore aggiunto, mantenendone in- | variato il gettito complessivo, al fine di | orientare il mercato verso modi di produ- | zione e di consumo più sostenibili sotto | l’aspetto ambientale, definendo a questo | scopo criteri per la valutazione delle pre- | stazioni ambientali ed energetiche dei beni | e dei servizi e determinando in base a essi | le aliquote applicabili, in modo tale da | incentivare il consumo di beni e di servizi | aventi maggiore sostenibilità ambientale. | | 5.
| | 5. Le disposizioni introdotte con il de- | creto legislativo di cui al comma 1 non | possono essere derogate, modificate o abro- | gate se non in modo esplicito. | | CAPO II | | NORME DI SEMPLIFICAZIONE RIGUAR- | DANTI GLI IMPIANTI ENERGETICI CHE | UTILIZZANO FONTI RINNOVABILI | | ART. 3. | | (Finalità). | | 1. Il presente capo, al fine di tutelare la | qualità della vita, dell’ambiente e del ter- | ritorio, definisce un quadro di regole omo- | geneo, trasparente e semplificato per favo- | rire lo sviluppo e la diffusione dell’impiego | delle fonti energetiche rinnovabili. | | ART. 4. | | (Semplificazione del regime autorizzatorio | per gli impianti per la produzione di energia | elettrica alimentati da fonti rinnovabili). | | 1.
| | 1. Le disposizioni del presente articolo | si applicano agli impianti eolici, fotovol- | taici, solari termodinamici, a geotermia a | ciclo chiuso di nuova generazione e a emis- | sioni zero, idroelettrici, a biomassa e a | biogas per la produzione di energia elet- | trica nonché agli impianti di teleriscalda- | mento e teleraffreddamento alimentati da | fonti rinnovabili. | | 2. Per la costruzione, l’esercizio, gli in- | terventi di modifica, potenziamento, rifaci- | | -- Pagina 10 -- mento totale o parziale e riattivazione, come | definiti dalla normativa vigente, nonché le | opere connesse alle infrastrutture necessa- | rie alla costruzione e all’esercizio degli im- | pianti di cui al comma 1 si applicano le | seguenti disposizioni: | | a) si applica la procedura abilitativa | semplificata per gli impianti che utilizzano | fonti energetiche rinnovabili, aventi po- | tenza nominale fino a 1 MW elettrico, in | relazione alle diverse tecnologie, fonti ener- | getiche e potenze da installare;
| | b) si applica il regime previsto per | l’attività edilizia libera per gli impianti fo- | tovoltaici da installare sugli edifici e fab- | bricati, in relazione alla potenza e alle | caratteristiche degli impianti; | | c) si applica il regime previsto per | l’attività edilizia libera per le restanti ca- | tegorie di impianti che utilizzano fonti ener- | getiche rinnovabili, aventi potenza nomi- | nale fino a 50 kW elettrici, in relazione alle | diverse tecnologie e fonti energetiche. | | 2. A decorrere dalla data di entrata in | vigore della presente legge, l’autorizzazione | a costruire gli impianti di cui al comma 1 | è rilasciata esclusivamente al medesimo | soggetto che ha avviato l’iter autorizzativo. | | ART. 5. | | (Connessione degli impianti, acquisto e tra- | smissione dell’elettricità da fonti rinnova- | bili). | | 1.
| | 1. Il gestore della rete elettrica, nei casi | in cui la rete non sia tecnicamente in grado | di ricevere l’elettricità prodotta da fonti | rinnovabili, predispone i necessari inter- | venti di adeguamento e potenziamento. Gli | interventi di cui al primo periodo sono | estesi a tutte le infrastrutture tecniche ne- | cessarie per il funzionamento della rete e a | tutte le installazioni di connessione, senza | oneri per il produttore. | | 2. I costi della connessione alla rete di | impianti che producono elettricità da fonti | rinnovabili nonché i costi dell’installazione | degli strumenti di misurazione atti a regi- | strare le quantità di energia elettrica tra- | | -- Pagina 11 -- smessa e ricevuta sono a carico del sistema | elettrico. Il punto di connessione è indicato | dall’operatore proponente l’iniziativa; se il | gestore della rete stabilisce per la connes- | sione un punto diverso da quello indicato, | i costi aggiuntivi sono a suo carico. La | connessione e le installazioni collegate de- | vono soddisfare i requisiti tecnici stabiliti | dal gestore della rete.
| | 3. I costi e le procedure autorizzative | associati agli interventi di adeguamento e | potenziamento della rete elettrica, neces- | sari per ricevere l’elettricità prodotta da | impianti nuovi, riattivati, estesi o ammo- | dernati, sono a carico del gestore della rete. | Il gestore della rete, nella determinazione | delle tariffe per l’utilizzo della rete, può | tenere conto dei costi di investimento so- | stenuti per gli interventi di cui al presente | articolo, a condizione che essi siano distin- | tamente indicati nella contabilità dell’eser- | cizio. | | 4. Il Gestore della rete elettrica, entro | un anno dalla data di entrata in vigore | della presente legge, modifica il codice di | rete prevedendo che le aste del mercato | infragiornaliero si concludano entro 30 mi- | nuti dalla consegna dell’energia. | | ART. 6. | | (Valutazione dell’impatto ambientale degli | impianti eolici off-shore). | | 1.
