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Chiesa di San Michele (Ortignano Raggiolo) La chiesa di San Michele è un edificio sacro che si trova a Raggiolo, nel comune di Ortignano Raggiolo. Descrizione e storia. La chiesa venne costruita su quello che restava del palazzo dei conti Guidi, costruito all'inizio del XIV secolo e distrutto nel 1440 dai fiorentini capitanati da Niccolò Piccinino. Nella prima metà del XVIII secolo l'edificio fu profondamente ristrutturato e nel 1735 fu eretto a pieve. L'iscrizione posta alla base del campanile che reca la data 1829 documenta forse un approfondito restauro. La facciata è a salienti, in pietra. Sul lato destro, tamponato sul paramento murario, si vede un antico portale gotico, pertinente probabilmente al distrutto palazzo dei Conti Guidi. Al di sopra, in una piccola nicchia, è lo stemma della fiorentina Arte della Lana e spiegabile col fatto che già alla metà del XIV secolo il castello di Raggiolo si era già assoggettato al dominio di Firenze. L'interno si presenta a tre navate (ma con la navata centrale molto più larga di quelle laterali) divise da quattro pilastri quadrati a finto marmo e coperto con volte a crociera. Vi sono conservate due pregevoli opere quattrocentesche, in stucco dipinto: la prima, all'interno di una teca collocata all'altare destro è un busto con il "Redentore", attribuito alla bottega di Andrea Ferrucci, stretto seguace del Verrocchio. In fondo alla navata destra è una "Madonna col Bambino", attribuita alla bottega di Donatello. Tra di esse, sopra una porta, è anche una tela con "San Michele Arcangelo e il drago", interessante e curiosa copia libera del dipinto con lo stesso soggetto dipinto da Antonio del Pollaiolo per la Compagnia di Sant'Angelo di Arezzo. Un'iscrizione in basso riporta la firma del pittore aretino Silvestro Pontenani ma purtroppo una data incompleta. Dietro l'altare maggiore, in una nicchia settecentesca di estrosa fantasia decorativa, è collocata una scultura lignea raffigurante "San Michele Arcangelo che calpesta il demonio", di alta qualità, riferibile forse al fiorentino Giovanni Nigetti e databile al secondo quarto del Seicento. All'altare sinistro è un piccolo dipinto con la "Madonna col Bambino", detto "delle Grazie", del primo Seicento, ed intorno ad esso una tempera con "Angeli in adorazione" eseguito da Gualtiero De Bacci Venuti nel 1908.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121062
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1,706,708,677.153002
Configurazione push-pull
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121064
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1,706,708,677.153024
Configurazione traente-spingente Come configurazione traente-spingente, o motori in tandem con eliche propulsive-trattive si intende un velivolo che combina una o più eliche traenti, con una o più eliche spingenti. La configurazione traente prevede le eliche montate davanti al motore, di modo che l'asse sia in trazione e il velivolo sia "tirato" attraverso l'aria, mentre la configurazione spingente prevede l'elica dietro al motore, con l'asse in compressione e l'aereo sia "spinto". Un primo esempio di un velivolo "in opposizione" è stato il bombardiere italiano Caproni Ca.31 usato dal Corpo Aeronautico durante la prima guerra mondiale, il quale montava sulle ali due motori dotati di eliche traenti sulle ali ed uno con elica spingente montata centralmente. Il più noto velivolo di produzione italiana resta tuttavia il Savoia-Marchetti S.55X, modello espressamente realizzato per la trasvolata atlantica, al comando dell'asso dell'aviazione Italo Balbo, effettuata il 28 marzo 1923 da 25 esemplari per commemorare il decennale dell'istituzione della Regia Aeronautica. La configurazione ad elica spingente ebbe il maggior, seppur limitato uso, durante la fase iniziale della prima guerra mondiale, al contrario la configurazione in opposizione ha continuato ad essere usata. Nel confronto con una tradizionale configurazione bimotore, avente le gondole posizionate sulle ali, sono due i principali vantaggi dovuti a questa soluzione. Il primo sta nel miglioramento della penetrazione aerodinamica, grazie al posizionamento dei due motori e relative eliche in un'unica gondola posizionata sulla linea centrale dell'apparecchio. Inoltre, in caso di guasto ad uno dei motori, il velivolo risulta più facile da pilotare poiché la spinta fornita dal motore restante è simmetrica. Al contrario, i convenzionali bimotori deviano la direzione del volo nel senso del motore non funzionante diventando incontrollabili al di sotto di una determinata velocità relativa, conosciuta come Vmc, che varia in funzione del tipo di velivolo. I disegni in opposizione convenzionali, quali il Cessna O-2 Skymaster ed Adam A500, hanno i motori montati sulla carlinga in modo che il piano orizzontale del velivolo, sospeso mediante le due travi di coda, sia posizionato dietro l'elica spingente. Diversamente, l'originale caccia Dornier Do 335 "Pfeil" in forza presso la Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale, aveva l'elica posteriore posizionata sulla parte terminale della fusoliera.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121067
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Chiesa di San Fedele
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121069
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Scuola di Mannheim La scuola di Mannheim è una scuola sinfonica che nasce a Mannheim, città tedesca, nel 1740. Questa scuola è stata a lungo ritenuta come unica realtà musicale alla quale si deve lo sviluppo di un certo gusto sinfonico, che culmina nel tardo Settecento e nel periodo romantico. Compositore di riferimento di questa scuola è Johann Stamitz. L'orchestra di questa scuola ottenne grande fama in tutta Europa e probabilmente non aveva eguali tra le coeve formazioni strumentali per bellezza delle proprie esecuzioni. Ne facevano parte dei virtuosi molto famosi. Tra questi vi erano anche musicisti francesi e italiani. Oltre ad essere famosa era anche composta da una grande compagine di strumentisti; alla sua nascita contava 48 esecutori, mentre nel 1778 (anno in cui si sciolse l'orchestra per trasferimento della corte palatina a Monaco di Baviera) arrivava fino a 90 esecutori. All'epoca orchestre così numerose si trovavano solo a Milano (dalle orchestre di circa 30 elementi, negli anni '20 del Settecento, alle orchestre di Giovanni Battista Sammartini che raggiunsero i 60 elementi attorno al 1750. Musicisti di rilievo della scuola di Mannheim:
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1,706,708,677.153114
P.23
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Chevrolet Captiva La Chevrolet Captiva è un SUV di Segmento D, prodotto dall'ex costruttore coreano Daewoo e commercializzata in tutto il mondo col marchio Chevrolet in seguito all'acquisizione di Daewoo da parte di General Motors dal 2006 al 2018. Il contesto. La sua linea è mutuata dal prototipo "Chevrolet S3X", presentato nel 2004, nell'ultima fase dell'acquisizione del produttore coreano da parte di GM. Tuttavia in Corea è stata commercializzata col marchio Daewoo fino al 2011 col nome di Daewoo Winstorm, anno in cui, oltre all'arrivo del restyling, il marchio Daewoo, in Corea, viene sostituito con il marchio globale Chevrolet. Viene anche commercializzata dalla consociata australiana di GM Holden come Holden Captiva. La Captiva è equipaggiata con 2 unità a benzina e una a gasolio. Le due benzina sono un 4 cilindri in linea di 2405 cm³ in grado di sviluppare 136 CV, e un 6 cilindri a V di 3195 cm³ in grado di sviluppare 227 CV. Il Diesel prima del restyling è progettato in partnership con la italiana VM Motori, ma prodotto in Sud Corea ed è un 4 cilindri in linea di 1991 cm³, capace di 150 CV. Questo motore è stato utilizzato in quanto Captiva e Opel Antara sono prodotte in Russia, perciò non avrebbero potuto utilizzare il 4 cilindri 1910 cm³ Fiat-GM poiché tale motore, secondo gli accordi, poteva essere utilizzato per auto realizzate nella Comunità Europea. Dopo il restyling del 2011 il Suv è stato dotato del nuovo 2,2 Diesel di 2231 cm³ nelle versioni da 163 CV e 350 Nm di coppia o 184 CV e 400 Nm sviluppato dalla GM Powetrain di Torino, derivazione del motore VM a sua volta modificato con una cilindrata pari a 1998 cm³ con 163 CV e 360 Nm di coppia che, però, non viene più utilizzato. La Captiva è disponibile in varianti a 5 e 7 posti, e a 2 o 4 ruote motrici e condivide l'intera scocca, tutta la meccanica, parte della carrozzeria e degli interni, con la Opel Antara, che viene fabbricata nella stessa catena di montaggio di San Pietroburgo (Russia). Per scelta commerciale dell'importatore la versione benzina da 2,4L è disponibile nella sola variante a 5 posti, mentre la versione a 2 ruote motrici non è disponibile. Nel 2007 è stata sottoposta al crash test dell'Euro NCAP totalizzando il risultato di 4 stelle. Nel 2010 insieme alla Opel Antara viene sottoposta a un restyling. La commercializzazione in Europa termina nel 2015 a causa dell'eliminazione del marchio Chevrolet in Europa (tranne Camaro e Corvette). Nel 2015 viene presentato al salone di Dubai un restyling che introduce nuova calandra e nuovo impianto multimediale. I motori vengono omologati Euro 6 e viene introdotto il Diesel 2.0 litri CDTI di origine Fiat prodotto da Opel in Germania. Il 2.0 litri CDTI sostituisce il vecchio 2.2 Diesel VM. Questa versione viene venduta in Asia, Russia, Australia e Sud America. Il motore 3,2 litri V6 viene pensionato. Motorizzazioni. In questa tabella sono inserite tutte le motorizzazioni per la Captiva disponibili nell'Italia.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121075
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It (casa discografica) La It è stata una casa discografica italiana, nata nel 1969. Storia. Dopo le svariate esperienze discografiche prima come direttore artistico della RCA Italiana e della Ricordi, poi come cofondatore della Parade, nel 1970 Vincenzo Micocci decise di fondare questa nuova casa discografica, dopo aver preso degli accordi con Ennio Melis, in maniera tale che la RCA distribuisse i dischi della It: l'accordo prevedeva che, qualora lo ritenesse opportuno, la casa madre avrebbe portuto rilevare il contratto e il catalogo degli artisti giudicati più promettenti. La sede della nuova etichetta discografica venne stabilita a Roma, in via Guido Banti 46, mentre la sede legale in via Cagliari 13. Per la registrazione dei dischi Micocci si accordò con Edoardo Vianello, conosciuto durante il periodo alla RCA, che nello stesso anno aperì una sua etichetta discografica, l'Apollo, con uno studio di registrazione di sua proprietà, chiamato Studio 38, dove verranno registrati svariati dischi pubblicati dalla It. Dopo aver fondato la It, Vincenzo Micocci, in collaborazione con Gianni Marchetti, diede vita alla Mark Tre, etichetta anch'essa distribuita dalla RCA Italiana, con l'obiettivo di scoprire e lanciare nuovi talenti. Fra gli artisti che incisero per la Mark Tre ricordiamo il gruppo di rock progressivo The Pennies e la cantante Rosalba Archilletti, con cui l'etichetta partecipò, nel 1970 alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con Giallo giallo autunno. L'etichetta divenne presto il trampolino di lancio per i nuovi giovani cantautori, in particolar modo quelli della cosiddetta scuola romana: la It mise sotto contratto tra il 1970 e il 1971 alcuni giovani sconosciuti come Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Giorgio Lo Cascio, Rosalino Cellamare (suo è il primo disco pubblicato dalla It, quella "Pa' diglielo a ma' " con cui partecipa al Festival di Sanremo 1970), e in molti casi la RCA rilevò il contratto e ristampò i dischi, a volte con differenze grafiche (è il caso, per esempio, di "Theorius Campus" di Francesco De Gregori e Antonello Venditti, di "L'orso bruno" di Venditti o di "Alice non lo sa" di De Gregori). Coadiuvato dal direttore della promozione Michele Mondella (che in seguito passerà anche lui alla RCA), Micocci espanse il settore di azione della sua etichetta discografica al jazz, suo antico amore, pubblicando i dischi del sassofonista Mario Schiano, al rock progressivo, con la pubblicazione dei dischi dei Pierrot Lunaire e dell'opera rock "Eliogabalo", scritta dal torinese Emilio Lo Curcio, ma anche alle canzoni cantate da attori come Nino Manfredi (uno dei più grandi successi di vendita è la versione di "Tanto pe' cantà " di Ettore Petrolini eseguita dall'attore castrese) o Laura Betti, o a giovani interpreti come Fiorella Mannoia. Non tralasciò, però, la canzone d'autore, e tra i nomi nuovi scoperti vi furono Rino Gaetano, Enzo Carella, Gianni Togni, Sergio Caputo, Grazia Di Michele e, negli anni '80, Amedeo Minghi, Mario Castelnuovo e Paola Turci. A partire dalla seconda metà degli anni '80 affianca alla conduzione dell'azienda i figli Stefano e Francesco. Nel 1987 la BMG rileva la RCA internazionale e, quindi, anche la RCA Italiana: decide quindi di non rinnovare più gli accordi con la It. La famiglia Micocci cercò quindi nuovi partner, e li individuò nel gruppo Virgin, etichetta discografica inglese nata nel 1973 che decise alla fine degli anni ottanta di entrare nel mercato italiano con una propria filiale. Il tipo di accordo ricalcava quello di vent'anni prima con la RCA, ma mancavano, in quel periodo, i nomi di successo come erano stati anni prima Venditti e De Gregori: nei primi anni '90 Micocci tentò il lancio di giovani cantautori come Marco Conidi e Enrico Sognato, o di cantanti come Francesca Schiavo, ma i risultati non furono pari al passato. Alla fine degli anni '90, con il distacco dalla Virgin, venne modificata la ragione sociale in "Micocci Dischitalia Editori"; tra i nuovi artisti messi sotto contratto negli ultimi anni vi fu Joe Barbieri. Dischi. La datazione qui riportata si basa sull'etichetta del disco o sulla copertina; qualora nessuno di questi elementi abbia una datazione, è basata sulla numerazione del catalogo; talora è, infine, basata sul codice della matrice di stampa. Se esistenti, sono riportati, oltre all'anno, il mese e il giorno (quest'ultimo dato si trova, a volte, stampato sul vinile). Con il passaggio alla distribuzione della Virgin Dischi il numero di catalogo dei 45 giri adotta il prefisso VIN, tipico di quest'ultima etichetta, e quello dei 33 giri diventa ITV. Q DISC. I Q Disc sono stati una serie di emissioni lanciate dalla RCA Italiana (e quindi anche dalle etichette satelliti, come la IT) che racchiudevano 4 canzoni in un 33 giri; dopo quattro anni questo supporto smise di essere prodotto.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121082
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1,706,708,677.153202
Opel Antara L'Opel Antara è un'autovettura di tipo SUV di dimensioni medie, prodotta dal dicembre 2006 alla fine del 2015 dalla casa automobilistica tedesca Opel. Profilo e contesto. La Opel Antara è stata commercializzata in parte con lo scopo di coprire il vuoto lasciato dalla scomparsa della Opel Frontera, fuoristrada di casa Opel per oltre un decennio, ma in realtà con l'intento di tornare nel settore dei veicoli fuoristrada, anche se attraverso nuove vie. Come la sua antenata, anche la Opel Antara un progetto sviluppato insieme ad un altro marchio appartenente alla famiglia General Motors: in questo caso la Daewoo Motors. La Frontera, però, sebbene considerata come un SUV, era in realtà molto più vicina ad un fuoristrada vero, mentre l'Antara, oltre ad essere più affine al concetto di SUV, presenta anche caratteristiche tipiche dei crossover. La sua linea è mutuata dal prototipo "Opel Antara GTC", presentata nel settembre 2005 mentre la versione di produzione condivide l'intera scocca, tutta la meccanica, la piattaforma di base, parte della carrozzeria e degli interni, con la Chevrolet Captiva, già in commercio anche in Italia da qualche mese prima del lancio della stessa Antara e nata dall'evoluzione del suddetto prototipo. Con la Captiva, l'Antara condivide anche il luogo dove viene assemblata, ossia la catena di montaggio in Corea del Sud della Daewoo. Rispetto alla Captiva, l'Antara presenta alcune differenze: innanzitutto i suoi allestimenti sono più curati della sorella statunitense, in modo da collocarla sul mercato un gradino più in alto. Inoltre l'Antara è prevista solo a 5 posti, mentre la Captiva ne può offrire anche 7. Inoltre, è stato rivisto lo schema delle sospensioni, che risultano leggermente più rigide nel modello tedesco. Essendo disponibile unicamente a 5 posti, l'Antara ha dalla sua un'ottima capacità di carico. È pensata infatti per il tempo libero e a conferma di ciò viene anche dotata del dispositivo "Flex Fix", ossia un portabiciclette estraibile dalla parte posteriore, appena sotto la battuta del portellone. Motori. La Antara è equipaggiata con 2 unità a benzina e una a gasolio. Le due benzina sono un 4 cilindri in linea di 2405 cm³ in grado di sviluppare 136 CV, e un 6 cilindri a V di 3195 cm³ in grado di sviluppare 227 CV. Il diesel è prodotto dalla italiana VM Motori, ed è un 4 cilindri in linea di 1991 cm³, con tecnologia common rail e capace di 150 CV.Nel 2010, la Antara 2.0 CDTI viene proposta anche con trazione sul solo avantreno (versioni 2WD) e con motorizzazioni diesel da 2,2 litri con due livelli di potenza 163 CV e 184 CV entrambe abbinabili alla trazione 4x4 ed al cambio automatico a 6 rapporti. Restyling 2010. Alla fine del 2010 arriva un moderato restyling. Esteticamente vengono aggiornati i gruppi ottici, la calandra e il paraurti anteriore. Adesso anche l'Antara dispone del nuovo badge Opel. All'interno invece è stata modificata la consolle centrale, con più spazio di archiviazione e materiali migliori. Dal punto di vista delle motorizzazioni viene cancellato il V6 da 3.2 litri, mentre esordisce un nuovo 4 cilindri da 2.4 litri, che va a rimpiazzare il vecchio, rispetto al quale differisce per l'alimentazione ad iniezione diretta e il basamento stavolta realizzato in alluminio, e che arriva ad erogare una potenza massima di 167 CV contro i precedenti 140. In diversi mercati d'oltreoceano, però, questo motore viene proposto con potenza innalzata a 182 CV. Sul fronte dei diesel, invece, il vecchio 2 litri di origine VM viene sostituito da una nuova unità prodotta dalla GM Korea, questa volta da 2.2 litri, e più precisamente da 2231 cm³. Tale motore viene proposto in due livelli di potenza, da 163 e da 184 CV. Alla fine del 2014, in alcuni mercati, il 2.2 litri diesel viene sostituito in entrambe le sue varianti di potenza da un nuovo 2 litri da 1956 cm³ con potenza intermedia di 170 CV. Nei mercati dove non era previsto, si continua a proporre il 2.2 litri CDTI. La produzione della "Antara" cessa un anno dopo, alla fine del 2015, ma le ultime consegne avvengono durante tutta la prima metà del 2016 per smaltire le scorte giacenti: in questo periodo la "Antara" rimane regolarmente in listino. L'interesse del pubblico verso questo modello, che nel frattempo andò scemando, fece in modo che gli ultimi esemplari venissero consegnati solo nei primi mesi del 2017. Per questo l'Antara è uscita dai listini solo nella primavera del 2017. Riepilogo caratteristiche. Di seguito sono elencate le motorizzazioni previste per il mercato italiano dell'Antara: L'Antara nel mondo. La Opel Antara, come tutte le Opel, è commercializzata nel solo Gran Bretagna con il marchio Vauxhall, lasciandone il nome immutato. La versione Vauxhall presenta la tipica calandra a V, unica differenza con la sorella tedesca. È commercializzata inoltre in Oceania come Holden Captiva MaXX e dopo il restyling come Holden Captiva 5. La versione europea della Chevrolet Captiva viene commercializzata come Holden Captiva e dopo il restyling come Holden Captiva 7. In suddetto mercato la Antara è la versione sportiva e lussuosa della Captiva, come sottolineava il suffisso MaXX. Anche dopo la fine della produzione della Antara la produzione della Captiva 7 è proseguita con il nome originale, ossia Holden Captiva. Ed ancora, negli Stati Uniti, l'Antara viene commercializzata sia come Chevrolet Captiva Sport, sia come Saturn VUE, sia ancora come GMC Terrain. Nel continente nordamericano, la gamma motori è differente, poiché il 2.4 a benzina esiste sempre, ma in tre livelli di potenza (169, 172 e 182 CV), dei quali quello intermedio è previsto per una versione ibrida assente invece in Europa; tra le altre motorizzazioni previste negli USA e in Canada vi sono anche tre motori V6, rispettivamente da 3, 3.5 e 3.6 litri. Mancano invece le motorizzazioni diesel. Invece in Corea del Sud dove viene anche assemblata, l'Antara viene commercializzata come Daewoo Winstorm MaXX ed infine in Medio Oriente dal 2008 al 2010 come GMC Terrain.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121083