| | 1. Per la realizzazione degli impianti | eolici in mare aperto (off-shore) situati ol- | tre un miglio dalla costa, la valutazione | d’impatto ambientale di competenza dello | Stato non necessita del parere del Mini- | stero dei beni e delle attività culturali e del | turismo. | | ART. 7. | | (Procedura semplificata per gli impianti eo- | lici). | | 1. I progetti di modifica o rifacimento | degli impianti eolici, di cui al punto 4.1.3 | dell’allegato 2 al decreto del Ministro dello | sviluppo economico 6 luglio 2012, pubbli- | cato nel supplemento ordinario n. 143 alla | | -- Pagina 12 -- Gazzetta Ufficiale n. 159 del 10 luglio 2012, | sono esenti dalla valutazione d’impatto am- | bientale in tutti i casi in cui prevedano | modifiche non sostanziali all’impianto pre- | esistente. | | 2.
| | 2. Per modifiche non sostanziali si in- | tendono le seguenti tipologie di intervento: | | a) la variazione del modello di aero- | generatore, con o senza aumento di po- | tenza della macchina; | | b) la variazione dell’orientamento de- | gli aerogeneratori e il conseguente adegua- | mento delle opere afferenti, quali le reti di | collegamento in media tensione, la viabi- | lità, gli spazi di manovra e le piazzole di | montaggio; | | c) la variazione dei tracciati delle linee | elettriche in media tensione e la variazione | della collocazione dei centri di trasforma- | zione e di trasformazione in media ten- | sione; | | d) | | la variazione delle infrastrutture | elettriche di trasformazione da media ad | alta tensione e di collegamento alla rete; | | e) tutte le modifiche che comportino | la riduzione delle aree occupate, della po- | tenza installata, delle dimensioni degli ae- | rogeneratori e in generale un minore im- | patto quantitativo sul territorio.
| | CAPO III | | DELEGA AL GOVERNO IN MATERIA DI | AUTOPRODUZIONE E GENERAZIONE DI- | STRIBUITA DI ENERGIA DA FONTI RIN- | NOVABILI | | ART. 8. | | (Finalità). | | 1. Al fine dell’attuazione delle politiche | per lo sviluppo delle energie prodotte da | fonti rinnovabili e per l’attuazione della | green economy nonché ai sensi della nor- | mativa nazionale vigente e in attuazione | dell’Accordo di Parigi del 2015 sui cambia- | menti climatici, ratificato ai sensi della | legge 4 novembre 2016, n. 204, della diret- | | -- Pagina 13 -- tiva 2009/72/CE del Parlamento europeo e | del Consiglio, del 13 luglio 2009, recepita | con il decreto legislativo 1° giugno 2011, | n. 93, e della direttiva 2010/31/UE del Par- | lamento europeo e del Consiglio, del 19 | maggio 2010, recepita con il decreto-legge 4 | giugno 2013, n. 63, convertito, con modifi- | cazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n.
90, il | presente capo è finalizzato a promuovere | l’autoproduzione e la generazione distri- | buita dell’energia da fonti rinnovabili, allo | scopo di favorire l’innovazione tecnologica, | l’occupazione, il miglioramento della qua- | lità ambientale e la riduzione dei costi | energetici per gli utenti. | | 2. Il Governo è delegato ad adottare, | entro sei mesi dalla data di entrata in | vigore della presente legge, senza nuovi o | maggiori oneri per la finanza pubblica, un | decreto legislativo per le finalità indicate al | comma 1. Il decreto legislativo è adottato | su proposta del Ministro dello sviluppo | economico, di concerto con il Ministro del- | l’ambiente e della tutela del territorio e del | mare, sentito il parere della Conferenza | unificata di cui all’articolo 8 del decreto | legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Il Go- | verno trasmette alle Camere lo schema del | decreto legislativo per l’espressione del pa- | rere delle Commissioni parlamentari com- | petenti per materia.
Le Commissioni espri- | mono il proprio parere entro trenta giorni | dalla data di assegnazione dello schema del | decreto legislativo. Decorso inutilmente tale | termine, il decreto legislativo può essere | comunque emanato. | | 3. Ai fini della predisposizione dello | schema del decreto legislativo di cui al | comma 2, il Governo individua forme op- | portune per la consultazione delle organiz- | zazioni sindacali e imprenditoriali di set- | tore e delle associazioni nazionali ricono- | sciute per la protezione ambientale e per la | tutela dei consumatori. | | 4. Le disposizioni introdotte dal decreto | legislativo di cui al comma 2 non possono | essere derogate, modificate o abrogate se | non in modo esplicito. | | -- Pagina 14 -- ART. 9. | | (Princìpi e criteri direttivi generali). | | 1.
| | 1. Nel rispetto dei princìpi e delle norme | dell’ordinamento dell’Unione europea, delle | competenze per materia delle amministra- | zioni statali, nonché delle attribuzioni delle | regioni e degli enti locali, come definite ai | sensi dell’articolo 117 della Costituzione, | del principio di sussidiarietà, come definito | ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione, | della legge 15 marzo 1997, n. 59, e del | decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e | fatte salve le norme statutarie e le relative | norme di attuazione delle regioni a statuto | speciale e delle province autonome di Trento | e di Bolzano, il decreto legislativo di cui | all’articolo 8 della presente legge è adottato | nell’osservanza dei seguenti princìpi e cri- | teri direttivi generali: | | a) la costruzione e l’esercizio di reti | elettriche private alimentate da fonti rin- | novabili, che possiedano le caratteristiche | dei sistemi di distribuzione chiusi, come | definiti dall’articolo 28 della direttiva 2009/ | 72/CE,
costituisce attività libera soggetta | esclusivamente alle autorizzazioni richieste | per la costruzione e l’esercizio delle relative | linee elettriche e dei relativi impianti di | produzione di energia elettrica e agli ob- | blighi di servizio imposti dalla normativa | nazionale e dell’Unione europea; | | b) la costruzione e l’esercizio di linee | dirette alimentate da fonti rinnovabili, che | possiedano le caratteristiche individuate dal- | l’articolo 2, numero 15), e dall’articolo 34 | della direttiva 2009/72/CE costituiscono at- | tività libera soggetta esclusivamente alle | autorizzazioni richieste per la costruzione | e l’esercizio delle relative linee elettriche e | dei relativi impianti di produzione di ener- | gia elettrica e agli eventuali obblighi di | servizio imposti dalla normativa nazionale | e dell’Unione europea;
| | c) all’interno degli edifici è consentita | la distribuzione di energia elettrica pro- | dotta da fonti rinnovabili attraverso reti | private mediante: | | 1) la cessione dell’energia elettrica | regolata da contratti di vendita diretta tra | | -- Pagina 15 -- privati, sulla base di accordi bilaterali, nel | rispetto delle condizioni di sicurezza e sta- | bilità del servizio; la creazione di uno o più | punti di connessione con la rete di distri- | buzione; la produzione elettrica da fonti | rinnovabili o da cogenerazione ad alto ren- | dimento integrata con sistemi di accumulo; | | 2) la stipulazione di un contratto | con il gestore della rete per l’immissione in | rete, con l’individuazione di una tolleranza | massima del 10 per cento; | | d) nei distretti produttivi,
| | d) nei distretti produttivi, nelle aree | artigianali e tra aziende limitrofe fino alla | distanza massima di 1 chilometro dai con- | fini catastali è consentito lo scambio di | energia elettrica prodotta da impianti da | fonti rinnovabili o in cogenerazione ad alto | rendimento attraverso reti private me- | diante: | | 1) la cessione dell’energia elettrica | regolata da contratti di vendita diretta tra | privati, sulla base di accordi bilaterali, nel | rispetto delle condizioni di sicurezza e sta- | bilità del servizio; la produzione elettrica | da fonti rinnovabili o da cogenerazione ad | alto rendimento integrata con sistemi di | accumulo; | | 2) la stipulazione di un contratto | con il gestore di rete per l’immissione in | rete, con l’individuazione di una tolleranza | massima del 10 per cento; | | e) le amministrazioni pubbliche pos- | sono utilizzare la rete elettrica per lo scam- | bio di energia prodotta da impianti instal- | lati su edifici ad esse afferenti, alimentati | da fonti rinnovabili,
alimentati | da fonti rinnovabili, tra edifici utilizzati | dalla medesima amministrazione, mediante | la possibilità di usufruire del servizio di | scambio sul posto dell’energia elettrica pro- | dotta da fonti rinnovabili e in cogenera- | zione ad alto rendimento a copertura dei | consumi di proprie utenze, in deroga al- | l’obbligo di coincidenza tra il punto di | immissione e i punti di prelievo dell’energia | scambiata con la rete e con esonero di tali | sistemi dal pagamento degli oneri di rete e | di sistema.