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1,706,708,677.153271
Fernanda Lessa Biografia. È nata a Rio de Janeiro nel 1977. Top model di professione, ha iniziato la carriera nella sua città natale e poi si è trasferita a New York nel 1996. Per sei anni ha sfilato sia per il pret-a-portèr a New York, Milano e Parigi, che per l'haute-couture di Parigi e Roma. È apparsa in tutto il mondo sulle copertine dei mensili "Vogue", "Marie Claire", "Elle", "GQ", "Maxim". È diventata famosa in Italia per diversi spot e campagne pubblicitarie, in particolare la campagna Telecom Italia con Christian Vieri e Valentino Rossi, ma anche per Armani, L'Oréal, Swatch, Campari, Alfa Romeo, Samsung, Revlon, Victoria's Secret e Fina. Negli anni duemila lavora nella televisione italiana partecipando ad alcuni programmi televisivi. Nel 2002 affianca Paolo Bonolis nella conduzione di "Moda Mare a Porto Cervo" e Piero Chiambretti in quella degli "Italian Music Awards". Nel 2003 le viene affidata la conduzione del programma televisivo "Oltremoda" su Rai 1. Il 4 maggio 2004 conduce per una sera assieme ad Alena Šeredová e Natasha Stefanenko "le Iene" su Italia 1. Nell'autunno del 2006 partecipa come concorrente alla quarta edizione del reality show di "L'isola dei famosi", venendo eliminata nel corso della seconda puntata con il 56% dei voti. Parallelamente, nel 2004 fa il suo esordio come DJ all'Heineken Jammin Festival e negli anni successivi esporta il suo DJ set a Miami, Ibiza, Parigi, San Paolo e in tutta Italia, e pubblica alcune compilation. Dopo vari anni di assenza dalle scene pubbliche per problemi di tossicodipendenza e alcolismo, in cui è apparsa solo saltuariamente come ospite in alcune trasmissioni televisive, nel 2019 torna in televisione. Dall'8 gennaio 2020 prende parte come concorrente alla quarta edizione del "Grande Fratello VIP", condotto da Alfonso Signorini su Canale 5, venendo eliminata nel corso della diciottesima puntata al televoto Vita privata. Nel 2001 ha partorito un bambino, morto dopo pochi giorni per una malformazione cardiaca. È stata compagna di Boosta, tastierista dei Subsonica, con cui ha avuto due figlie. Dal 14 aprile 2017 è sposata con Luca Zocchi, imprenditore.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121084
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1,706,708,677.153327
Daimler-Benz DB 603 Il Daimler-Benz DB 603 era un motore aeronautico 12 cilindri a V rovesciata raffreddato a liquido, prodotto dall'azienda tedesca Daimler-Benz AG ed impiegato nel periodo durante la seconda guerra mondiale. Era frutto di un potenziamento del DB 601, che e sua volta era il risultato dello sviluppo del DB 600. Il DB 603 equipaggiò un gran numero di aeroplani in dotazione principalmente alla Luftwaffe tra i quali il Do 217, Do 335, He 219, Me 410 e il Ta 152C. Uso automobilistico. È interessante notare che l'automobile da record di velocità Mercedes T80, progettata dall'ingegnere aeronautico Josef Mickl su incarico di Ferdinand Porsche e pilotata dal tedesco Hans Stuck, era motorizzata con il terzo prototipo del DB 603. Era alimentata con alcool puro e possedeva una potenza di quasi 4000 PS; abbastanza, si credeva, per portare la T80 fino a 800 km/h sull'autostrada di Dessau nel gennaio 1940 durante il RekordWoche (settimana dei record di velocità). Ma, a causa dello scoppio della guerra nel settembre 1939, il T80 (soprannominata Schwarz Vogel/uccello nero) non ha mai corso. Il motore di DB 603 venne rimosso dal veicolo per essere utilizzato su velivoli da caccia. Versioni. Prototipi ed altre versioni. Dati forniti dal costruttore. Potenza (max) indica potenza in emergenza e al decollo (5-min), potenza di combattimento indica potenza di combattimento e di salita (30-min), continua indica senza limiti di tempo.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121089
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1,706,708,677.153367
Teslascope
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121092
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1,706,708,677.153388
Parade (casa discografica) La Parade è stata un'etichetta discografica italiana, attiva tra il 1966 e il 1970. Storia. Dopo l'esperienza discografica come direttore artistico della RCA Italiana, per qualche anno Vincenzo Micocci aveva ricoperto lo stesso ruolo presso Dischi Ricordi, trasferendosi a Milano. Decise però di ritornare a Roma, e nella primavera del 1966 si dimise da direttore artistico della Ricordi per dedicarsi a un nuovo progetto discografico. Il nuovo progetto di Micocci fu da un lato, quello di continuare la ricerca di nuovi talenti, e dall'altro quello di diffondere discograficamente le grandi colonne sonore del cinema italiano di quegli anni, mettendosi in proprio. Contattò quindi alcuni personaggi del mondo musicale conosciuti negli anni precedenti e, con Ennio Morricone, Nico Fidenco e il paroliere Carlo Rossi fondò una nuova casa discografica, la "Parade", con sede nel quartiere romano dei Parioli in viale Bruno Buozzi 3, appoggiandosi per la distribuzione alla Decca; l'etichetta assunse come primo arrangiatore il pianista Gianni Dell'Orso. Uno dei primi 45 giri pubblicati fu quello di un giovane cantautore napoletano, segnalato a Micocci da Elisabetta Ponti (che si occupava per l'etichetta dell'ascolto delle nuove proposte), Edoardo Bennato; in particolare Micocci fu colpito dalla canzone "Era solo un sogno", e provò a contattare Bobby Solo per proporgliela ma, dopo il diniego dell'artista romano, il disco fu pubblicato dalla Parade nell'incisione del suo autore. L'attività continuò negli anni successivi e tra gli artisti scoperti vi furono Nancy Cuomo (a cui Fidenco e Micocci suggerirono il nome d'arte), il gruppo napoletano degli Alunni del Sole, i Calipop (che incisero una reinterpretazione in italiano di "Let's spend the night together" dei Rolling Stones) e i Chetro & Co. di Ettore De Carolis, uno dei primi gruppi psichedelici italiani. Per la Parade incisero inoltre artisti già affermati come: Donatella Moretti, Fausto Cigliano, Jula de Palma, Louiselle (moglie del paroliere Carlo Rossi) e altri. La casa discografica si caratterizzava anche per il cospicuo numero di colonne sonore pubblicate, scritte da grandi musicisti come Bruno Nicolai, Armando Trovajoli, Luis Bacalov e lo stesso Ennio Morricone. All'inizio del 1970 la casa discografica chiuse. Secondo lo stesso Micocci, la Parade era rappresentata da un avvocato che sarebbe stato affetto da ludopatia e avrebbe sottratto denaro, per cui i soci decisero la chiusura dell'azienda. Carlo Rossi fondo di lì a poco la Erre Records, e Micocci la It, proseguendo ognuno per la sua strada, collaborando spesso tra loro. Dischi. La datazione qui riportata si basa sull'etichetta del disco o sulla copertina; qualora nessuno di questi elementi abbia una datazione, è basata sulla numerazione del catalogo; talora è, infine, basata sul codice della matrice di stampa. Se esistenti, sono riportati, oltre all'anno, il mese e il giorno (quest'ultimo dato si trova, a volte, stampato sul vinile).
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121095
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1,706,708,677.153419
Sempre (Gabriella Ferri) Sempre è il settimo album di Gabriella Ferri, il sesto pubblicato dalla RCA, nel maggio 1973. Gli arrangiamenti sono dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis e di Flavio Bocci, tranne che per la canzone "Sempre", arrangiata dal maestro Franco Pisano. Come i precedenti, anche quest'album recupera alcune canzoni della tradizione napoletana (come "Lacreme napulitane" e " 'a casciaforte") e della tradizione romanesca (come la celebre "Pe' lungotevere"), affiancandole ad altre più moderne, tra cui la title track, "Sempre", con testo di Mario Castellacci, che fu pubblicata su 45 giri ottenendo un notevole successo, essendo anche la sigla di "Dove sta Zazà", trasmissione televisiva condotta dalla stessa cantante. Di particolare importanza è anche "Il valzer della toppa", un testo scritto da Pier Paolo Pasolini su una musica scritta dal maestro Piero Umiliani, e già incisa da Laura Betti. "Sette par de scarpe... e vado scarzo" e "Tutti al mare" sono unite in un'unica traccia. Il disco è stato registrato negli studi della RCA sulla via Tiburtina, il tecnico del suono è Sergio Patucchi. La versione originale aveva la copertina apribile. All'interno una fotografia di Dino Jarach, raffigurante la Ferri truccata da clown. Il disco è stato ristampato in CD nel 2001.
https://it.wikipedia.org/wiki?curid=1121116
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Aida degli alberi Aida degli alberi è un film d'animazione italiano del 2001, diretto da Guido Manuli, terzo lungometraggio realizzato dallo studio Lanterna Magica. La trama è liberamente tratta dall'opera lirica "Aida" di Antonio Ghislanzoni musicata da Giuseppe Verdi. È il primo lungometraggio di animazione italiano che ha utilizzato per la sua realizzazione tecniche 3D in sequenze complete. La colonna sonora del film è di Ennio Morricone. Trama. Il regno di Arborea è guidato dal re Amonastro, il quale ha un'unica figlia, Aida, una giovane principessa guerriera forte, bella, coraggiosa e intraprendente. Gli abitanti vivono in pace in abitazioni di legno sugli alberi e la loro vita scorre tranquilla, finché un giorno una spedizione di soldati provenienti dal regno di Petra attaccano il regno, abbattendone gli alberi e rapendo Goa, l'animale domestico della principessa Aida. Goa viene donata ad Amneris, la figlia del re di Petra Diaspron, che insieme all'amico Radames, abitante di Petra e figlio del generale Moud, lo alleva finché non partorisce un figlio a cui viene dato il nome di Gig. Nel frattempo al tempio di Petra, il malefico sacerdote Ramfis si rivolge al malvagio dio della guerra Satam (dalla forma di Mušḫuššu) illustrandogli un piano architettato per sbarazzarsi del sovrano e prendere il suo posto facendo sposare la principessa Amneris con suo figlio Kak (golosone con la passione per il cibo e lo scarso interesse per il potere). Il piano è però inagibile in quanto Amneris è innamorata di Radames. Satam conferisce quindi al sacerdote nuovi poteri per permettergli di raggiungere il suo scopo. Per sbarazzarsi di Radames, il sacerdote fa apparire in sogno al sovrano un orribile mostro, instillando nel re la convinzione che l'unico in grado di sconfiggerlo sia proprio Radames. Il giovane parte così per l'impresa, accompagnato da Ramfis e da Kak, nonché da Goa, giungendo in una giungla che si rivela essere il regno di Arborea, dove Ramfis fa in modo che Radames vi si perda. In groppa a Goa, il giovane si imbatte per caso nella principessa Aida, che lo attacca, ma si ferma improvvisamente proprio mentre lui sta per colpirla. Preoccupata per la sua amica, ritrovata dopo molto tempo, Goa attira l'attenzione di alcune guardie di Arborea che danno l'allarme, costringendo i tre a scappare. Nel frattempo, Ramfis porta a Petra la carcassa del mostro, fatta realizzare apposta per l'occasione, dichiarando che Radames è scomparso, e spinge Kak negli alloggi di Amneris, che ovviamente lo caccia in malo modo disperata per la scomparsa dell'amato. Ad Arborea, Radames viene attaccato dalle guardie, guidate da re Amonastro, costringendo il giovane a prendere la principessa in ostaggio e a gettarsi in un fiume, dove vengono inghiottiti da una cascata. Mentre Aida e Goa riescono a salvarsi, Radames rischia di affogare; Aida lo salva, ma egli contrae una febbre a causa dello sforzo, al che Aida lo assiste e lo cura. Mentre i due si conoscono, confrontandosi sui differenti usi dei lori popoli, l'esercito di Arborea, desideroso di vendicare la scomparsa di Aida per mano di Radames, attacca un manipolo di guardie di Petra accampate nel deserto, dei quali un sopravvissuto porta notizia in patria, scatenando le premesse per una guerra tra i due regni. Aida e Radames vengono presto presi e catturati dai soldati di Petra, che li conducono nel loro regno. Mentre Aida viene ridotta in schiavitù e costretta a servire i capricci della principessa Amneris, Radames deve accompagnare l'esercito di Petra, guidato dal padre Moud, che parte per combattere gli Arborei. La battaglia termina con la vittoria di Petra, e tra i molti prigionieri Arborei catturati vi è anche re Amonastro (il quale rimane prudente nel non rivelare la sua identità). Mentre Ramfis assume uno stilista che conferisca a Kak l'aspetto di un vero principe, nella speranza che questi conquisti il cuore di Amneris, quest'ultima comincia a provare simpatia per i goffi modi del ragazzo. Il vittorioso ritorno dell'esercito di Petra viene accolto da re Diaspron, il quale annuncia il matrimonio di Radames con sua figlia Amneris. Il giovane chiede che i prigionieri vengano liberati, e il sovrano accetta e dichiara che la liberazione si terrà il giorno del matrimonio. Adirato per questa prospettiva, Ramfis chiede consiglio a Satam, che gli fornisce una lettera falsamente attribuita a Radames da consegnare ad Aida. Ramfis ipnotizza il figlio Kak così da recapitare i messaggi tra i due giovani, affinché si convincano a scappare insieme. Finalmente deciso ad abbandonare Petra in nome dell'amore per Aida, Radames libera Amonastro, rimanendo però ignaro che questi sia il re di Arborea, ma viene catturato da un manipolo di guardie guidate da Ramfis. Amonastro raggiunge Arborea in groppa a Goa, mentre la giovane Aida decide di rimanere a Petra. Allora Radames viene accusato di tradimento da Ramfis, che rivela la vera identità di Amonastro, e il giovane viene per questo condannato ingiustamente a morte dal re. Pur di salvare Radames, Aida sacrifica il suo amore per lui chiedendo ad Amneris di sposarlo, anche se la principessa è ancora adirata per il gesto dell'amato. Diaspron concede la mano di sua figlia a Kak, che sarà quindi destinato a divenire il prossimo re di Petra secondo i piani di Ramfis. Attraverso una fessura del tempio, Aida e Kak vengono però a conoscenza del piano di Ramfis e decidono di fermarlo. Mentre l'esercito di Arborea si dirige in guerra, Satam promette a Ramfis la vittoria e il potere su Petra, in cambio però del sacrificio di una vittima, Radames. Amneris visita Radames in cella per convincerlo a sposarla salvandolo così dalla condanna, ma il ragazzo rifiuta per amore di Aida. Ramfis raggiunge successivamente Radames, lo incanta e lo conduce all'interno del corpo di Satam, ma Aida lo insegue, affronta il terribile ed infido sacerdote e lo sconfigge. Ancora all'interno del corpo di Satam, Aida, Radames e Kak devono ora affrontare la furia della divinità che li trasporta in un'altra dimensione, ponendoli di fronte ad un orribile mostro. Radames ingaggia uno scontro con la creatura e la ferisce, ma questa danneggia la roccia sulla quale si trovano i tre, costringendo Kak a sostenerla. Mentre il crudele Satam cerca di convincere i tre ragazzi a inchinarsi al male, Kak invita i due giovani a baciarsi e ad esprimere il loro amore come antidoto all'odio. I due si baciano e il loro amore sconfigge il mostro di Satam, provocando un violento terremoto che genera un fiume che separa gli eserciti di Petra e di Arborea, i quali erano proprio sul punto di scontrarsi. Satam muore e il suo tempio viene distrutto, mentre i tre ragazzi tornano a casa. Amneris si fidanza con Kak, del quale è ormai innamorata, mentre Aida e Radames, insieme agli abitanti di Petra e di Arborea, inaugurano insieme un nuovo periodo di splendore nella nuova Petra, ora ricca di una rigogliosa vegetazione proprio come Arborea. Il doppiaggio. Il doppiaggio è stato realizzato per Lanterna Magica dalla cooperativa ODS di Torino. Ciro Imparato ha scritto i dialoghi ed è stato assistente al doppiaggio e, insieme con Lucia Valenti, ha effettuato il casting fino alla scelta finale dei doppiatori. Lucia Valenti ha aiutato Guido Manuli nella direzione del doppiaggio, cui hanno preso parte sia doppiatori tipici della zona sia ospiti d'eccezione come Enzo Iacchetti e Massimo Lopez.