La disciplina di cui alla presente | lettera sarà soggetta a sperimentazione per | tre anni dalla data di entrata in vigore del | decreto legislativo di cui all’alinea, per ve- | | -- Pagina 16 -- rificarne i risultati e la replicabilità e per | valutare eventuali modifiche atte a miglio- | rarne l’efficacia a fini di efficienza e di | risparmio energetico; | | f) in favore delle utenze domestiche | sono previsti vantaggi fiscali e semplifica- | zioni per l’autoproduzione di energia da | fonti rinnovabili mediante la semplifica- | zione dell’accesso al meccanismo dello scam- | bio sul posto attraverso il conguaglio della | produzione e dei consumi su base annuale; | | g) per l’autoproduzione e la distribu- | zione di energia elettrica da fonti rinnova- | bili sono previsti vantaggi fiscali e parafi- | scali. In particolare, è attuata una rimodu- | lazione del peso degli oneri di sistema che, | nel quadro di una riduzione generale di tali | oneri per le utenze che ricorrono all’auto- | consumo, preveda riduzioni tanto maggiori | quanto minore è l’impatto ambientale della | tipologia energetica di autoconsumo;
| | h) la proporzione fra le componenti | fissa e variabile degli oneri di sistema è | rimodulata secondo i seguenti criteri: | | 1) almeno il 75 per cento del gettito | degli oneri di sistema deve provenire dalla | componente variabile commisurata al pre- | lievo di elettricità dalle reti; | | 2) per gli impianti da fonti rinno- | vabili di potenza inferiore a 20 kW, la | riduzione è pari al 100 per cento; | | 3) per gli impianti da fonti rinno- | vabili di potenza superiore a 20 kW che | non usufruiscono di incentivi, la riduzione | è pari al 95 per cento; | | 4) per gli impianti da fonti rinno- | vabili che usufruiscono dello scambio sul | posto o degli incentivi in conto energia, la | riduzione è pari al 70 per cento; | | 5) per gli impianti di cogenerazione | ad alto rendimento, la riduzione è pari al | 70 per cento se non godono dei certificati | bianchi; negli altri casi è pari al 60 per | cento;
| | 6) per gli impianti alimentati da | fonti fossili non cogenerative, la riduzione | è pari a 0. | | -- Pagina 17 -- CAPO IV | | DISPOSIZIONI FINALI | | ART. 10. | | (Modifiche all’articolo 27 della legge 23 lu- | glio 2009, n. 99). | | 1. All’articolo 27 della legge 23 luglio | 2009, n. 99, sono apportate le seguenti mo- | dificazioni: | | a) al comma 4, le parole: « e fermo | restando il pagamento degli oneri di rete » | sono soppresse; | | b) dopo il comma 4 è inserito il se- | | guente: | | « 4-bis. Ai fini del calcolo del corrispet- | tivo in conto scambio si considera il totale | dell’energia immessa in rete dai punti di | immissione ed il totale dell’energia prele- | vata dai vari punti di prelievo ». | | ART. 11. | | (Entrata in vigore). | | 1.
| | 1. La presente legge entra in vigore il | giorno successivo a quella della sua pub- | blicazione nella Gazzetta Ufficiale. | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE DEL BARBA ed altri: Modifiche agli articoli 2, 9 e 41 della Costituzione, in materia di tutela dell'ambiente e di promozione dello sviluppo sostenibile (240) Iniziativa: Parlamentare Legislaura: 18 Data di proposta: 2021-07-29 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI DEL BARBA, ASCANI, BRAGA, CANTINI, DE MENECH, MARCO DI MAIO, FIORINI, GIACHETTI, GRIBAUDO, MORETTO, MORGONI, MU- RONI, PALMIERI, PELLA, PEZZOPANE, SERRACCHIANI, UNGARO, ZAN Modifiche agli articoli 2, 9 e 41 della Costituzione, in materia di tutela dell’ambiente e di promozione dello sviluppo sostenibile Presentata il 23 marzo 2018 ONOREVOLI COLLEGHI ! — La presente pro- posta di legge costituzionale è finalizzata a introdurre nella Costituzione i princìpi della tutela dell’ambiente e dello sviluppo soste- nibile.
Il « diritto all’ambiente » è ormai da anni al centro di un vivace dibattito a livello globale ed è tutelato in modo espli- cito all’interno di numerose direttive co- munitarie, della nuova Carta costituzionale europea e della maggior parte delle Costi- tuzioni degli Stati aderenti all’Unione. La Costituzione, attualmente, non defi- nisce il concetto di ambiente come bene da tutelare, né contiene alcun riferimento di- retto a situazioni legate al soddisfacimento delle esigenze e dei bisogni dell’individuo e della collettività che dipendono in maniera determinante dalla salubrità dell’ambiente e della sua capacità di supportare la vita umana, nel presente come nel futuro. Nel 1987, il rapporto Brundtland, ema- nato dalla « Commissione mondiale per l’am- biente e lo sviluppo » definì per la prima volta lo sviluppo sostenibile come segue: « lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza com- promettere le possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri ». A oltre trent’anni di distanza questo concetto emerge in tutta la sua importanza come una priorità per i governi del Pianeta. Settanta anni fa, nel 1947, quando l’Assem- blea costituente si riuniva, sulla terra vive- vano soltanto 2,4 miliardi di persone, meno di un terzo rispetto agli attuali 7,6 miliardi.
-- Pagina 2 -- In Italia si contavano 46 milioni di abitanti, | zione deve essere considerato oggi partico- i tre quarti degli attuali. Secondo le proie- | larmente necessario sia per il significato zioni delle Nazioni Unite, entro il 2045, la | rafforzativo delle argomentazioni di merito popolazione della Terra si stabilizzerà in- | che assume la ricezione di un determinato torno ai 9,5 miliardi di persone, 2 miliardi | valore fra i princìpi fondamentali dell’or- in più degli attuali. | dinamento, sia per le implicazioni giuridi- | che che da tale collocazione è possibile Il progresso economico e sociale da al- | trarre. In questa prospettiva, inoltre, la lora è stato straordinario e la gran mag- | revisione costituzionale dell’articolo 9 con- gioranza degli italiani ne ha beneficiato; | sente una piena armonizzazione con la tuttavia ci troviamo di fronte a sfide, sia dal | precedente modifica dell’articolo 117 che punto di vista ambientale che sociale, che i | attribuisce allo Stato la competenza legi- membri della Costituente non potevano an- | slativa esclusiva in materia di tutela del- ticipare e di cui solo oggi abbiamo piena | l’ambiente. consapevolezza.
consapevolezza. Gli attuali modelli di pro- | duzione e consumo hanno portato a livelli | Analoghe considerazioni possono essere di utilizzo di risorse e territorio che erano | svolte in relazione al principio dello svi- inimmaginabili nell’immediato dopoguerra. | luppo sostenibile. Il valore della sostenibi- A meno di innovare decisamente in una | lità rappresenta uno dei pilastri della nuova direzione di sviluppo sostenibile, corriamo | Costituzione per l’Europa: il Trattato con il rischio di compromettere la possibilità | cui questa è stata adottata, già nel pream- non solo delle generazioni future, ma an- | bolo, richiama la necessità del « rispetto dei che di quelle presenti di avere le stesse | diritti di ciascuno nella consapevolezza delle opportunità che hanno avuto le precedenti | loro responsabilità nei confronti delle ge- di condurre una vita prospera. | nerazioni future e della Terra ». | Nello scenario descritto, la tutela del- | Tra gli obiettivi della Costituzione euro- l’ambiente, la sostenibilità dello sviluppo e | pea (articolo 3), oltre alla pace e ai suoi una prospettiva di responsabilità interge- | valori, vi è « il benessere dei suoi popoli ».
nerazionale diventano da un lato condi- | Il benessere del popolo sarà raggiungibile zioni imprescindibili per poter perseguire | solo se l’Unione si adopererà « per lo svi- gli obiettivi che la Carta costituzionale si | luppo sostenibile dell’Europa, basato su prefigge. Da un altro lato, se correttamente | una crescita economica equilibrata, (...) su inquadrati, gli stessi temi diventano un | un’economia sociale di mercato fortemente riferimento solido per proseguire lungo un | competitiva, che mira alla piena occupa- cammino di miglioramento della società e | zione e al progresso sociale, e su un elevato per creare nuove opportunità, per tutte le | livello di tutela e di miglioramento della persone, di oggi e di domani, di esprimere | qualità dell’ambiente ». Lo sviluppo soste- a pieno il proprio potenziale.
In questo | nibile è considerato, inoltre, un valore da senso si inquadra la proposta di integra- | promuovere anche nelle relazioni con il zione dell’articolo 2 della Costituzione nella | resto del mondo (articolo 3, comma 4), direzione di esplicitare l’estensione di di- | nella certezza che la pace, la sicurezza, la ritti e doveri fondamentali anche alle ge- | solidarietà, il progresso reciproco dei po- nerazioni future. | poli, il commercio libero ed equo, l’elimi- | nazione della povertà e la tutela dei diritti L’assenza di un esplicito riconoscimento | umani sono interdipendenti e fortemente del « diritto all’ambiente » quale principio | legati allo « sviluppo sostenibile della Terra ». fondamentale del nostro ordinamento ci | Lo sviluppo sostenibile rappresenta, per- spinge poi a considerare l’opportunità di | tanto, in ambito europeo un valore cui una revisione dell’articolo 9 della Costitu- | sono fortemente legate diverse materie, come zione che ad oggi si limita a sancire sol- | l’agricoltura, la pesca, le risorse biologiche tanto la « tutela del paesaggio e dei beni | del mare, i trasporti, l’energia, l’ambiente, culturali ».