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Giovanni Pietro Bellori Conosciuto anche come "Gian Pietro Bellori" o "Giovan Pietro Bellori", fu uno dei biografi più importanti degli artisti del Barocco Italiano nel XVII secolo. Storico dell'arte, viene da molti considerato, assieme a Filippo Baldinucci, l'equivalente di epoca barocca di Giorgio Vasari. Biografia. Nacque a Roma nel 1613. Era figlio adottivo dell'antiquario, collezionista e scrittore Francesco Angeloni, proprietario di una vera e propria casa-museo in cui il Bellori crebbe e conobbe l'arte grazie alla frequentazione di moltissime personalità illustri dell'epoca che vi venivano ospitate, come artisti del calibro del Domenichino, Nicolas Poussin, Andrea Sacchi, ed importanti eruditi e scrittori tra cui Vincenzo Giustiniani e Giovanni Battista Agucchi, che però vide soltanto quando aveva solo 10 anni, dato che l'Agucchi andò Nunzio a Venezia nel 1623 e non tornò più a Roma. Si iscrisse in tenera età all'Accademia Nazionale di San Luca, dove poi svolse anche incarichi di rilievo, ma ben presto comprese che la sua inclinazione era quella di scrivere di arte più che di praticarla in prima persona. Nominato erede dall'Angeloni al momento della sua morte, ebbe così una tranquillità economica che gli permise di dedicarsi esclusivamente agli studi. Non si sposò né intraprese, come pure avrebbe potuto, la carriera ecclesiastica. La terza domenica di maggio del 1664, Bellori lesse presso l'Accademia romana di San Luca la celeberrima prolusione "L'idea del pittore, dello scultore e dell'architetto", vero e proprio manifesto teorico dell'estetica classicista. In essa (d'accordo coi postulati classicisti che nella letteratura artistica rinascimentale si trovavano sanciti, sotto l'egida ciceroniana, nei trattati di Leon Battista Alberti o nella lettera di Raffaello a Baldassarre Castiglione), antico e moderno, arte e natura venivano chiamati a cooperare equilibratamente in nome di quella selettiva idealizzazione che costituiva l'auspicato traguardo della creazione artistica. Quella stessa conferenza divenne nel 1672 la prefazione della sua più importante pubblicazione che raccoglieva al suo interno le biografie di dodici dei più famosi artisti del Seicento: "Le vite de' pittori, scultori et architetti moderni", pubblicate sotto gli auspici della neonata Accademia di Francia a Roma (Bellori fu anche in stretti rapporti epistolari con molti intellettuali francesi). Il punto di partenza della sua riscoperta della bellezza ideale è sicuramente riconducibile all'arte di Raffaello e alla filosofia di Platone. Le teorie del filosofo greco vengono metabolizzate dal Bellori e rielaborate sotto una nuova veste: se per i platonici l'arte non era altro che un'imitazione di quello che era il sublime mondo delle idee già insito all'interno della mente dell'artista esecutore dell'opera d'arte, per Bellori questo concetto si evolve ulteriormente mettendo in primo piano il ruolo fondamentale della Natura. Secondo il critico le idee non sono presenti a priori nella mente umana ma vengono ispirate grazie alla contemplazione della Natura. Cercando di recuperare l'equilibrio rinascimentale, Bellori teorizza un'Idea che «originata dalla natura supera l'origine e fassi originale dell'arte». Non è altro che il metodo seguito dal pittore greco Zeusi per conformare la bellezza di Elena, superando qualsiasi bellezza naturale: per dipingere una bella donna se ne devono vedere diverse, che sian tutte belle; ma, in assenza di belle donne, occorre saper vedere la bellezza in sé, saltando la fase dell'induzione e passando direttamente a quella astrattiva. Così Guido Reni – narra Bellori – dipingeva la bellezza non quale si offriva agli occhi, ma quale la vedeva nell'idea, poiché in natura le cose non possono mai essere perfette. Per Bellori, dunque, l'arte raffigura gli uomini non quali sono, ma quali dovrebbero essere, sicché mentre l'imitazione riproduce le cose empiriche, l'arte ci fa vedere con l'occhio intelligibile le cose che ancora non si vedono. In sintonia con questi principî, Bellori dà una precisa definizione della bellezza classica, asserendo che essa non è altro che «quella che fa le cose come sono nella loro propria e perfetta natura, la quale gli ottimi pittori si eleggono contemplando la forma di ciascuno»: tale bellezza è dunque «la perfetta cognizione della cosa cominciata sulla natura», cioè iniziata induttivamente e conclusa per via astrattiva. «Le idee belloriane attraversano gli scritti di Winckelmann, dai "Gedanken" (1755) alla "Geschichte" (1764), fino ai "Monumenti Antichi inediti" (1767).» John Dryden tradusse le parti più significative dell"Idea" nel "Parallel between Painting and Poetry", premesso alla traduzione da lui curata del poema latino "De arte graphica" di Charles Alphonse Du Fresnoy (1695). Attraverso Shaftesbury e Reynolds le idee di Bellori ebbero largo seguito nel mondo accademico inglese, e attraverso Winckelmann, si diffusero in tutte le accademie in Europa tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. Tra gli artisti suoi contemporanei, Bellori apprezzò particolarmente l'opera di Guido Reni, di Nicolas Poussin - di cui fu amico personale - di Andrea Sacchi, del suo pupillo Maratta e soprattutto di Annibale Carracci, artista preso come esempio del suo concetto di bellezza ideale, in contrapposizione all'arte di Caravaggio, accusato da lui di copiare meccanicamente la realtà senza il fondamentale utilizzo dell'intelletto. La bellezza secondo il critico si raggiungeva infatti contemplando sì la Natura, ma successivamente rielaborandola tramite le idee sviluppatesi dopo la contemplazione di quest'ultima. Vasari e Leon Battista Alberti, furono tra gli scrittori più apprezzati dal Bellori; in effetti le "Vite" furono iniziate con l'intento di riallacciarsi al Vasari, la cui seconda edizione era del 1568, ripercorrendone la profondità storica e la visione d'insieme, in continuazione e sostituzione delle "Vite" di Giovanni Baglione (1640), che Bellori considerò una sorta di compilazione che non distingueva tra veri artisti e mediocri artigiani. Come Vasari egli riteneva il "disegno" l'elemento fondamentale di tutta l'arte che stava alla base sia della scultura che della pittura. Insieme al disegno era importante per il Bellori la "prudenza" dell'artista con la quale fare una serie di scelte e di prove prima di ottenere un risultato finale. Il traguardo della bellezza veniva quindi raggiunto attraverso una serie di tappe ponderate in cui l'artista ispirato dalla natura trovava il suo percorso che lo portava ad eseguire l'opera finale. Bellori nella sua vita ebbe anche degli importanti incarichi, fu curatore ed antiquario delle collezioni di papa Clemente X. Nel 1671, divenne segretario dell'Accademia di San Luca ed infine bibliotecario ed antiquario della regina Cristina di Svezia. Nel campo archeologico è degna di nota la pubblicazione, che egli fece insieme con l'incisore romano Pietro Santi Bartoli, "Admiranda romanarum antiquitatum ac veteris sculpturae vestigia" (Roma 1693). Con la collaborazione di Bartoli, Bellori realizzò anche numerosi volumi di riproduzioni commentate di pitture e monumenti romani. Obiettivo finale dell'impresa, era quello di compilare e pubblicare un corpus completo di copie di tutti i dipinti romani conosciuti all'epoca: un progetto in sintonia con lo spirito del Museo Cartaceo di Cassiano dal Pozzo. Entrambi morirono prima che tutte le incisioni potessero essere pubblicate, ma il lavoro di Pietro fu continuato da suo figlio Francesco, mentre a Bellori successe come dotto commentatore il francese Michel-Ange de la Chausse. Il primo dei volumi pubblicati fu una descrizione della Tomba dei Nasoni, recentemente scoperta sulla Via Flaminia: "Le pitture antiche del sepolcro de' Nasonii" (1680 e più volte riedito). Seguì, dopo la morte di Bellori, la pubblicazione de "Gli antichi sepolcri. . ." (1697), realizzata pochi anni prima della morte di Bartoli (ristampe nel 1727 e nel 1768). Le illustrazioni della Tomba dei Nasoni furono ripubblicate, insieme a quelle di altre pitture antiche, da Francesco Bartoli e Michel-Ange de la Chausse, con il titolo "Le pitture antiche delle grotte di Roma e del sepolcro de' Nasonij", 1706 (ne fu realizzata anche una traduzione latina, "Picturae antiquae cryptarum Romanarum", più volte riedita). Nel Settecento le pubblicazioni antiquarie di Bellori e Bartoli furono sfruttate a piene mani soprattutto da Bernard de Montfaucon, e in seguito dallo stesso Winckelmann. Bellori morì nel 1696 a Roma, rimpianto dagli intellettuali di tutta Europa, e fu sepolto nella chiesa di Sant'Isidoro.
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Giovan Pietro Bellori
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Gian Pietro Bellori
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Ponpoko, le battaglie dei tanuki moderni
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Vanvitelli (metropolitana di Napoli) Vanvitelli è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli. Strutture ed impianti. Costruita secondo i progetti di Michele Capobianco, fu aperta nel 1993 ed è stata sottoposta un radicale restauro, grazie al quale lo scalo divenne parte del circuito delle stazioni dell'arte, diretto dall'architetto Capobianco e da suo figlio Lorenzo con consulenze artistiche di Achille Bonito Oliva. Le uscite sono poste ai quattro angoli di piazza Vanvitelli e in via Cimarosa. Inoltre, è presente un sottopassaggio d'interscambio che porta dalla stazione direttamente alle funicolari di Chiaia e Centrale. Il corridoio che porta alla funicolare Centrale è dotato di marciapiedi mobili. La stazione è dotata di asta di manovra essendo stata capolinea provvisorio alla prima apertura del 1993. Nel 2004 è stato effettuato un restauro ad opera di Michele e Lorenzo Capobianco, in seguito al quale la stazione è entrata a far parte delle "stazioni dell'arte". Nell'atrio si trova un'installazione di Giulio Paolini, consistente in un grande masso che sembra infrangere il recinto trasparente che lo imprigiona. I corridoi laterali sono adornati da una lunga striscia di Vettor Pisani e da fotografie delle architetture della città di Napoli di Gabriele Basilico e Olivo Barbieri. Nel mezzanino si trova un'opera di Mario Merz, rappresentante la successione di Fibonacci, che prosegue sulla parete verticale di fondo con raffigurazioni di animali preistorici. Alle pareti laterali delle scale mobili di salita sono presenti due stelle in acciaio di Gilberto Zorio. Nell'incrocio tra le scale che portano alle due banchine sono raffigurati otto cilindri, opera di Gregorio Botta. Sulle banchine sono presenti due grandi mosaici di Isabella Ducrot. Servizi. La stazione dispone di:
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Giovanni Bellori
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Pietro Bellori
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John Ford (drammaturgo) Vita. Nato verosimilmente a Ilsington (Devon): è noto il suo atto di battesimo avvenuto il 17 aprile 1586. Non si sa molto sull'infanzia e sulla gioventù di Ford. Figlio di un magistrato, anch'egli di nome John Ford, era nipote del giurista John Popham, fratello della madre Elizabeth Popham. Ha frequentato probabilmente le scuole primarie a Londra e successivamente ha studiato giurisprudenza all'Università di Oxford. Esordì nelle lettere scrivendo componimenti poetici d'occasione e un trattato filosofico ("The Line of Life"); il talento si manifestò tuttavia quando si dedicò al teatro collaborando con Thomas Dekker, John Webster e William Rowley a varie commedie e drammi, per esempio "La strega di Edmonton". Scrisse poi due masques ("Il favorito del sole" e "Fantasie caste e nobili"), ma il suo genio si espresse soprattutto nella tragedia. Alcuni dei suoi drammi sono andati perduti, ma quelli rimasti sono sufficienti a fargli dare un posto di rilievo fra i drammaturghi dell'età elisabettiana. I suoi drammi —ambientati spesso in Italia e in Grecia— fanno pensare spesso alla Tragedia greca: nessun uomo può sottrarsi all'inesorabilità del Fato, che si può eventualmente sopportare da forti. Non è noto con precisione l'anno della morte. Si suppone sia morto verosimilmente all'età di 50 anni.
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Paolo Cavara Biografia. La sua attività come documentarista ebbe inizio negli anni cinquanta, quando ancora studiava architettura presso l'Università degli Studi di Firenze. La professione scaturì dall'attività parallela di pescatore e operatore subacqueo ed ebbe un primo riconoscimento pubblico con la spedizione pionieristica all'isola di Ceylon nel 1951, condotta assieme a Carlo Gregoretti e Franco Prosperi. In seguito riuscì a confezionare circa quaranta documentari realizzati al seguito di spedizioni scientifiche o in proprio. Dal 1957 fu collaboratore alla regia di Giorgio Moser per la prima serie televisiva nazionale di documentari "La nostra terra e l'acqua" (tra gli altri: "Il ragazzo del risciò", "Bali", "Il pastore e la ballerina", "20.000 chilometri") e suo corrispondente in Indonesia e alle Maldive. In quello stesso periodo fece anche qualche esperienza come aiuto regista di lungometraggi per registi statunitensi (quali John Huston e Henry Hathaway), fra i quali "Timbuctu", "La contessa scalza", e "La Maja desnuda" del 1958 di Henry Koster. Agli inizi degli anni sessanta entrò in contatto con Angelo Rizzoli per il quale realizzò come autore e regista, con Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi "Mondo cane" (1962) e "La donna nel mondo" (1963). In origine si trattava di un unico film che fu poi diviso in due, a causa dell'enorme materiale da lui realizzato. "Mondo cane" fu considerato il primo documentario shock e fece in breve tempo il giro del mondo. Tra le cose migliori da lui concepite e realizzate si ricordano le scene parigine, le modelle di Yves Klein dipinte di blu, le catacombe con i frati cappuccini, la caccia ai pescecani. Si specializzò così nei documentari scandalistici e provocatori di notevole successo in quegli anni, ma fu anche preveggente nel capire la deriva verso il "trash" del genere "mondo" dettato da esigenze sempre più commerciali. Compì la mossa giusta proseguendo la sua attività senza più collaboratori al suo fianco, che abbandonò di sua spontanea volontà, e decidendo di dedicarsi a un cinema più personale e qualificato, ma sempre all'insegna della continuità stilistica. Dopo alcune scene non accreditate realizzate per "Mondo cane 2" seguirono così "I malamondo" (1964), una indagine sui giovani ribelli nell'epoca del boom economico (più film inchiesta che mondo movie), e nel 1967 "L'occhio selvaggio", opera in gran parte autobiografica, soprattutto per quanto concerneva la critica ai metodi usati fino ad allora per girare i documentari shock di forte presa sul pubblico (alla sceneggiatura hanno partecipato Tonino Guerra e Alberto Moravia); film affascinante sull'ambiguità che accomuna reporter, realtà e macchina da presa, e alta espressione di metacinema. Ebbe una candidatura al Festival di Mosca (con grande successo di pubblico) e vinse al contempo il Festival di Atlanta. Il film seguente "La cattura" (1969) affronta il tema dell'amore negato già presente a margine del film precedente, ed è una parabola sull'assurdità della guerra con interpreti David McCallum e Nicoletta Machiavelli. Il film partecipò alla XXX Mostra del Cinema di Venezia. Negli anni successivi, dopo aver curato la regia della seconda unità di "Le avventure di Gerard" di Jerzy Skolimowski, Cavara si dedicò a film più commerciali, di molto successo, sia di pubblico che di critica, soprattutto con due film gialli, "La tarantola dal ventre nero" del 1971 e "E tanta paura", del 1976. Il primo ricalcava i canoni argentiani pur movimentando le scene in stile documentaristico. Il secondo (con l'apporto di Bernardino Zapponi al soggetto e alla sceneggiatura) usciva dai suddetti canoni adottando un'ottica critica e grottesca del tutto inusuale. Dopo un western picaresco incentrato sul tema dell'amicizia, "Los amigos" (1973) (con Anthony Quinn e Franco Nero), più attento alle psicologie dei personaggi e ai tempi lunghi del cinema statunitense che alle "routiniere" scene d'azione dello spaghetti italiano, Cavara diresse Turi Ferro in "Virilità" (1974) e "Il lumacone" (1975): commedia dai toni grotteschi (più sulla scia di Germi che del Samperi di "Malizia"), il primo; personale esperimento poetico il secondo (lavorato a quattro mani con Ruggero Maccari). A partire dalla seconda metà degli anni settanta Cavara iniziò un rapporto continuativo con la Rai che proseguì fino al 1982 (in precedenza nel 1973 aveva firmato per l'azienda pubblica una serie di 7 documentari dal titolo "L'uomo e la natura, Il delta del Danubio"). Dopo altri servizi firmati per la rubrica "Gulliver" di Brando Giordani ed Emilio Ravel, diresse "Atsalut pader" (1979) ("Ti saluto Padre"), sulla vita di Padre Lino da Parma: antico progetto maturato in seguito alla frequente lettura delle opere di Hans Küng. Il film, sceneggiato con Lucia Drudi Demby e il critico Enzo Ungari, lo porta ad affrontare il tema della carità evangelica dotandosi di un interprete sensibile e particolarmente ispirato come Gianni Cavina. Di tutt'altro registro "La locandiera" (1980) che si mantiene fedele al testo goldoniano, pur puntando sulla ridicola misoginia e sulla comicità. Negli ultimi anni Cavara lavorò soprattutto per la televisione, come regista e sceneggiatore (con Lucia Demby e Roberto Lerici) di "Fregoli" (1981) (con Gigi Proietti) e "Sarto per signora" (1980) (con Alberto Lionello e Maria Rosaria Omaggio). Tra gli altri suoi lavori si ricordano il soggetto di "Così come sei" (1977) per la regia di Alberto Lattuada e il significativo apporto di ideazione e di scrittura (con la Demby ed Enrico Medioli) al televisivo "La bella Otero" (1982). Regista intrepido ed intelligentemente provocatorio, Cavara ha saputo muoversi con efficacia sul piano dell'eclettismo (dal cinema d'autore alla commedia, dal documentario al thriller, al cinema per la tv) pur mantenendo intatto il suo stile e la sua personalità, e una propensione nella descrizione di personaggi anomali e in controtendenza.
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Ti regalerò una rosa Ti regalerò una rosa è una canzone di Simone Cristicchi, vincitrice del Festival di Sanremo 2007. Descrizione. La canzone è caratterizzata da strofe recitate in stile pop rap inframmezzate da un ritornello cantato. Il testo consiste in una lunga lettera che Antonio, un uomo con problemi psichiatrici (dice di credere di parlare con il Diavolo), scrive alla sua amata Margherita dalle buie celle del manicomio dove è chiuso, del quale anche lei è stata ospite per qualche tempo. Da tale lettera si apprende che anche in quell'ambiente tetro e disperato è riuscito a sbocciare un amore e che Antonio, nonostante il trattamento disumano che da sempre, per il fatto di essere malati mentali, viene riservato a lui e a chi è nella sua stessa condizione, non ha mai dimenticato quei pochi momenti nei quali il provare un sentimento d'amore era l'unica cosa che gli consentiva di sentirsi vivo, umano. Per liberarsi di tanto dolore e ritrovare l'illusione di una libertà inesistente, ad Antonio non resta che stupire ancora una volta la sua Margherita, con un ultimo volo. La genesi della canzone ha avuto inizio nella cittadina di Girifalco, in Calabria, dove sorge un imponente manicomio, dal quale Cristicchi rimase molto colpito, decidendo di realizzare un viaggio per visitare gli ospedali psichiatrici italiani, durante il quale sono state realizzate le riprese del documentario "Dall'altra parte del cancello." Il cantautore ha quindi tratto l'ispirazione per il testo di "Ti regalerò una rosa" proprio dalle sconvolgenti vicende che gli sono state riferite dai pazienti degli istituti di salute mentale da lui visitati in tale occasione. Il brano è stato presentato nella sezione Campioni del 57º Festival di Sanremo ed ha avuto un grande successo, classificandosi al primo posto della competizione musicale e vincendo anche il Premio della Critica "Mia Martini" ed il Premio Sala Stampa Radio-Tv; è stato poi incluso nell'album di Cristicchi uscito sempre nel 2007, intitolato anch'esso "Dall'altra parte del cancello." Video musicale. Il video è stato diretto da Alberto Puliafito, con la fotografia di Gianni Giannelli e il montaggio di Fulvio Nebbia e Michela Sessa. Nel video Cristicchi si aggira tra le fatiscenti mura di alcuni istituti neurologici in disuso realmente esistenti, fra cui quello di Cogoleto, in provincia di Genova, e quello di Quarto dei Mille nella stessa Genova. Il videoclip ha vinto il Premio Videoclip Italiano 2007 nella categoria "Artista Uomo".
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Pensa (singolo) Pensa è un brano musicale composto e interpretato da Fabrizio Moro, vincitore del Festival di Sanremo 2007 nella sezione Giovani. Il testo, secondo quanto ha dichiarato il cantante, è stato scritto d'istinto, subito dopo la visione di un film sulla vita di Paolo Borsellino. Si tratta di un invito alla riflessione, contro ogni forma di violenza e contro la mafia. Il brano. Il singolo della canzone (molto trasmesso dalle radio) ha raggiunto i vertici della classifica di vendita italiana e ha trascinato anche le vendite dell'album omonimo. Nel 2020 partecipa al concorso radiofonico "I Love My Radio", a cui hanno preso parte in totale 45 canzoni. Video. Nel video, girato dal regista Marco Risi, compare parte del cast dei film "Mery per sempre" e "Ragazzi fuori" e anche Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, che ha deciso di partecipare alle riprese dopo aver letto il testo della canzone.
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Rivotril
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Tunnel Hsuehshan Il tunnel Hsuehshan (cinese tradizionale: 雪山隧道; pinyin: Xuěshān Suìdào; Wade-Giles: Hsueh-shan Sui-tao) o "galleria del Monte innevato", con i suoi  m è la più lunga galleria di Taiwan, situata sull'autostrada taiwanese no. 5 Taipei-Yilan, e aperta al traffico il 16 giugno 2006. La strada collega la città di Taipei alla contea nordorientale di Yilan (Ilan), riducendo il tempo di viaggio da due ore ad appena mezz'ora. Uno degli scopi principali per i quali è stata costruita la galleria, era di collegare la costa occidentale di Taiwan, dove vive il 95% della popolazione, alla costa orientale, e quindi di porre un freno allo sviluppo squilibrato dell'isola. Il tunnel è costituito da una galleria pilota e due gallerie principali, una per il traffico in direzione est e l'altra per quello verso ovest. La lunghezza totale è di  m, rendendo il tunnel Hsuehsan la più lunga galleria stradale dell'est asiatico e la quinta galleria stradale al mondo. Costruzione. Durante i lavori di scavo, gli ingegneri hanno incontrato situazioni geologiche difficili, come roccia fratturata e forti infiltrazioni d'acqua, che hanno causato ritardi importanti. Una delle tre TBM nel tubo verso ovest è stata sommersa da un collasso del terreno. Per accelerare i lavori di scavo è stato predisposto un attacco intermedio supplementare in corrispondenza del posto di scambio numero 2 (sotto il pozzo di ventilazione numero 2). Lungo il tracciato della galleria vi sono sei faglie principali, numerose zone fratturate e falda artesiana. Per questo, dei collassi del tunnel con conseguente allagamento si sono verificati periodicamente durante la costruzione. Complessivamente 25 persone hanno perso la vita durante i 15 anni dei lavori di costruzione. Traffico. Transitando attraverso il tunnel Hsuehshan i veicoli non possono superare il limite di velocità di 70 km/h. In caso contrario il conducente è passibile di una multa variante tra  TWD (94 US$) e  TWD. . Di regola la velocità minima è di 50 km/h. I veicoli normalmente devono mantenere una distanza minima di 50 m. Anche quando la velocità è inferiore a 20 km/h a causa del traffico congestionato, occorre mantenere una distanza di 20 m . Doppie linee di sicurezza vietano il cambio di corsia. Delle videocamere di sorveglianza automatizzate sorvegliano i veicoli che superano i limiti di velocità, non mantengono la distanza di sicurezza o cambiano corsia. Inizialmente era prevista la tolleranza zero per chi superasse i limiti di velocità, multando anche chi dovesse viaggiare a 71 km/h. Dopo diverse controversie, a partire dal 16 settembre 2006 è stata introdotta una tolleranza di 10 km/h, rinunciando a sanzionare automaticamente velocità fino a 80 km/h. Il tunnel Hsuehshan trasmette un programma radio dedicato agli automobilisti su due frequenze FM all'interno della galleria. Gli automobilisti possono ascoltare annunci riguardanti la galleria, regole per la guida all'interno del tunnel e musica.
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Patrizia Rossetti Dopo aver esordito in televisione presentando il Festival di Sanremo 1982 al fianco di Claudio Cecchetto, è passata alle reti private, diventando per diversi anni il volto simbolo di Rete 4, grazie alla conduzione di programmi contenitori, destinati principalmente ad un pubblico femminile, che componevano lo scheletro del palinsesto dell'emittente, raccordando tra loro le numerose telenovelas e soap opera al tempo trasmesse dal canale. In seguito ad un cambio di linea editoriale di Rete 4, il suo ruolo televisivo è stato notevolmente ridimensionato pur non scomparendo mai dal piccolo schermo. Nel corso della sua carriera si è cimentata anche come cantante, attrice per alcuni film per la televisione e speaker radiofonica. Biografia. Nasce a Montaione, piccolo paese sulle colline tra Firenze e Pisa. Carriera televisiva. Dopo una breve esperienza come conduttrice del telegiornale di Antenna 5 (emittente televisiva locale della Toscana), esordisce sulla televisione nazionale nel 1981, vincendo il concorso "Una valletta per Sanremo" all'interno della trasmissione "Domenica in" che le permette di presentare il Festival di Sanremo 1982 insieme a Claudio Cecchetto. Nello stesso anno conduce, sempre sulle reti Rai, il programma di annunci "Prossimamente - Programmi per sette sere" ed i programmi musicali Festival di Castrocaro e Festival di Pesaro, entrambi trasmessi da Rai 1. Sempre in quell'anno conduce, assieme a Memo Remigi, anche la kermesse "Miss Italia", allora trasmessa su Canale 5. Nel 1983 debutta su Rete 4 (all'epoca di proprietà della Mondadori e non ancora facente parte del gruppo Fininvest) come valletta del quiz "Un milione al secondo" condotto da Pippo Baudo. Dalla stagione 1984/1985 sempre su Rete 4 (nel frattempo acquisita da Silvio Berlusconi) presenta "Campo aperto", un programma di agricoltura ed ecologia sulla falsariga di "Linea Verde". Conduce la trasmissione anche nella stagione successiva. Sempre su Rete 4 nella stagione 1987/1988 ricopre il ruolo di inviata per il quiz pomeridiano "C'est la vie" condotto da Umberto Smaila. Nel 1987, lavora anche ad Italia 1 dove affianca Paolo Villaggio nel varietà di prima serata "Che piacere averti qui", sempre nello stesso canale presenta alcuni programmi sportivi come "A tutto campo" e "Calcio d'estate". Nella stagione 1988-1989 passa brevemente a TeleCapodistria dove presenta "Donna Kopertina", un programma sportivo al femminile. La grande popolarità arriva nell'autunno 1989 quando, tornata a Rete 4, inizia a condurre il programma quotidiano "Buon pomeriggio", trasmissione in onda dal lunedì al venerdì ed in seguito anche alla domenica, dedicata alle soap opera e alle telenovelas trasmesse dal canale in quegli anni che occupava tutta la fascia pomeridiana dell'emittente, che la Rossetti presenta con successo fino al 1993, conducendone anche gli spin-off "Buon pomeriggio serata speciale" e "Buon pomeriggio Festival". La sera del 31 dicembre 1991 conduce in prima serata su Rete 4 il veglione di capodanno "4 salti nel '92". Nei primi mesi del 1992 prende parte ad una parodia musicale della telenovela "La donna del mistero" intitolata "La vera storia della donna del mistero", programma sulla falsariga del celebre varietà Rai "Biblioteca di Studio Uno", assieme a Sandra Milo ed i Ricchi e Poveri trasmesso in prima serata sempre su Rete 4 e nell'autunno dello stesso anno interpreta inoltre il personaggio di Suor Sorriso proprio nella seconda stagione de "La donna del mistero" con Luisa Kuliok e Jorge Martínez trasmessa sempre da Rete 4 in prima serata. Nello stesso periodo conduce inoltre sempre per Rete 4 lo speciale "Holidays on ice" e la kermesse "Il più bello d'Italia" (corrispettivo maschile di "Miss Italia"). Sempre nel 1992 conduce sulla stessa rete, durante la stagione estiva, anche il varietà di prima serata "Bellezze al bagno", in coppia con Giorgio Mastrota. Dal settembre 1992 oltre "Buon pomeriggio", presenta anche il varietà-contenitore di mezzogiorno "A casa nostra", condotto inizialmente in solitaria ed in seguito, dal gennaio 1993, in coppia con Giorgio Mastrota ed anch'esso incentrato, come "Buon pomeriggio", sulle soap opera e le telenovelas trasmesse da Rete 4 in quel periodo. Di quest'ultima trasmissione la Rossetti presenta anche gli spin-off "Domenica a casa nostra", "Vacanze di Natale a casa nostra", "Gran Capodanno a casa nostra" e "Domenica a casa nostra - La crociera dell'amore". Nell'autunno 1993 i programmi "Buon pomeriggio" e "A casa nostra" vengono fusi, assieme all'analogo contenitore mattutino "Buongiorno amica", nel programma "Buona giornata" condotto sempre dalla Rossetti dal settembre 1993 al luglio 1996. La trasmissione, anch'essa in onda dal lunedì al venerdì, occupa tutto il day-time di Rete 4: inizia intorno alle 7 del mattino e si conclude inizialmente alle 16:45, per poi essere allungato nella seconda edizione fino alle 18:05, con il solo intermezzo delle due edizioni diurne del TG4. Anche di questo programma la Rossetti ne presenterà diverse puntate speciali, trasmesse in prima serata. Grazie a tutti questi programmi, Patrizia Rossetti è stata, per tutta la prima metà degli anni novanta, il volto-simbolo del terzo canale televisivo del gruppo Mediaset (allora chiamato ancora Fininvest), all'epoca diretto da Michele Franceschelli e rivolto al pubblico delle casalinghe; la Rossetti infatti appariva in video per più di 10 ore al giorno, 6 giorni alla settimana per 11 mesi all'anno. A partire dall'autunno del 1996 in seguito al cambio di linea editoriale di Rete 4 voluto da Vittorio Giovanelli (nominato direttore di rete pochi mesi prima), la presenza in video della Rossetti è repentinamente e drasticamente diminuita fin quasi ad annullarsi del tutto, limitandosi ad apparire come conduttrice delle televendite trasmesse sulle reti Mediaset e di alcune trasmissioni minori. Dal 1996 al 1998 conduce "Casa per casa", una rubrica settimanale dedicata al mondo della casa, in onda su Rete 4 il sabato mattina. Nel 1997 conduce su Rete 4 lo speciale "Buon compleanno Sentieri", trasmissione dedicata ai 60 anni di messa in onda della soap opera statunitense "Sentieri", e recita nei film TV "Oltre il destino" e "Passerà il freddo" di Daniele Sangiorgi, entrambi in onda su Rete 4 nel pomeriggio domenicale. Nel 1998 recita inoltre in un piccolo ruolo in un episodio della fiction "La dottoressa Giò", sempre trasmesso su Rete 4, con protagonista Barbara D'Urso. Nella stagione 1997-1998 approda su Italia 7 dove conduce il varietà "Fantastica". Nella stagione successiva su Rete 4 presenta "Sabato 4", contenitore settimanale di attualità e gossip, trasmesso il sabato mattina. Nel 2000 sempre su Rete 4 conduce lo speciale-remake "Telenovelas che emozione!", in cui assieme a vari personaggi famosi, rievocò e narrò la storia di tutti i più famosi serial sudamericani di successo trasmessi in passato dalla rete, proprio all'interno delle varie trasmissioni-contenitore di cui era stata la padrona di casa indiscussa. Da febbraio 2001, ha condotto, per brevi periodi ed alternata ad altre conduttrici, il programma di medicina "Vivere meglio", in onda sempre su Rete 4 nella fascia mattutina, accanto al professor Fabrizio Trecca. Nella primavera 2005 ha preso parte come concorrente alla seconda edizione del reality show "La fattoria" condotto da Barbara D'Urso su Canale 5, classificandosi terza con il 10% dei voti. Dal 2011 torna in TV come conduttrice di 3 Channel, e nella stagione 2012-2013 presenta due programmi di carattere culinario: "Pane amore & fantasia..." e "Colto e mangiato" (di quest'ultima trasmissione conduce nel 2013 anche lo spin-off "Colto e mangiato - L'Italia dell'olio") trasmessi dal canale Alice. Nella stagione 2015-2016 è una degli ospiti fissi del programma domenicale di Rai 2 "Quelli che il calcio" condotto da Nicola Savino. Nell'autunno 2018 partecipa come concorrente, in coppia con Maria Teresa Ruta, con cui forma la squadra de "Le signore della TV", all'adventure-game di Rai 2 "Pechino Express", risultando vincitrice dell'edizione; aveva già preso parte al programma nel 2016, insieme a Cesare Cadeo, in una "televendita" che le coppie in gara dovevano replicare. Nella stagione 2021-2022 ha fatto parte del cast del programma "Detto fatto", in qualità di opinionista ricorrente. Nell'autunno 2022 prende parte come concorrente alla settima edizione del "Grande Fratello Vip", condotto da Alfonso Signorini, decidendo poi di ritirarsi dalla gara per motivi personali all'inizio del 2023. Partecipa in seguito ad una puntata del programma di TV8, "Celebrity Chef", sfidando l'amica Emanuela Folliero. Carriera teatrale. La sua carriera come attrice in teatro inizia dal 2001, quando con Enrico Beruschi, porta sulle scene due commedie: prima "..ora è possibile spegnere il computer" e poi "La famiglia Martinelli". Nel 2003 è protagonista con Ric e Gian della commedia "Un pigiama per sei" di Marc Camoletti, e nel 2006 di "Comunque vada sarà un successo", sempre con i due comici, con testi di Dino Verde. Nella stagione 2009/2010 è co-produttrice e protagonista femminile della commedia moderna "Chi ha detto che gli uomini preferiscono le bionde?" di Rosario Galli con Enrico Beruschi. Nel 2011 è in tournée con Gigi Sammarchi, Vera Castagna e Marco Vaccaila con la commedia "Toccata & Fuga" di Derek Benfield. Carriera radiofonica. Dal 1994 al 2003 ha condotto "Amichevolmente Vostra... Patrizia", rubrica quotidiana di 30 minuti nella tarda mattinata della programmazione di Radio Italia. Carriera musicale. La carriera di cantante inizia nel 1992 con l'incisione delle sigle dei programmi "Buon pomeriggio" e "A casa nostra", a cui segue l'anno successivo quella del programma "Buona giornata"; nel 1994 esce l'album "Le più belle sigle dei teleromanzi di Retequattro", che comprende oltre le sigle di alcune telenovelas, anche brani da lei interpretati, tra cui "Micaela", utilizzato come sigla per l'omonima telenovela. Nel 1997 incide la sigla del programma "Casa per casa" e nel 1998 incide una raccolta di brani dei suoi cantanti preferiti intitolata "CD personale". Tutti i suoi dischi furono incisi per l'etichetta RTI Music. Nel 2003 ha inoltre duettato con Nilla Pizzi nella canzone "Due gocce d'acqua", contenuto all'interno dell'album della cantante emiliana "Insieme si canta meglio". Vita privata. Patrizia Rossetti è stata sposata con Rudy Londoni dal 2012 al 2019; si erano conosciuti nel 2006. Si professa cattolica.