| la protezione dei consumatori, la sanità | pubblica, la protezione civile. L’inserimento della tutela dell’ambiente | fra i princìpi fondamentali della Costitu- | | -- Pagina 3 -- Anche nella Carta dei diritti fondamen- tali dell’Unione, approvata a Nizza nel 2000, si afferma che la dignità umana è inviola- bile e che ogni individuo ha diritto non solo alla vita ma a vivere in modo dignitoso e ciò è possibile solo se vi è un elevato livello di tutela dell’ambiente. Il miglioramento della qualità dell’ambiente è possibile solo se tutte le politiche dell’Unione sono infor- mate al principio dello sviluppo sostenibile (articolo 37). Il principio dello sviluppo sostenibile consacrato nella Dichiarazione di Rio de Janeiro (1992), recepito dall’articolo 2 del Trattato di Amsterdam e dall’articolo 1 del Trattato di Lisbona, indica che tutte le politiche di sviluppo debbono essere infor- mate al concetto della sostenibilità anche perché intorno all’ambiente, inteso come insieme di elementi, fisici, chimici, biologici e sociali, ruotano molteplici interessi che debbono essere mediati attraverso il valore della sostenibilità.
È opportuno conside- rare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 approvata all’unanimità dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015. L’Italia ha recepito il voto dall’ONU sull’Agenda 2030 con l’ap- provazione del « collegato ambientale » (ar- ticolo 3 della legge 28 dicembre 2015, n. 221) in base al quale con cadenza almeno trien- nale deve essere aggiornata la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, dele- gando pertanto il Governo ad elaborare piani di azioni per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030. Dalla lettura degli obiettivi emerge an- cora una volta la loro trasversalità in ogni campo dell’azione umana travalicando meri aspetti ambientali, sociali ed economici ma combinandoli insieme per un reale avan- zamento della società. Quindi, al pari di altri importanti Paesi dell’Unione, la Francia in primis, ma anche la Spagna, la Germania, il Portogallo, la Polonia e altri, riteniamo che sia maturo il tempo in cui anche l’Italia recepisca nella propria Costituzione il principio dello svi- luppo sostenibile, il cui significato va ricer- cato nell’intrinseca ricerca della compati- bilità tra sviluppo economico e tutela del- l’ambiente e della salute umana.
La presenza del concetto di sviluppo sostenibile nella Costituzione rafforzerebbe anche tutta la produzione normativa suc- cessiva, che dovrebbe rifarsi al dettato co- stituzionale, e obbligherebbe il legislatore a non poter più prescindere dalla sostenibi- lità, sottraendolo dalla pericolosa tenta- zione di ricercare soluzioni e consenso con interventi ad impatto positivo immediato, ma con ricadute negative nel medio-lungo periodo. In tal modo si darebbe un signi- ficato ben più ampio al precedente inter- vento operato con la modifica dell’articolo 81 della Costituzione, uscendo da un’inter- pretazione di sostenibilità meramente fi- nanziaria delle politiche pubbliche coeren- temente con l’introduzione del benessere equo e sostenibile (BES) nella legge di bi- lancio. Alla luce del contesto storico e norma- tivo che va affermandosi in ambito inter- nazionale ed europeo, la presente proposta di legge costituzionale propone la modifica degli articoli 2, 9 e 41 della Costituzione. Ben consapevoli della difficoltà che com- porta una revisione dei princìpi fondamen- tali, si ritiene che la costituzionalizzazione dell’attenzione alle generazioni future possa collocarsi all’articolo 2.
Il « diritto alla tu- tela dell’ambiente » e lo « sviluppo sosteni- bile » trovano un’ideale collocazione nel- l’alveo dell’articolo 9. Per quanto concerne il principio dello sviluppo sostenibile si ritiene opportuna anche un’integrazione nel- l’ambito dell’articolo 41, al fine di dare nuova forza all’etica ambientale ed econo- mica. La presente iniziativa raccoglie le istanze e le elaborazioni teorico-normative e giu- risprudenziali, sia nazionali che interna- zionali, che hanno caratterizzato negli ul- timi decenni le evoluzioni in materia di diritto ambientale e di promozione dello sviluppo sostenibile e mira a porre il nostro Paese all’avanguardia a livello internazio- nale su tali tematiche. -- Pagina 4 -- PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE | ART. 1. __ | | ART. 2. (Modifica all’articolo 2 della Costituzione). | | ART. 3. 1. All’articolo 2 della Costituzione sono | aggiunte, in fine, le seguenti parole: « , | (Modifiche all’articolo 41 anche nei confronti delle generazioni fu- | della Costituzione). ture ». | | *18PDL0007740* (Modifiche all’articolo 9 della Costituzione). | | *18PDL0007740* 1.
| | *18PDL0007740* 1. All’articolo 9 della Costituzione, dopo | il secondo comma sono aggiunti i seguenti: | | « Riconosce e garantisce la tutela del- | l’ambiente come fondamentale diritto del- | l’individuo e interesse della collettività. | | Promuove le condizioni per uno svi- | | luppo sostenibile ». | | 1. All’articolo 41 della Costituzione sono | | apportate le seguenti modificazioni: | | a) il secondo comma è sostituito dal | | seguente: | | « Essa non può svolgersi in contrasto | con l’utilità sociale o in modo da recare | danno all’ambiente, alla sicurezza, alla li- | bertà o alla dignità umana »; | | b) al terzo comma sono aggiunte, in | fine, le seguenti parole: « e di sviluppo | sostenibile ». | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: D'IPPOLITO ed altri: Modifiche al codice civile in materia di classificazione e regime giuridico dei beni, nonché definizione della nozione di ambiente (1744) Iniziativa: Parlamentare Legislaura: 18 Data di proposta: 2019-04-04 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI D’IPPOLITO, ILARIA FONTANA, DAGA, DEIANA, FEDERICO, LICA- TINI, ALBERTO MANCA, MARAIA, MICILLO, RICCIARDI, ROSPI, TER- ZONI, VARRICA, VIANELLO, VIGNAROLI, ZOLEZZI Modifiche al codice civile in materia di classificazione e regime giuridico dei beni, nonché definizione della nozione di ambiente Presentata il 4 aprile 2019 ONOREVOLI COLLEGHI ! – È noto che la riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione ha inserito nella Carta fondamentale il termine « ambiente ». L’ar- ticolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, afferma che lo Stato ha legi- slazione esclusiva nella tutela dell’am- biente, dell’ecosistema, dei beni culturali.
Il legislatore ordinario aveva già inserito il termine « ambiente » in numerosi prov- vedimenti legislativi precedenti la novella dell’articolo 117 della Costituzione e altret- tanti risultano gli inserimenti in successivi atti normativi di rango sia primario che secondario. Su tutti spicca il decreto legi- slativo n. 152 del 2006, comunemente, e significativamente, noto come « codice del- l’ambiente » o « testo unico ambientale ». Ma, nonostante la copiosa produzione legislativa in materia, in nessun testo nor- mativo è dato di rintracciare una completa definizione giuridica di « ambiente ». La presente proposta di legge è finaliz- zata, appunto, a riempire questo vuoto nor- mativo. La necessità dell’intervento del legisla- tore ordinario è dettata, oggi, dalla circo- stanza che gli interpreti si orientano verso parametri applicativi diversi indotti dall’u- tilizzazione, nel processo ermeneutico, di esperienze e di nozioni di altre branche del sapere, soprattutto delle scienze naturali, e ciò porta, inevitabilmente, a risultati non sempre puntuali e uniformi.
Un ordine di ragioni che giustificano l’introduzione di una definizione di « am- biente » tra le fonti di rango legislativo è -- Pagina 2 -- rinvenibile nella circostanza per la quale | coli della Carta costituzionale oltre che di l’interesse ambientale riceve una conside- | sporadici riferimenti in leggi settoriali. razione particolare dalle norme che rego- | lano l’azione delle pubbliche amministra- | A seguito della citata legge costituzio- zioni nell’esercizio dei propri poteri discre- | nale n. 3 del 2001, l’articolo 117 riformu- zionali, nonché le situazioni giuridiche de- | lato ha conferito alle regioni, nell’ambito gli amministrati nei confronti di esse. | delle materie di competenza legislativa con- | corrente, la valorizzazione dei beni am- A titolo di esempio: l’istituto del silenzio | bientali e quella del governo del territorio. assenso di cui all’articolo 20 della legge | Inoltre, esse possono adottare, entro certi n. 241 del 1990, laddove a rendere inope- | limiti, misure più restrittive a tutela del- rante il silenzio assenso è la circostanza | l’ambiente.
che l’atto o il procedimento riguardi « il | patrimonio culturale e paesaggistico, l’am- | I rapporti tra regioni ed enti locali sono biente, la tutela dal rischio idrogeologico ». | basati sullo stesso principio di sussidiarietà Un settore rispetto al quale una definizione | che è alla base dei rapporti tra Stato e di « ambiente » come quella oggetto della | regioni. presente proposta di legge potrebbe avere | effetti rilevanti è quello dell’edilizia, in ri- | La questione definitoria del concetto di ferimento alla norma speciale in materia di | « ambiente » è stata già affrontata dal legi- permesso a costruire prevista dall’articolo | slatore, ma non in maniera conclusiva poi- 20, comma 8, del testo unico di cui al | ché sono state fornite molte definizioni decreto del Presidente della Repubblica 6 | legate a singoli profili o ambiti materiali giugno 2001, n. 380. La disposizione pre- | riconducibili all’ambiente. A tale riguardo vede un’ipotesi (speciale) di silenzio as- | si evidenzia che nel decreto del Presidente senso che, a differenza di quella generale | della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, ex articolo 20 della legge n.