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Klonopin
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Sapìa Salvani Biografia. Citata nel tredicesimo canto, era moglie di Ghinibaldo Saracini, signore di Castiglionalto presso Monteriggioni, e zia paterna di Provenzano Salvani. Forse per odio politico contro il nipote, a capo della fazione ghibellina di Siena, fu invidiosissima dei suoi concittadini: per tale motivo, quando ebbe luogo la battaglia di Colle tra Siena e la guelfa Firenze (nella quale morì lo stesso Provenzano Salvani), desiderò che la sua città fosse sconfitta e si rallegrò della strage avvenuta. Così Dante fa raccontare a Sapia l'episodio di cui fu protagonista nel XIII del Purgatorio: Sapìa fu però anche donna caritatevole, come dimostra la fondazione da parte sua nel 1274 (dopo la morte del marito, era già vedova nel 1269) di un ospizio per i pellegrini, detto di Santa Maria; situato ai piedi di Castiglioncello, presso la via Francigena, venne in seguito ceduto alla Repubblica di Siena, a beneficio del maggiore ospedale della città. Marco Santagata sottolinea che Sapia è in Dante "uno dei tanti personaggi femminili che veicolano messaggi politici", ma oltre a questa caratterizzazione Sapia resta impressa nella mente come "donna in preda a una patologia che ne ha condizionato la vita intera. Il fatto che l'unico episodio che essa racconta a dimostrazione della propria "follia" risalga alla vecchiaia" [...] non dà solo la misura di quanto fosse radicato quel vizio-peccato, ma lascia anche intendere come esso abbia dominato la vita passata, quasi fosse una dipendenza, una sorta di impulso coatto.". La caratterizzazione del personaggio in questo senso prosegue anche nella sua condizione di anima purgante, che conclude il suo dialogo con Dante con una predizione sarcastica nei confronti dei suoi concittadini. Essi, infatti, predice Sapìa, non vedranno mai decollare il porto di Talamone, nella cui funzionalità come porto commerciale avevano riposto vane speranze, delusione di cui la donna sembra godere. Sapìa, secondo la tradizione, morì uccisa a Colle di Val d'Elsa da un sicario senese in via delle Volte, alle spalle di Palazzo Luci.
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Sapia Salvani
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Bealera Bealera è un termine regionale diffusosi soprattutto nel nord-ovest Italia e nella Sardegna settentrionale, che sta ad indicare un piccolo canale, naturale o artificiale, che trasporta dell'acqua, di solito utilizzata per l'irrigazione agricola (quindi posto ai lati dei terreni coltivati), oppure per produrre della forza motrice; in quest'ultimo caso, vengo usate, ad esempio, per alimentare piccoli mulini, opifici o altri impianti idraulici. In termini strettamente idraulici, la bealera si differenziava sia dal "rio", in quanto quest'ultimo poteva essere soltanto naturale, sia dal "canale", in quanto quest'ultimo costituito da pareti fortificate, ad es. da cemento o da pietra. In tempi più recenti tuttavia, i termini sono diventati spesso tutti sinonimi. L'idronimo deriverebbe dall'antico celto-ligure "beda", ovvero "fosso", e quindi "bedale", ovvero "torrente scavato, infossato". Il termine poi, è ancor oggi utilizzato in Piemonte, con la variazione in bialera. Durante l'alto medioevo furono innumerevoli le bealere costruite per l'irrigazione agricola in tutta questa regione, in special modo per la coltivazione del riso verso la Pianura Padana del Piemonte orientale, che furono poi alimentate dal canale artificiale Cavour a partire dal XIX secolo. Non meno note furono le bealere costruite vicino i vari centri urbani piemontesi, sia per alimentare le allora cascine e fattorie a ridosso e dentro gli stessi centri urbani prima, sia per impianti industriali dopo. Purtroppo, tutto il sistema idrico, soprattutto nel nord-ovest-Italia, soffre da alcuni recenti anni di una cronica siccità metereologica che desta varie preoccupazioni sulla portata di tutti i fiumi, torrenti, canali e relative bealere. Le bealere di Asti. In particolare, in Piemonte sono storicamente famose le bealere della città di Asti, che costeggiavano le mura meridionali fungendo da fortificazione naturale ed alimentazione per le attività artigianali-industriali per almeno cinque secoli. Già nel 1227, un documento parla di un "beale civitas astensis" o canale artificiale della città che servito dall'acqua del torrente Borbore, alimentava mulini ed officine artigiane. Il canale, da porta Torre (rione Santa Caterina), costeggiava la città a sud per sfociare nel rio Valbrenta all'imbocco dell'attuale piazza Libertà. Nel XIII secolo, la bealera prevedeva quattro "installazioni". Ogni installazione era costituita da un mulino, un abbeveratoio, un lavatoio ed altri dispositivi meccanici utilizzati principalmente nel settore tessile (follatoi, battitoi, gualchere, etc...). Le quattro installazioni erano in corrispondenza di porta Torre, porta San Giuliano, porta San Martino, porta San Paolo. Nel XIV secolo, secondo l'abate Filippo Malabaila, le officine tessili superavano le 800 unità. Luigi d'Orleans,diventato signore di Asti, con lo scopo di regolamentare e controllare i redditi derivanti dai molini, costruì una nuova bealera. Questa, alimentata dal torrente Triversa, al contrario del canale duecentesco che costeggiava le mura dei rioni, partiva da porta San Antonio e si dirigeva molto più a sud, costeggiando la seconda cerchia di mura (quella dei borghi), raggiungendo il castello della cittadella viscontea; nel XVII secolo la bealera tornò ad essere alimentata dal Borbore. Luigi d'Orleans, per la costruzione del nuovo canale, si avvalse della metà del finanziamento delle famiglie nobili astigiane che costituirono una vera e propria "società per azioni" con quote in qualsiasi momento cedibili o riscattabili. Questa società, sorta nel 1397, venne denominata "Società del molleggio" , visto che ricavava gli utili dai luoghi del molleggio (i molini per l'appunto). Nel 1416, in un momento di difficoltà economica del governo Orleanese, il duca fu costretto a cedere le proprie quote alla società, che dai 16 soci iniziali allargò la sottoscrizione a 116 nuovi "azionisti"; la società si trasformò nell'età moderna in "Reverenda Compagnia del Molleggio" ed ebbe vita fino alla metà del XX secolo.
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Bismalite La bismalite è un corpo intrusivo, generalmente subsuperficiale, di forma intermedia fra laccolite e dicco, perché piega e taglia le rocce sovrastanti. Il termine "Bismalith" è stato coniato dal petrografo Joseph Paxson Iddings e dal geologo W.H. Weed, Statunitensi, nel 1899.
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Oleksandr Šovkovs'kyj Leggenda della Dinamo Kiev, è il primatista di presenze con il club in assoluto (637) nonché il primatista di presenze del club nelle competizioni UEFA per club (143). Con la squadra ucraina, ha vinto in totale 30 titoli nazionali. Caratteristiche tecniche. Era un portiere poco spettacolare ma molto efficace, abile nelle uscite alte e reattivo nell'opporsi ai tiri rasoterra. Carriera. Club. Cresciuto nelle giovanili della ha debuttato in prima squadra nel 1993 e da allora ha sempre difeso la porta della formazione di Kiev da titolare, tranne in alcuni periodi in cui era infortunato, indossando anche la fascia da capitano. Nell'estate del 2011 ha giocato la sua 100a partita (compresi i preliminari) in Champions League contro il Rubin Kazan e da allora ha collezionato complessivamente 143 presenze nelle coppe europee. Il 27 novembre 2014 nella gara di Europa League contro il Rio Ave raggiunge le 582 presenze con la maglia della squadra di Kiev superando Oleg Blokhin fermo a 581 e diventando il giocatore con più presenze nella storia della Dinamo Kiev. Il 13 dicembre 2016 ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. Nazionale. Portiere titolare della nazionale ucraina fin dal 1994, alla prima partecipazione della nazionale ad un Mondiale di calcio, quello di Germania 2006, si è particolarmente distinto negli ottavi di finale contro la nazionale svizzera parando due rigori, garantendo così il passaggio della sua nazionale ai quarti di finale. Dopo aver saltato Euro 2012 in seguito ad un infortunio alla spalla, il 4 settembre 2012 decise di lasciare la nazionale dopo averla rappresentata ben 92 volte nel corso di 18 anni di carriera e piazzandosi al terzo posto dei giocatori con più presenze (primo tra i portieri) al momento del ritiro. Nell'ottobre 2020, a causa del COVID-19 che colpisce i tre portieri della nazionale Pjatov, Lunin e Pan'kiv, Šovkovs'kyj (preparatore della nazionale ucraina) viene convocato come portiere di riserva dal tecnico Andriy Shevchenko per la partita del 7 ottobre contro la Francia, a quattro anni dal ritiro dal calcio giocato. Allenatore. Il 4 settembre 2018 entra nello staff della nazionale Ucraina guidato da Andriy Shevchenko come assistente tecnico. Il 4 novembre 2023, in seguito alla sconfitta in campionato per 1-0 contro lo , Mircea Lucescu annuncia le dimissioni da allenatore della e, facendo già parte dello staff tecnico, Šovkovs'kyj viene promosso allenatore "ad interim". A dicembre, in seguito agli ottimi risultati conseguiti, Šovkovs'kyj viene confermato in qualità di primo allenatore della squadra.
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Oleksandr Shovkovsky
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Statuti cadorini Gli Statuti cadorini, ai quali vanno associati quegli statuti speciali conosciuti sotto il nome di Laudi, sono una raccolta di leggi e di norme di "diritto consuetudinario" che costituiscono un importantissimo ed abbondante corpus di documenti giuridici di età tardo-medievale e che collocano quell'area geografica denominata Cadore in una posizione particolare rispetto al panorama storico-giuridico del resto del territorio italiano. La gestione autonoma del territorio era fondata sulle "Regole" rappresentando uno degli esempi più caratteristici della gestione di proprietà collettiva dell'arco alpino. Questi testi redatti in latino notarile od in volgare hanno da sempre suscitato l'interesse di storici e giuristi. Tuttavia, sorprendentemente, solo di recente è stato messo in evidenza un ulteriore aspetto non meno importante, l'aspetto filologico e linguistico. Infatti, i Laudi presentano una evidente dialettalità ladino-cadorina riscontrabile nella micro-toponomastica locale e nel lessico, in particolare per quanto riguarda l'esercizio dell'attività agricola e silvo-pastorale, degli strumenti di lavoro e quant'altro. Il manoscritto originale dello Statuto del 1338 fu sottratto come bottino di guerra nel 1511 dalle truppe imperiali di Massimiliano I a Pieve di Cadore durante la guerra cambraica. Fu portato dapprima a Dobbiaco e successivamente a Trento. Oggidì viene conservato al "Tiroler Landesarchiv", l'archivio della Luogotenenza di Innsbruck. Tentarono i cadorini, a più riprese, di riottenerlo ma invano. Una copia anastatica dell'originale è presente presso la Magnifica Comunità di Cadore quale «"dono"» ricevuto dal Tirolo nel 2004. Origini. La storia degli Statuti cadorini origina con ogni probabilità nel 1235 con lo Statuto dato al Cadore da Biaquino III da Camino. Quest'ordinamento che porta il nome di «"Statuta de Cadubrio per illos da Camino"», fu scritto a Pieve di Cadore dal notaio "Wacellus" alla presenza di dodici rappresentanti, nove dei quali erano cadorini e fu pubblicato il 5 novembre 1235. Questo documento, che comprende cinquantuno articoli, ha una vera e propria forma statutaria, è scritto in un latino cancelleresco "(latinus grossus)" con la costante immistione di voci cadorine tutte le volte che il notaio ha dovuto definire il nome degli oggetti comunemente usati nei vari lavori oppure nella descrizione di particolari consuetudini. Dello Statuto cadorino del 1235 esistevano più esemplari, tuttavia il solo attualmente conosciuto è quello analizzato e pubblicato da Antonio Ronzon e che si trova nell'Archivio di Stato di Modena e cioè l'esemplare di Beatrice da Camino, una delle tre figlie di Rizzardo III ultimo Caminese signor di Cadore, sposa di Aldobrandino III d'Este marchese di Ferrara. Fu decapitata col figlio Obizzo d'Este per congiura contro il cognato Alberto al fine di togliergli la signoria di Ferrara. Nel 1338 furono redatti i nuovi Statuti, riconosciuti nel 1347 dal Patriarca di Aquileia Bertrando e, nel 1420, dalla Serenissima. Il sistema regolato dagli Statuti era di tipo democratico, incentrato su un "Maggior e General Consiglio".
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Daniel Wallace Biografia. Nato a Birmingham, in Alabama nel 1959, vive a Chapel Hill dove insegna all'Università della Carolina del Nord. Ha pubblicato diversi racconti su varie riviste letterarie ma è celebre soprattutto per essere l'autore del romanzo "Big Fish: A Novel of Mythic Proportions", da cui Tim Burton nel 2003 ha tratto il film "Big Fish - Le storie di una vita incredibile".
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Magic Carpet Magic Carpet è un sparatutto in prima persona per MS-DOS, Sega Saturn e PlayStation. È stato prodotto nel 1994 dalla Bullfrog Productions e pubblicato dall'Electronic Arts. Fu definito uno dei videogiochi più innovativi dell'anno e si fece notare anche per il notevole motore grafico tridimensionale, ma nonostante le lusinghiere recensioni dalle riviste del settore commercialmente fu un insuccesso. Il giocatore è alla guida di un tappeto magico e può quindi volare nelle tre dimensioni, ma non può rollare. Può sparare proiettili magici di vario tipo e lanciare incantesimi. Non è possibile schiantarsi a terra. Il seguito fu "Magic Carpet 2" (1995).
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Basket Teramo
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Magic Carpet 2 Magic Carpet 2: The Netherworlds è un videogioco del genere sparatutto in prima persona del tipo God game per personal computer. È stato prodotto nel 1995 dalla Bullfrog Productions e pubblicato dall'Electronic Arts. È il seguito del primo "Magic Carpet". È stato pubblicato nel 2013 su GOG.com per le piattaforme Windows e macOS.
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Andrij Nesmačnyj Carriera. Club. Cresciuto nelle giovanili della , nel 1997 è stato messo sotto contratto dalla , in cui ha da allora sempre militato, e con cui ha vinto 8 Campionati d'Ucraina, 9 Coppe d'Ucraina e 3 Supercoppe d'Ucraina. Andriy è uno dei più grandi difensori della storia del Dinamo Kiev, conosciuto soprattutto per una rete incredibile in Champions League. Nazionale. Con la maglia della Nazionale ucraina ha debuttato nel 1997, con cui ha raggiunto il miglior risultato, i quarti di finale, ai Mondiali di Germania 2006. Vita privata. Dal 2009 si è battezzato come Testimone di Geova. Ha rispettato il suo contratto con la Dinamo Kiev fino al 2011, poi si è ritirato. Collegamenti esterni. [[Categoria:Calciatori della Nazionale ucraina] https://www.jw.org/open?docid=1011214&item=pub-jwb_201909_5_VIDEO&wtlocale=I&appLanguage=I&prefer=content
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Železnice Slovenskej republiky Železnice Slovenskej republiky (letteralmente "Ferrovie della Repubblica slovacca", acronimo ŽSR), è l'operatore statale che gestisce le infrastrutture ferroviarie in Slovacchia. La società fu fondata nel 1993 per gestire la rete ferroviaria del territorio slovacco scorporata dalle Ferrovie dello Stato cecoslovacche in seguito alla divisione della Cecoslovacchia. Fino al 1996 ebbe il monopolio formale e da allora il monopolio de-facto sul trasporto ferroviario nella nazione. Dal 2002 una legge ha diviso la compagnia: a ŽSR fu lasciata la gestione delle infrastrutture e il trasporto delle merci fu assegnato alla società "Železničná spoločnosť, a. s." (ZSSK). Nel 2005 questa nuova compagnia fu ulteriormente divisa in "Železničná spoločnosť Slovensko, a. s." (ZSSK) che fornisce servizi di trasporto passeggeri e "Železničná spoločnosť Cargo Slovakia, a. s." (ZSSK Cargo) , che si occupa del trasporto merci. Tutte queste società sono gestite dallo Stato. Storia. La ferrovia diventò un importante presupposto per lo sviluppo economico e sociale del paese. Nel 1837, fu iniziata la costruzione della prima autostrada ferroviaria europea. La sua costruzione diventò un potenziale minaccia per il mercato dei prodotti agricoli e del legname dalla Slovacchia occidentale. Pertanto, venne fondata una compagnia con lo scopo di costruire una ferrovia a cavallo che avrebbe dovuto collegare le cinque città reali tra Bratislava e Trnava. Il servizio fu fornito fino alla prima metà degli anni settanta del XIX secolo. All'inizio, la costruzione della linea fu nelle mani dello stato. Più tardi, nel 1854, lo Stato affidò la costruzione della linea a imprenditori privati. 1867-1873. L'intensità della costruzione cambiò dopo l'Ausgleich del 1867, quando le linee ferroviarie dei territori slovacchi passarono sotto il controllo del governo ungherese. Le ferrovie, furono poste sotto il controllo del Ministero dei Trasporti e dei Lavori Pubblici di Budapest, che istituì, nel 1868, le Ferrovie statali ungheresi (MÁV). Il suo obiettivo principale fu la costruzione di linee per il trasporto delle comunicazioni indipendente da quello dell'Austria. In Slovacchia, questo significò un'estesa costruzione di ferrovie. Infatti nel periodo tra il 1867 e il 1873 venne costruito un certo numero di assi ferroviari principali: Il Regno d'Ungheria cercò di utilizzare capitali privati per la costruzione della ferrovia. Ma la mancanza di solvibilità minacciò la costruzione delle ferrovie e lo stato nel 1868 iniziò a costruire le ferrovie in proprio. La costruzione della ferrovia venne accompagnata da una serie di scandali e di vicende di corruzione tra i nobili, politici e imprenditori. Nonostante questo fatto, la base della rete ferroviaria fu realizzata in tempi relativamente brevi. 1873-1918. Il fallimento della Borsa di Vienna fu l'inizio di una crisi economica che interessò l'economia della monarchia asburgica per tutta la prima metà degli anni settanta del XIX secolo. Il mutare delle condizioni economiche si rifletté sulla costruzione delle ferrovie. Durante questo periodo, il paese era consapevole dell'importanza strategica del trasporto ferroviario per l'economia, la difesa e la politica. Lo Stato rispose alla situazione con una serie di azioni: fermò la costruzione delle linee ferroviarie più costose e creando le condizioni giuridiche per la costruzione di ferrovie locali. 1918 - 1939. Dopo la formazione della Cecoslovacchia, il più importante compito era quello di mantenere in esercizio la rete ferroviaria nazionale definita dai nuovi confini. Due divisioni, con sede rispettivamente a Košice e a Bratislava, divennero responsabili per la gestione della rete. La rete ferroviaria ereditata dalla Slovacchia era insufficiente per le esigenze del nuovo Stato. La sola linea efficiente era la Košice-Bohumín. Lo Stato quindi decise di farsi carico di tutte le linee ferroviarie private e di estendere le linee. La pressione della concorrenza da parte del trasporto merci su strada ne stimolò ulteriormente lo sviluppo. La velocità dei treni merci venne aumentata fino a 70 km /h applicando la frenatura continua. Notevoli progressi nel traffico passeggeri furono raggiunti con la motorizzazione delle ferrovie locali. 1939-1945. Il 3 marzo 1939, venne proclamata l'indipendenza della Prima repubblica slovacca. Tuttavia, essa era uno stato satellite della Germania nazista. La guerra causò un aumentò dell'intensità del trasporto merci. La rete slovacca ebbe un ruolo chiave nelle esportazioni di materie prime, prodotti agricoli e alimentari. Il trasporto passeggeri venne caratterizzato da ampi movimenti stagionali di lavoratori agricoli e industriali provenienti da Polonia, Slovacchia, Ucraina e Russia che viaggiavano verso la Germania. 1945-1992. Dopo la Seconda guerra mondiale, la Cecoslovacchia venne ricostituita. Il primo problema da risolvere era la ricostruzione della rete ferroviaria nazionale. Nel 1948, iniziò il regime comunista. Tutte le ferrovie private furono nazionalizzate. Il sovraccarico della linea Čierna nad Tisou - Košice - Žilina - Bohumín fu la spinta a ampliare la rete ferroviaria nel sud della Slovacchia. Effettuando, allo stesso tempo, l'elettrificazione delle linee ferroviarie. La nuova costituzione del 1960 definiva la Cecoslovacchia come uno stato socialista. Il trasporto ferroviario venne segnato dalla concezione stalinista di “ferro e acciaio”. Ci fu una forte concentrazione nel settore dei trasporti delle materie prime, materiali da costruzione, combustibili e cibo. L'industrializzazione ebbe un impatto significativo sulla crescita del trasporto passeggeri, con persone che viaggiavano su grandi distanze per lavorare e studiare. La crescita d'intensità causò uno squilibrio tra domanda e capacità tecniche. La situazione migliorò durante gli anni settanta a causa dello sviluppo della motorizzazione individuale e la densità del trasporto ferroviario cominciò a declinare. Dal 1993. Dal 1º gennaio 1993 la Slovacchia è divenuta indipendente. Contemporaneamente, viene istituita la società delle Ferrovie della Repubblica Slovacca. La pessima situazione iniziale richiese interventi di consolidamento da eseguire nel minor tempo possibile. La più importante fu quella di creare le condizioni per la privatizzazione e per ottimizzare le attività viarie per i requisiti di business. L'obiettivo strategico era quello di consentire l'accesso al mercato commerciale dell'Unione europea e capitalizzare sul territorio conveniente della Repubblica slovacca e la sua attrattiva turistica. Organi. Gli organi direttivi della ŽSR sono il consiglio di amministrazione e il direttore generale. Consiglio di amministrazione. Il consiglio di amministrazione è l'organo superiore delle ferrovie slovacche. Ha nove membri - sei membri sono esperti del settore dei trasporti, finanza, banche, economia e diritto, tre sono eletti come rappresentanti dei dipendenti delle ferrovie. I membri del Consiglio sono nominati e revocati dal Ministro dei trasporti, delle poste e delle telecomunicazioni della Repubblica slovacca, tre dei quali sono nominati e revocati dalla proposta in base alla elezione dei dipendenti. L'Ufficio del consiglio di amministrazione della ŽSR fornisce le operazioni amministrative e tecniche. L'ispezione generale SR ŽSR esegue l'ispezione e il controllo delle unità organizzative della ŽSR e prevede compiti connessi con il miglioramento del sistema di gestione e la conformità alla regolamentazione legislativa, controlla l'attuazione delle decisioni della ŽSR e dà suggerimenti per la loro attuazione. Direttore generale. Il Direttore generale gestisce le attività di ŽSR ed è responsabile per le sue prestazioni e i suoi risultati al consiglio di amministrazione. Direttore Generale è un organo statutario di ŽSR. Egli rappresenta l'azienda all'esterno e agisce in suo nome in tutte le questioni con eccezione delle materie che sono di competenza esclusiva del consiglio di amministrazione o del Ministero dei Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Direttore generale è rappresentato da quattro agenti responsabili di specifici reparti di ŽSR. Direttore generale è nominato e revocato dal ministro dei Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Delegati del Direttore generale. Il Direttore generale gestisce il Dipartimento di direttore generale e ha quattro vicedirettori che hanno il compito di gestire l'attività in altri reparti. Sezioni e rami connessi ai servizi sono soggetti ai delegati. Attività. Le principali attività di ŽSR dal 1º gennaio 2002 sono: Struttura organizzativa. Le società delle Ferrovie della Repubblica slovacca è ulteriormente suddivisa in sede centrale e di gestione e manutenzione delle infrastrutture ferroviarie. Quartier Generale. Il Quartier Generale è suddiviso in: Tutti i dipartimenti sono situati nella capitale Bratislava. Gestione e manutenzione delle infrastrutture ferroviarie. Gestione delle infrastrutture ferroviarie. Questa sezione è divisa in due dipartimenti locali. Il primo è situato nella Slovacchia occidentale a Trnava, mentre il secondo è situato nella Slovacchia orientale a Košice. Manutenzione delle infrastrutture ferroviarie. La manutenzione delle infrastrutture ferroviarie è divisa in due quartier generali regionali e due divisioni. Rappresentanza all'estero. Ferrovie della Repubblica slovacca sono rappresentati nelle organizzazioni internazionali a Bruxelles, Belgio e Varsavia, in Polonia. Trasporto passeggeri. Informazioni dettagliate sui prezzi sono pubblicati sui siti web delle singole società di trasporto passeggeri
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Ferrovie della Repubblica slovacca
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Drizza Nella terminologia nautica e in particolare in quella della vela la drizza è una cima o cavo in fibra naturale, sintetica o metallica, utilizzato per issare una vela, o una bandiera, o un albero orizzontale (pennone). Nella maggioranza dei casi quando il termine è utilizzato senza ulteriori specificazioni ci si riferisce ai cavi per issare una vela. Nel caso sia presente più di una vela, per indicare a quale vela ci si riferisce viene specificato il nome della vela (per cui si parla, ad esempio, della drizza della randa o della drizza del fiocco). Le drizze fanno parte delle manovre correnti. A differenza delle scotte, vengono regolate meno di frequente, tuttavia il loro uso non è limitato ai soli momenti in cui si issa o si ammaina (abbassa) una vela, ma può risultare necessario modificare la regolazione di una drizza anche quando non si cambia una vela (ad esempio perché è cambiato di molto il vento o perché si è cambiato di molto l'andatura). Normalmente per le drizze si utilizzano cavi più robusti rispetto alle scotte in quanto lo sforzo da sostenere è maggiore. Anche i sistemi di aggancio sono più robusti e spesso, dato che tanto le drizze vengono manovrate più raramente che le scotte, i sistemi di aggancio delle drizze richiedono più tempo per il fissaggio e la rimozione della drizza a favore di una maggiore robustezza e solidità. Materiali. Le drizze, come la maggior parte delle manovre correnti, erano un tempo fatte di fibre naturali come la canapa oppure la cosiddetta canapa di Manila. Nei tempi recenti l'utilizzo di fibre naturali è drasticamente calato e si utilizzano molto spesso drizze fatte di fibre sintetiche (in particolare poliestere), ma si possono trovare anche di acciaio inossidabile, o di acciaio galvanizzato, su alcune vecchie barche, o in fibra di carbonio, o kevlar, di peso leggero, sulle barche da regata. Fissaggio. Una drizza può essere fissata con diversi modi alla parte alta di una vela triangolare. I metodi più comunemente utilizzati sono i seguenti: L'altra estremità della drizza è attaccata all'albero, vicino al piede dell'albero, tramite una galloccia. In molte regioni è convenzione di legare la drizza della randa (o della vela principale) sul lato destro dell'albero e quella del fiocco sul lato sinistro. Questo permette un più rapido accesso alle cime in situazioni in cui la rapidità è un fattore critico. Saltare sulla drizza. Saltare sulla drizza è una tecnica utilizzata per issare velocemente una grande vela con uno scarso numero di membri dell'equipaggio che lavorano simultaneamente all'operazione. La persona che salta sta vicino al boma, prende con le mani la drizza più in alto che può (facendo anche dei salti per arrivare più in alto) e tira giù la drizza più in fretta possibile, utilizzando anche il peso del suo corpo per scendere. Mentre questo membro dell'equipaggio effettua il successivo slancio verso l'alto, un secondo membro dell'equipaggio si occupa della "coda" oppure prende il pezzo di cima che si è venuto a creare in basso e lo mette su un winch ossia un verricello. Quando non è più possibile tirare verso il basso la drizza semplicemente con il peso della persona appesa alla drizza, la persona più in avanti deve tirare il cavo lateralmente e la persona in coda deve occuparsi del cavo che si viene a creare.
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Pistol Star
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Federico V di Norimberga Biografia. Figlio di Giovanni II e di Elisabetta di Henneberg. Nominato burgravio di Norimberga, Bayreuth (con l'aggiunta del territorio di Kulmbach) e Ansbach alla morte del padre nel 1357, ottenne successivamente, per i grandi meriti verso il Sacro Romano Impero, di essere proclamato principe dell'Impero nel 1363. Matrimonio ed eredi. Sposò Elisabetta di Meißen, nel 1350, dalla quale ebbe nove figli:
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Lianbuquan Lianbuquan (Pinyin)), Lien pu ch'uan (Wade-Giles), in cinese viene scritto in due maniere differenti 练步拳 e 连步拳 che in italiano significano rispettivamente "Pugilato per allenare le posizioni" e "Pugilato delle posizioni concatenate". Questa è una forma che è stata utilizzata nella Zhongyang guoshu guan di Nanchino ed in origine sarebbe stata Shaolin Longquan. L'esercizio si compone di 3 "Duan" per un totale di 36 "shi" (figure). In Italia all'interno della scuola fondata da Chang Dsu Yao si usa impropriamente questo nome per indicare una forma semplificata di Meihuaquan.