616, ex articolo 20 della legge n. 241 del 1990, | l’ambiente, pur essendo connesso in parti- non trova il proprio limite nella mera cir- | colar modo alla sua dimensione urbanistico- costanza che il procedimento riguardi l’am- | territoriale, era individuabile secondo ulte- biente, ma esige che sussistano veri e pro- | riori componenti, quali la protezione delle pri « vincoli relativi all’assetto idrogeolo- | bellezze naturali, la protezione della na- gico, ambientali, paesaggistici o culturali ». | tura, le riserve e i parchi naturali, le acque, A ciò si aggiungano i diversi livelli di | l’igiene del suolo e l’inquinamento atmo- produzione normativa in materia ambien- | sferico, idrico, termico e acustico, compresi tale, che provocano altrettante discrasie | gli aspetti igienico-sanitari delle industrie applicative: 1) il livello europeo; 2) il livello | insalubri, l’igiene degli insediamenti urbani nazionale; 3) il livello regionale; 4) il livello | e delle collettività. Diversamente, il decreto locale. | legislativo 31 marzo 1998, n.
| legislativo 31 marzo 1998, n. 112, avente ad | oggetto il conferimento di funzioni e com- Il ruolo dell’Unione europea è fonda- | piti amministrativi dello Stato alle regioni e mentale in quanto funge da intermediaria | agli enti locali, in attuazione della legge 15 nell’ambito dei settori di interesse ambien- | marzo 1997 n. 59, pur non fornendo al- tale tra i quadri normativi nazionali, alle | cuna definizione nell’individuazione delle volte limitati, e il quadro internazionale, | funzioni da attribuire alle regioni e agli enti che è privo di concrete competenze istitu- | locali, comprende, sotto il medesimo titolo zionali da cui far scaturire azioni vinco- | III, le materie relative al territorio e all’ur- lanti. | banistica, alla protezione della natura e | dell’ambiente, alla tutela dell’ambiente da- Fino alla riforma approvata con la legge | gli inquinamenti e alla gestione dei rifiuti, costituzionale n. 3 del 2001, la Costitu- | alle risorse idriche e alla difesa del suolo, zione non conteneva alcuna disposizione | alle opere pubbliche, alla viabilità, ai tra- relativa all’ambiente.
In precedenza, il ri- | sporti e alla protezione civile, distinguen- lievo giuridico della materia era frutto del- | done i restrittivi ambiti di tutela. l’elaborazione interpretativa di alcuni arti- | | Un altro profilo su cui è necessario | concentrarsi riguarda l’applicazione della | -- Pagina 3 -- definizione di ambiente proposta, con le | arricchire la persona umana: spostando il definizioni di gran lunga deficitarie che | fulcro dal valore materiale del bene alla l’ordinamento offre, ancorché in via indi- | sua connessione con il progresso e il be- retta. Ci si riferisce, in particolare, alle | nessere che genera, si contempera la ma- insufficienti definizioni di ambiente per | trice venale-patrimoniale del bene con un l’applicazione pratica dei concetti di « im- | approccio utilitaristico-funzionale. In tal patti ambientali », di « danno ambientale » | senso, appare primario disancorare la sto- e di « informazione ambientale ».
| rica visione del bene, basata esclusiva- | mente sulla titolarità dello stesso e sulle In merito alle finalità definitorie, sia la | prerogative assolutistiche ed esclusive del Corte costituzionale che la dottrina hanno | proprietario uti dominus, per approcciare avanzato una pluralità di teorie. La prima | l’idea delle cosiddette « fasce di utilità » sembrerebbe ora orientata a riconoscere | dello stesso, consapevoli che le prerogative una visione unitaria al concetto di « am- | del proprietario e i relativi poteri ricono- biente », talvolta definito « valore costitu- | sciuti sul bene non esauriscono tutti i rap- zionalmente protetto » e « materia trasver- | porti esistenti, comprendenti le legittime sale » (sentenza n. 407 del 2002); talaltra | aspettative di fruizione e di accesso da bene giuridico « in senso unitario » (sen- | parte della collettività. tenza n. 378 del 2007). Anche la dottrina si | divide nella definizione di « ambiente » come | Fin dalla nuova definizione di « bene » valore unico o plurale.
Il pensiero preva- | proposta all’articolo 810 del codice civile, lente in dottrina e giurisprudenza, però, | incentrata non più sulla sua possibilità di riconduce la definizione di « ambiente » alla | essere oggetto di diritti ma sulla potenziale somma di più profili giuridicamente rile- | utilità derivante dallo stesso, si manifesta la vanti ma distinti; manca un centro di rife- | volontà di valorizzare la dimensione fun- rimento che sia portatore del relativo in- | zionale dei beni e la loro idoneità a mi- teresse e la nozione di « ambiente » ha solo | gliorare la dimensione personale degli in- valore descrittivo. | dividui. | In definitiva, manca un riferimento al- | Contestualmente, la nuova formulazione l’ambiente come una nozione giuridica au- | dello stesso articolo 810 formalizza la ri- tonoma e concreta ed è quindi compito del | levanza dei beni immateriali, adeguando la legislatore colmare questa lacuna.