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Bruno Senna È nipote di Ayrton Senna, figlio della sorella Viviane. Biografia. Ayrton, sul finire del 1993, dichiarò: "Se pensate che io sia bravo, aspettate di vedere mio nipote e capirete realmente quanto sono bravo". Dopo la morte dello zio, la carriera di Bruno subì un brusco stop che rischiò di diventare definitivo quando anche suo padre perì nel 1996, in un banale incidente stradale su una Ducati: la voglia di correre tuttavia superò ogni sorta di remora e di timore in famiglia; nel 2004, in occasione del 10º anniversario della morte di Ayrton, gli fu consegnata una replica della Lotus 98T guidata dallo zio nel 1986; tale vettura fu guidata da Bruno stesso sulla pista di San Paolo, in occasione del Gran Premio del Brasile; il casco utilizzato durante le gare è una replica di quello dello zio. Nel 2012 ha vinto il Trofeo Lorenzo Bandini, assegnato al miglior pilota emergente della Formula 1. Carriera. Gli esordi. Grazie all'aiuto di Gerhard Berger, grande amico di Ayrton, nel 2004 gli fu organizzato un test a Valencia per la neonata Formula BMW. Il 21 agosto 2004, Bruno era sulla griglia di partenza di tale categoria, sulla pista di Brands Hatch; il suo esordio avviene nel team Carlin Motorsport col numero 20, con un casco i cui colori grigio, rosso e nero, ricalcavano quelli della vettura. Correndo solo gli ultimi tre appuntamenti della competizione, chiuse 21º in classifica generale con 6 punti, ottenendo il suo miglior piazzamento in gara in sesta posizione e due giri veloci. Col casco che aveva assunto nel frattempo una colorazione uguale a quella dello zio proprio in suo onore, fu contattato dal team Shangsai FRD GT Tires per disputare il prestigioso Gran Premio di Macao di Formula 3; su 33 partecipanti, Bruno ottenne l'8º tempo in qualifica ed il 2º posto in gara. Nel 2005 Bruno disputò il campionato di F3 inglese, a bordo di una Dallara motorizzata Mugen-Honda del team Double R Racing Team gestito da Kimi Räikkönen e dal suo manager Steve Robertson. I risultati furono piuttosto discontinui; Senna conquistò due podi (un secondo ed un terzo posto) ed una pole, chiudendo in decima posizione il campionato; prese parte nuovamente al Gran Premio di Macao di Formula 3, non concludendo però la gara per via di un incidente. Nel 2006 continuò a correre in F3 inglese nel team Double R Racing Team, passato nel frattempo alla dotazione di motori Mercedes; dopo una doppia affermazione nella gara inaugurale ad Oulton Park, Senna rimase in lotta per il titolo per quasi tutta la stagione, chiudendo il campionato 3º con 229 punti, 5 vittorie, 9 podi, 3 pole position e 5 giri veloci. Il 28 maggio fece la sua prima apparizione sul Circuito di Monte Carlo come ospite nella gara della serie Porsche Supercup, ritirandosi alla prima curva per un guasto alla frizione. GP2. Nel 2007 Senna passò alla GP2 con il team Arden; la stagione iniziò in modo molto positivo, con un quarto posto nella gara inaugurale in Bahrain e una vittoria nella gara lunga nel secondo appuntamento del campionato, a Barcellona. Dopo un ulteriore podio nella gara principale in Francia, Senna fece segnare una serie di prestazioni poco brillanti, conquistando un solo punto nelle quattro manifestazioni seguenti. Il pilota brasiliano tornò competitivo a Monza, dove conquistò il quarto posto nella gara principale ed il terzo in quella sprint, chiudendo il campionato in ottava posizione con 34 punti. Nel 2008 passò al team iSport International, col quale corse anche nel campionato GP2 Asia, chiuso in quinta posizione; dopo aver conquistato un secondo e un quarto posto nelle gare inaugurali a Barcellona, in Turchia Senna terminò in quindicesima posizione la gara principale, dovendosi ritirare nella gara sprint per aver investito un cane. Nella gara seguente, a Montecarlo, Senna conquistò la vittoria nella gara principale nello stesso giorno dell'anno in cui suo zio Ayrton aveva vinto per l'ultima volta nel principato, seguirono una seconda affermazione nella gara sprint a Silverstone e diversi piazzamenti a podio ed in zona punti, che permisero al brasiliano di entrare nella lotta per il titolo. Nelle gare di Valencia e Spa-Francorchamps, Senna ottenne solamente due punti (frutto della pole position conquistata in Belgio), arrivando quindi all'ultimo appuntamento della stagione con un ritardo di dodici lunghezze da Giorgio Pantano, leader della classifica; a Monza Senna chiuse la gara principale in quinta posizione, risultato insufficiente per tenere aperta la lotta per il campionato nonostante il ritiro del rivale; il pilota brasiliano conquistò il secondo posto in classifica, con 64 punti, due vittorie e tre pole position. Nel 2009 Senna tentò di approdare in Formula 1, al volante della Honda; tuttavia, il team giapponese fu venduto a Ross Brawn, che gli preferì l'esperto Barrichello. Rimasto a piedi, disputò diverse gare di durata, tra le quali la 1000 km di Catalunya, chiusa sul gradino più basso del podio. Formula 1. 2010: HRT. Durante il weekend del Gran Premio di Abu Dhabi 2009 fu ufficializzato l'ingaggio di Bruno Senna quale pilota titolare della Campos Grand Prix per il campionato 2010; la partecipazione al mondiale della scuderia spagnola rimase in dubbio fino a poche settimane prima dell'inizio della stagione, quando il team cambiò proprietà e fu ribattezzato HRT. La vettura, sviluppata dalla Dallara e portata in gara senza effettuare alcun test preparatorio, si rivelò molto poco competitiva, relegando Senna ed il suo compagno di squadra Karun Chandhok stabilmente in fondo al gruppo; i problemi tecnici furono aggravati dalla penuria di pezzi di ricambio, dovuta alla rottura dei rapporti tra la squadra e la Dallara. Nel Gran Premio di Gran Bretagna Senna fu sostituito occasionalmente dal giapponese Sakon Yamamoto; Senna chiuse la stagione senza ottenere punti, con il quattordicesimo posto ottenuto nel Gran Premio di Corea come miglior risultato in gara. 2011: Renault. Per il campionato 2011 l'HRT ingaggiò come piloti titolari Narain Karthikeyan e Vitantonio Liuzzi; rimasto senza un volante, Senna firmò un contratto come terzo pilota della Renault. In seguito al grave infortunio occorso a Robert Kubica il pilota brasiliano avrebbe potuto ottenere un posto da titolare nella scuderia francese, ma dopo alcuni test gli fu preferito il più esperto Nick Heidfeld. Alla vigilia del Gran Premio del Belgio Senna fu promosso pilota titolare dalla scuderia transalpina proprio al posto del pilota tedesco; il brasiliano fu quindi al volante della Renault anche per la gara successiva, il Gran Premio d'Italia, dove con un nono posto conquistò gi unici punti dell'anno. Fu confermato fino al termine della stagione. 2012: Williams. Il 17 gennaio 2012 la Williams comunicò l'ingaggio di Senna, spinto da diversi sponsor personali, per il campionato 2012 come compagno di squadra di Pastor Maldonado, in sostituzione del connazionale Rubens Barrichello. La vettura si rivelò piuttosto competitiva, permettendo a Senna di lottare per i punti già dalle prime gare; il pilota brasiliano chiuse per la prima volta tra i primi dieci nel Gran Premio della Malesia, nel quale giunse sesto dopo una lunga rimonta dalle ultime posizioni. Nel successivo Gran Premio di Cina il pilota brasiliano ottenne un settimo posto al termine di una gara regolare; nel prosieguo della stagione, tuttavia, Senna ebbe difficoltà a ottenere buoni risultati in qualifica, subendo spesso distacchi pesanti dal compagno di squadra e riuscendo ad entrare tra i primi dieci solo nel Gran Premio d'Ungheria, chiuso in settima posizione. Nelle altre gare del campionato il pilota brasiliano ottenne altri sette piazzamenti a punti, risultando più costante di Maldonado nel rendimento in gara, ma non andò oltre un ottavo posto nel Gran Premio di Abu Dhabi. Nel Gran Premio del Belgio, concluso in dodicesima posizione, Senna fece segnare il primo giro più veloce in gara in carriera; il pilota brasiliano si piazzò in sedicesima posizione nella classifica piloti, con 31 punti. I risultati piuttosto deludenti ottenuti soprattutto in qualifica spinsero la squadra a non riconfermarlo, preferendogli il collaudatore Valtteri Bottas per il campionato 2013. Dopo la Formula 1. Terminata l'esperienza nella massima serie automobilistica, nel 2013 passa nel mondiale Endurance con il team Aston Martin Racing, con il quale ottiene due vittorie (alla 6 Ore di Silverstone e ad Austin) e due secondi posti (a Spa-Francorchamps e al Fuji) come migliori risultati; nello stesso anno partecipa anche a quattro gare del campionato Blancpain Endurance Series con il team Von Ryan Racing. Nel 2014, sempre con l'Aston Martin, prende parte a due gare dello stesso campionato, tra cui la 24 Ore di Le Mans. Dalla stagione 2014-2015 alla stagione 2015-2016 partecipa al neonato campionato di Formula E con il team Mahindra Racing. Dal 2016 ritorna a gareggiare nel WEC con il team Morand Racing.
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Theme Park World Theme Park World (noto negli Stati Uniti d'America come Sim Theme Park) è un videogioco gestionale prodotto dalla Bullfrog Productions nel 1999 e pubblicato dalla Electronic Arts. Il videogioco è il seguito di Theme Park. Modalità di gioco. In questo gioco, il giocatore è un proprietario di luna park e il suo scopo è costruire e far sfruttare al meglio il proprio parco e cercare di portare al termine particolari obiettivi assecondando i desideri dei visitatori. Dopo aver raggiunto il massimo dei guadagni e delle visite in un parco e aver conquistato un certo numero di biglietti d'oro, il giocatore potrà costruire un nuovo parco in un altro ambiente. In totale sono presenti otto parchi, ma è possibile tenerne aperti contemporaneamente solo tre. Mondi. I parchi si basano su particolari temi: Personale. Per far funzionare al meglio il proprio parco, il giocatore deve assumere del personale con diversi incarichi: Modalità 1°persona. Il giocatore può, una volta guadagnati quattro biglietti d'oro, visitare il proprio parco come visitatore entrando salendo su giostre e giocando con le attrazioni. Nei percorsi può gareggiare contro il computer. Colonna sonora. La colonna sonora del videogioco è stata composta da Richard Joseph che grazie a questa vinse il BAFTA Award per la miglior colonna sonora del 2000.
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Giovanni III di Norimberga Biografia. Era figlio di Federico V e di Elisabetta di Meißen. Ottenuto il titolo di burgravio di Norimberga alla morte del padre nel 1397, nel 1398 ottenne anche quello di burgravio di Bayreuth-Kulmbach. Sposò Margherita di Boemia, figlia dell'imperatore Carlo IV e di Elisabetta di Pomerania, dalla quale non ebbe però che una figlia. Di conseguenza alla sua morte, gli succedette il fratello Federico I a cui era già da tempo associato nel governo.
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Ayrton Senna da Silva
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Sim Theme Park
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Oleh Husjev Ha trascorso gran parte della sua carriera tra le file della Caratteristiche tecniche. Era un esterno destro di centrocampo, bravo principalmente in fase offensiva. Carriera. Club. Cresciuto nelle giovanili dello Spartak Sumy, nella stagione 2002-2003 ha giocato con l'Arsenal Kiev, con cui ha disputato 23 partite mettendo a segno un gol. Passato alla nel 2003, ha vinto cinque Campionati d'Ucraina, 5 Coppe d'Ucraina e 6 Supercoppe d'Ucraina. Il 31 marzo 2014 durante la trasferta di campionato contro il Dnipro al 21' perde i sensi in seguito ad uno scontro col portiere avversario Denys Bojko, rischiando di restare soffocato; grazie al pronto intervento del centrocampista Jaba Kankava è riuscito a salvarsi. Nazionale. Con la maglia della nazionale ucraina ha debuttato nel 2003, con cui ha raggiunto il miglior risultato, i quarti di finale, ai Mondiali di Germania 2006. Nello spareggio contro la Francia per i mondiali del Brasile segna l'autogol del 3-0 in favore dei transalpini, rete che decreta l'eliminazione della sua nazionale nella corsa alla competizione mondiale.
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Oleh Husev
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České dráhy České dráhy o Ferrovie ceche (ČD o CD) è il principale operatore ferroviario della Repubblica Ceca, che fornisce servizio di trasporto passeggeri e merci attraverso la rete ferroviaria statale. È una compagnia importante a livello internazionale, infatti è membro di diverse istituzioni europee e mondiali, come la Union Internationale des Chemins de Fer, la Comunità delle Ferrovie europee e l'Organizzazione per la Cooperazione ferroviaria (Asia e Europa). La società fu stabilita nel 1993, dopo la dissoluzione della Cecoslovacchia, come successore delle Ferrovie dello Stato cecoslovacche. Parimenti, nella Repubblica slovacca, sono state create le ferrovie della Repubblica Slovacca. České dráhy è la più grande società che impiega personale nella Repubblica Ceca. La compagnia chiude i conti regolarmente in rosso, pertanto necessita di pesanti aiuti da parte del governo; sono in corso tentativi di renderla più efficiente. Storia. České dráhy è il risultato di 160 anni di storia delle ferrovie in Boemia. I passi che hanno portato al suo sviluppo sono: Trasporto merci. La divisione ČD Cargo focalizza l'attenzione sul trasporto di merci grezze e di container. Il trasporto dei prodotti è poco flessibile e competitivo; nonostante questo la ČD è il quinto operatore di trasporto merci in Europa.
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Ferrovie ceche
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Oleg Gusiev
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My War My War è il secondo album della band hardcore punk Black Flag, pubblicato nel 1984 dalla SST Records. Il disco. Il fondatore dei Black Flag, Greg Ginn, in questo album suona sia il basso che la chitarra, strumento col quale suona di solito; Dale Nixon è uno pseudonimo creato apposta per la figura del bassista nell'album. L'album fu pubblicato solo dopo una lunga pausa della band causata da una disputa legale con la Unicorn Records. Il lato A contiene tracce simili come ritmo e strutture musicali al precedente "Damaged", mentre il lato B ha canzoni diverse dalle prime; hanno un ritmo più lento e durano in media 6 minuti ognuna. È considerato uno dei primi album sludge metal insieme ai primi dischi dei Melvins.
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Theme Park Inc Theme Park Inc (noto negli Stati Uniti d'America come SimCoaster) è un videogioco gestionale prodotto dalla Bullfrog Productions nel 2001, e pubblicato dalla Electronic Arts. Il videogioco è il seguito di "Theme Park World".
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Federico I di Brandeburgo Egli era figlio del burgravio Federico V di Norimberga e di Elisabetta di Meißen, e fu il primo membro della casata degli Hohenzollern a regnare sul Brandeburgo. Biografia. Federico entrò ancora giovanissimo al servizio dell'Austria e combatté al fianco dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, all'epoca re d'Ungheria. Dopo essere tornato in patria, egli divise l'eredità paterna con il proprio fratello, Giovanni, che ricevette il Bayreuth mentre Federico ottenne il Ansbach. Dapprima egli tentò di mediare nella confusione tra il re Venceslao e il partito di Roberto del Palatinato, anche se poi si trovò a combattere al fianco di Roberto nel settembre del 1399. Egli ottenne nuovamente il proprio governo su Ansbach nel 1409 e dopo essersi infeudato, si schierò col re Sigismondo. In rappresentanza del Brandeburgo prese parte il 20 settembre 1410 all'elezione di Sigismondo a imperatore del Sacro Romano Impero, cerimonia che si svolse a Francoforte sul Meno. Per ricompensa, il re Sigismondo lo rese "Oberster Hauptmann" e "Verwalter der Marken" (1411). La leggenda vuole che Federico abbia combattuto i propri nemici con un solo guanto di ferro, nella marca del Brandeburgo (in particolare, la famiglia Quitzow) e, alla fine, abbia ristabilito la pace. Federico divenne anche membro della società dei Parakeet e della lega di Costanza. Al concilio di Costanza (30 aprile 1415) Sigismondo garantì a Federico i titoli di margravio e principe elettore di Brandeburgo. Il 21 ottobre 1415 gli stati generali brandeburghesi si incontrarono in una "Landtag" chiedendogli di governare anche Berlino. Il re concesse questo incarico il 18 aprile del 1417. Federico non era d'accordo con le decisioni di Sigismondo contro gli hussiti e i rapporti tra i due furono ad ogni modo freddi. I costanti contrasti con la nobiltà brandeburghese lo spinsero ad abbandonare il proprio castello di Cadolzburg nel 1425 ed a trasferire la reggenza del margraviato al proprio figlio Giovanni nel 1426 (Federico, ad ogni modo, mantenne per sé il titolo di elettore). Dopo il 1427 egli organizzò la guerra imperiale contro gli hussiti e aiutò in occasione del concilio di Basilea nella mediazione della "Prager Kompaktaten" (30 novembre 1433). Alla sua morte, avvenuta nel 1440, a Federico successe come elettore dal suo figlio secondogenito, Federico II, dal momento che il maggiore, Giovanni, aveva rinunciato ai propri diritti al trono. Matrimonio e figli. Federico I sposò, il 18 settembre 1401, Elisabetta di Baviera-Landshut (1383–13 novembre 1442), figlia del duca Federico di Baviera-Landshut e di Maddalena Visconti. La coppia ebbe dieci figli:
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Autostrada A2
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1,706,708,677.155062
Hi-Octane Hi-Octane è un simulatore di guida futuristico sviluppato dalla Bullfrog Productions e pubblicato dalla Electronic Arts nel 1995. Sviluppato in sole otto settimane, il videogioco dalla grafica tridimensionale è stato realizzato usando lo stesso motore grafico di "Magic Carpet", creato dalla stessa Bullfrog.
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Autostrada A3
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1,706,708,677.155094
Autostrada A4
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Autostrada A5 Il termine Autostrada A5 si riferisce a:
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Ceske Drahy
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Autostrada A6
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Autostrada A7
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Vladyslav Vaščuk Caratteristiche tecniche. Era un difensore centrale di piede destro. Carriera. Club. Cresciuto nelle giovanili della ha debuttato in prima squadra nel 1993, dove ha militato fino alla stagione 2002-2003, disputando 200 incontri e mettendo a segno 8 gol. Con la squadra di Kiev ha vinto 9 Campionati d'Ucraina e 5 Coppe d'Ucraina. Nella stagione 2004 è passato allo con cui ha disputato 25 incontri. Rientrato in Ucraina nella stagione 2004-2005 ha militato con il Čornomorec' Odessa, mettendo a segno un gol in 24 partite. Nel 2005 è ritornato a militare nella con cui ha vinto un'altra Coppa d'Ucraina e una Supercoppa d'Ucraina. Nazionale. Con la maglia della nazionale ucraina ha debuttato nel 1996, con cui ha raggiunto il miglior risultato, i quarti di finale, ai Mondiali di Germania 2006.
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Autostrada A8
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Truecolor Truecolor (conosciuta anche con l'espressione Milioni di colori dagli utenti Macintosh e Linux) è una modalità di memorizzazione delle informazioni dell'immagine nella memoria dei personal computer nella quale il colore di ogni pixel è codificato da tre o più byte. In generale ogni byte esprime l'intensità di ciascuno dei tre canali RGB (Rosso, Verde e Blu); vi è anche un quarto byte che contiene dati sul canale alfa o viene semplicemente ignorato. Poiché un byte è formato da 8 bit, può memorizzare 256 (28) intensità differenti. La combinazione delle intensità dei tre canali consente di rappresentare 16.777.216 colori differenti (arrotondato a 16,7 o a 16 milioni). A titolo di confronto, si ritiene che l'occhio umano sia in grado di distinguere 10 milioni di colori. Nella modalità "Truecolor" a 32 bit (4 byte), il canale alpha viene usato per semplificare la rappresentazione di immagini traslucide, e viene utilizzato dagli ambienti desktop per effetti come finestre traslucide, ombre e dissolvenze. In un framebuffer il canale alpha non ha significato, ma la modalità a 32 bit viene usata spesso in quanto consente un più facile indirizzamento dei pixel nella memoria. Infatti, mentre la modalità a 24 bit (3 byte) senza canale alpha richiede una moltiplicazione per 3, quella a 32 bit richiede una moltiplicazione per 4, che è meno onerosa in termini computazionali, in quanto può essere effettuata con uno spostamento di bit.
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Vladislav Vaschuk
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Ceské dráhy
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Vladyslav Vashchuk
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Configurazione in opposizione
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Flood (videogioco) Flood è un videogioco a piattaforme per Amiga e Atari ST. È stato sviluppato dalla Bullfrog Productions e pubblicato dalla Electronic Arts nel 1990. Il protagonista, un esserino con aspetto da cartone animato chiamato Quiffy, si aggira in un grande complesso di caverne, su circa 40 piani, popolato da trappole e mostricciatoli nemici.
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Contrada San Paolo (Ferrara)
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Starý Smokovec Starý Smokovec (in tedesco: "Altschmecks"; in ungherese: "Ótátrafüred") è una parte della città di Vysoké Tatry, nel nord della Slovacchia, sui Monti Tatra. Il significato del nome è "Vecchia Smokovec". Starý Smokovec è una meta popolare per lo sci e per le passeggiate in montagna. La cittadina è anche una stazione della Ferrovia elettrica dei Tatra, che collega Poprad, Tatranská Lomnica e Štrbské Pleso. Tra le più importanti costruzioni dell'area ci sono il sanatorio e il Grand Hotel (costruito nel 1904). La cittadina è collegata tramite una funicolare al piccolo villaggio di Hrebienok, dove si pratica lo sci, a 1.285 m.
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Dungeon Keeper Dungeon Keeper è un videogioco strategico in tempo reale sviluppato da Peter Molyneux per la Bullfrog Productions e pubblicato dalla Electronic Arts nel 1997 per PC. Il motore grafico del videogioco è una versione migliorata di quello utilizzato nel gioco "Magic Carpet". Il videogioco ha avuto un seguito, "Dungeon Keeper 2". Trama. Nella campagna si impersona un Dungeon Keeper, classico signore delle forze del Male, intento ad invadere e portare rovina ad un pacifico regno fantasy. Ogni livello della campagna è rappresentato da un insediamento sulla mappa del Regno. Di ognuno possiamo vedere il cambiamento in seguito al nostro passaggio e sentire una descrizione del narratore prima dell'inizio e dopo il completamento del livello. Modalità di gioco. È un gioco del genere "god game", dove il giocatore impersonerà un signore del male e dovrà costruire e amministrare il proprio "dungeon" personale, scavando sale e corridoi sotterranei e popolandoli di mostri e demoni vari. Si può definire la funzione di ogni stanza, per esempio designando aree per lo stoccaggio dei tesori, per i dormitori per i mostri, pollai che riforniscono i mostri di cibo, sale delle torture. Mandando i propri servitori a scavare in giro per la mappa, si potranno trovare oro e tesori, libri da cui imparare nuovi incantesimi e portali da cui far arrivare demoni sempre più potenti. Questi demoni richiederanno una paga settimanale in oro, un'adeguata scorta di cibo, delle sale in cui poter riposare e divertirsi tra un combattimento e l'altro. Se per qualche motivo si dovessero ribellare, diserteranno o si sfogheranno uccidendo i servitori più deboli. Durante lo svolgersi delle missioni di gioco, il dungeon potrà essere invaso da avventurieri in cerca di tesori o da potenti signori che vogliono estirpare il male dalle loro terre. Questi "eroi" possono essere corrotti e convinti a passare dalla propria parte, mediante offerte in oro o con la tortura, stando però attenti a non ucciderli. È possibile incontrare anche degli altri "Dungeon Keeper" simili al giocatore che cercheranno di far concorrenza o di conquistare il dungeon. Il "Dungeon Heart" (cuore del dungeon) deve essere difeso, pena la sconfitta. "The Deeper Dungeons". Unica espansione ufficiale pubblicata il 26 novembre 1997, si compone di 15 nuovi livelli single player e 15 nuovi livelli multiplayer. In più, apporta delle migliorie all'intelligenza artificiale dei nemici e una versione del motore grafico con il supporto a Direct3D che migliora la risoluzione e l'accelerazione 3D. Viene installato contestualmente l'editor di livelli.
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Giovanni l'Alchimista Servì per qualche anno anche da margravio del Brandenburgo dopo che suo padre Federico I, primo membro del casato di Hohenzollern a regnare su questa regione, aveva abdicato per favorirne la pacificazione. Biografia. Giovanni era figlio di Federico I e di Elisabetta di Baviera-Landshut, figlia di Federico di Baviera-Landshut, e della sua seconda moglie, Maddalena Visconti. Quale figlio maggiore ed erede, Giovanni venne lasciato da suo padre, Federico I, a governare il Brandeburgo a partire dal 1424. Federico I infatti era rimasto frustrato da controversie con la nobiltà feudale brandeburghese, perciò si ritirò nel suo castello a Cadolzburg, in Franconia, nel 1425, mantenendo per sé la sola dignità elettorale. Ma anche Giovanni non venne ben accolto dal popolo del Brandeburgo, in quanto la sua amministrazione si mostrò incompetente, fomentando disordini nelle campagne. Piuttosto che alla disciplina, Giovanni era più interessato a creare artificialmente l'oro attraverso l'alchimia, ricevendo così il soprannome di «"l'Alchimista"». Comprendendo il pericolo nel quale stava cadendo il Brandeburgo, Federico I impose a Giovanni il Brandenburgo-Kulmbach-Bayeruth, il 7 giugno 1437, un territorio ricco di miniere. Il governo del Brandeburgo passò invece a suo fratello minore, che diverrà perciò Federico II di Brandeburgo. Discendenza. Sposò, il 25 agosto 1411, Barbara di Sassonia-Wittenberg, figlia di Rodolfo III di Sassonia-Wittenberg. Ebbero quattro figli: Giovanni ebbe inoltre un figlio illegittimo, Federico (Fritz, Fricio) di Brandeburgo, stabilitosi alla corte della sorellastra Barbara, presso i Gonzaga di Mantova, che ebbe due figlie: Ultimi anni. Dopo la morte di Federico I nel 1440, Giovanni ereditò tutti i possedimenti del Brandeburgo-Kulmbach, tra cui il castello di Plassenburg, a Kulmbach. Nei suoi ultimi anni, ha permesso a Cristoforo di Baviera di amministrare i suoi possedimenti nel Palatinato, carica che mantenne fino alla morte di Cristoforo nel 1448. Nel 1457 abdicò nei confronti di suo fratello Alberto, per dedicarsi allo studio dell'alchimia. Morì nel Castello Scharfeneck, vicino Baiersdorf, nel 1464.
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Stary Smokovec
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1,706,708,677.155431
Dungeon Keeper 2 Dungeon Keeper 2 è un videogioco strategico in tempo reale sviluppato dalla Bullfrog Productions e pubblicato dalla Electronic Arts per PC e pubblicato nel 1999 negli USA, e nel 2000 in Europa. Il videogioco, del tipo god game e gestionale, è il seguito del primo "Dungeon Keeper" e avrebbe dovuto avere un sequel, "", ma durante lo sviluppo il videogioco venne cancellato. Nel 2015 la software house Brightrock Games ha pubblicato War for the Overworld, largamente ispirato a Dungeon Keeper 2 e considerato "successore spirituale" di quest'ultimo. Storia. Il giocatore impersona un Guardiano ("Keeper"), un'entità incorporea e malvagia, dotata di poteri soprannaturali, che controlla un proprio reame sotterraneo chiamato "Dungeon". Tutti i Guardiani sono stati confinati nel sottosuolo dalla potente magia dei maghi al servizio del Sovrano Reginald, e bramano portare distruzione nel mondo. L'unico accesso al mondo di Armonia consiste in un portale presidiato dai virtuosi eroi, e attivabile solo una volta in possesso di una serie di gemme custodite dai virtuosi Signori della Terra, sparsi per tutto l'Underworld. L'obiettivo del Guardiano è dunque conquistare tutti i reami (fronteggiando spesso anche altri Guardiani rivali) e sconfiggere gli eroi, uccidendone gli ufficiali e sottraendo loro le gemme del portale che proteggono, così da portare caos e distruzione nel luminoso mondo in superficie. Modalità di gioco. Il potere del Guardiano è legato a una stanza particolare, chiamata "Cuore del Dungeon", da proteggere a ogni costo (pena la sconfitta) in quanto funge da collegamento tra la sua volontà e il mondo fisico. Il Cuore del Dungeon genera mana, una risorsa rinnovabile che il Guardiano può usare per lanciare vari tipi di incantesimo, e permette la creazione di folletti (estensioni dirette della sua volontà), lavoratori instancabili che si occupano di scavare gallerie, estrarre oro, rivendicare nuovi territori e rinforzare le mura. Il Guardiano deve dare istruzioni ai folletti e costruire stanze diverse per attrarre dai portali diversi tipi di creature che, in cambio di oro, tana e cibo, offrono i loro servizi peculiari; dovrà anche difendere il Dungeon costruendo trappole e porte, e preoccuparsi di tenere alto l'umore delle creature che, se inappagate, possono andarsene via, o addirittura ribellarsi e combattere contro le stesse forze del Guardiano.
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Boomerang (The Creatures) Boomerang è il secondo album del duo inglese voce-batteria The Creatures, pubblicato il 6 novembre 1989. Il disco. Come già avevano fatto per il precedente "Feast", i Creatures scelsero, per registrare i pezzi del nuovo album, di andare all'estero, e questa fu la volta della regione spagnola dell'Andalusia: le atmosfere mediterranee influenzano tracce come "Standing There" (primo singolo a essere estratto, che parla delle violenze degli uomini sulle donne), "Fruitman", "Strolling Wolf" e "Morriña". Il secondo singolo estratto fu "Fury Eyes", ispirato al romanzo "In the eyes of Mr. Fury" di Philip Ridley; altro pezzo significativo è "Simoom", che significa "vento asciutto" in lingua araba, ed è ispirato alla allora recente vicenda dello scrittore indiano Salman Rushdie e alla fatwā lanciata contro di lui dopo la pubblicazione della sua opera "I Versetti Satanici" (1988). Le canzoni "Solar Choir" e "Speeding" sono incluse solo nella versione su CD. L'album venne favorevolmente accolto dalla critica musicale, ma non ebbe successo commerciale: non entrò nella classifica degli album più venduti in Gran Bretagna e raggiunse solo la posizione n. 197 della Top 200 di Billboard. Tracce. Testi di Sioux, musiche dei Creatures, tranne ove indicato.
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Federico II di Brandeburgo Biografia. Federico II nacque a Tangermünde da Federico I, primo reggente del Brandeburgo della dinastia degli Hohenzollern, e di sua moglie Elisabetta di Baviera-Landshut. Suoi nonni materni furono Federico di Baviera e Maddalena Visconti. Quest'ultima era figlia di Bernabò Visconti e di Beatrice della Scala. Tra i fratelli di Federico vi erano Giovanni l'Alchimista e Alberto III, entrambi governatori del Brandeburgo come margravi. Quando Federico I si ritirò nel 1437, ricompensò il suo figlio maggiore Giovanni con il principato di Bayreuth mentre Federico II assunse il governo di Brandeburgo. Diversamente da suo padre, si è allontanato dalla politica imperiale e si è concentrato sui suoi sforzi per pacificare la nobiltà e le città dell'elettorato. Le liti con la città di Berlino iniziarono nel 1440 con il suo progetto di costruire una nuova residenza sull'isola Cölln del fiume Sprea. Nello stesso anno istituì l'ordine cavalleresco del Cigno. Matrimonio. Nel 1421, all'età di 8 anni, Federico venne promesso in sposo alla principessa Jadwiga di Lituania, ma ella morì dieci anni dopo, l'8 dicembre 1431, prima che il matrimonio potesse aver luogo. Si pensa che sia stata avvelenata dalla matrigna Sofia Alšėniškė. L'11 giugno 1441, Federico II sposò Caterina di Sassonia, figlia di Federico I, Elettore di Sassonia e di Caterina di Braunschweig-Lüneburg. Ebbero quattro figli: Morte. Nel 1454 e nel 1455, concluse i Trattati di Cölln e Mewe e quindi riacquistò il Neumark dallo stato dell'Ordine Teutonico. Stanco della lunga lotta con il ducato di Pomerania, abdicò nel 1470 in favore del fratello minore Alberto Achille, si ritirò nel Principato di Bayreuth e morì il 10 febbraio 1471 a Neustadt an der Aisch.
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Dito Anulare
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Pedro de Alcântara
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Alberto III di Brandeburgo Biografia. Primi anni. Era il terzo figlio maschio di Federico I ed Elisabetta di Baviera-Landshut e nacque a Tangermünde. Dopo aver passato alcuni anni alla corte dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, prese parte alla guerra contro gli hussiti, e successivamente si distinse assistendo l'imperatore Alberto II, contro la Polonia. Regno. Alla divisione dei territori che seguì la morte del padre nel 1440, ricevette il principato di Ansbach. Anche se le sue risorse erano scarse, riuscì a resistere ai tentativi di invasione degli altri principi tedeschi e a sopprimere le rivolte indipendentiste di alcuni villaggi. Nel 1443, formò una lega contro la città di Norimberga, sulla quale alcuni membri della sua famiglia avevano formalmente esercitato il potere di burgravi, ma riuscì a trovare il pretesto per attaccare la città solo nel 1448. Dopo una serie di iniziali successi militari nella prima guerra dei margravi, venne sconfitto nella battaglia di Pillenreuther Weiher, che ebbe come esito il trattato di Bamberga (22 giugno 1450), con il quale fu obbligato a riconsegnare alla città tutti i territori conquistati e a riconoscere l'indipendenza di Norimberga e di tutti i villaggi ad essa associati. Supportò l'imperatore Federico III nei suoi scontri con i principi che desideravano riformare il Sacro Romano Impero, e come ricompensa per la sua lealtà ottenne molti privilegi, inclusa l'estensione dei diritti di giudizio che provocò non pochi motivi di astio con i governanti vicini. Nel 1457, combinò il matrimonio tra il proprio figlio Giovanni, e Margherita, figlia di Guglielmo III di Sassonia, langravio di Turingia, la quale avrebbe ereditato dalla madre, Anna d'Asburgo, i diritti di successione sui regni di Regno d'Ungheria e Boemia. Il tentativo di assicurare questi troni agli Hohenzollern fallì, e lo stesso accadde anche per quanto riguardava i propri suoi diritti sul ducato di Franconia. Lo scontro dei principi sulla riforma dell'impero culminò in una guerra aperta nel 1460, quando Alberto si confrontò con una lega guidata dal conte palatino Federico I del Palatinato e da Ludovico IX di Baviera-Landshut. Sconfitto in questo scontro, che si concluse nel 1462, concluse un'alleanza con il proprio nemico, Giorgio di Podebrady, re di Boemia, un passo che portò il papa Paolo II a scomunicarlo. Nel 1470, Alberto, che aveva ereditato il principato di Bayreuth alla morte del fratello Giovanni nel 1464, divenne margravio di Brandeburgo, portando all'abdicazione l'altro fratello, l'elettore Federico II di Brandeburgo. Venne presto utilizzato per incarichi amministrativi, e con il trattato di Prenzlau nel 1472 ottenne la Pomerania. Stabiliti i propri diritti su questo territorio, promulgò nel febbraio 1473 la "Dispositio achillea", che decretò che il margraviato di Brandeburgo sarebbe passato ai suoi discendenti primogeniti, mentre i secondogeniti avrebbero ottenuto gli altri possedimenti della famiglia in Franconia. Dopo aver tentato vanamente di far sposare uno dei suoi figli con Maria, figlia ed erede di Carlo il Temerario, duca di Borgogna, cedette il governo del Brandeburgo al figlio maggiore, Giovanni, e ritornò nei suoi possedimenti in Franconia. Prese ancora parte all'elezione di Massimiliano I d'Asburgo a re dei romani. Morì a Francoforte sull'Oder nel marzo del 1486, lasciando grandi somme di denaro. Matrimoni dinastici. Nel 1474 diede in sposa la propria figlia Barbara al duca Enrico XI di Glogau, che alla sua morte, nel 1476, le lasciò i propri possedimenti che sarebbero potuti passare alla sua famiglia: tale accordo venne contestato da un parente di Enrico, il duca Giovanni II di Sagan. Supportato dal re Mattia Corvino d'Ungheria, Giovanni di Sagan invase il Brandeburgo, mentre la Pomerania coglieva l'occasione per rivoltarsi. In seguito a queste circostanze Alberto tornò in Brandeburgo nel 1478, costringendo i pomerani a riconoscere la sua supremazia, e, dopo altri scontri, assicurò parte delle terre del duca Enrico XI alla figlia nel 1482. Matrimoni. Primo matrimonio. Sposò, il 12 novembre 1446, Margherita di Baden, figlia del margravio Giacomo I di Baden e di Caterina di Lorena. Ebbero sei figli: Secondo matrimonio. Sposò, nel 1458, Anna di Sassonia, figlia dell'elettore Federico II di Sassonia e di Margherita d'Austria. Ebbero tredici figli:
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Prudente José de Morais e Barros
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Nilo Procópio Peçanha
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Brendon Urie È stato il leader del gruppo Panic! at the Disco. Biografia. Urie nasce nello Utah, a St. George, l'ultimo di cinque fratelli. La famiglia, di credo mormone, si trasferisce a Las Vegas a due anni dalla sua nascita. Urie ha origini polinesiane dalle Hawaii, da parte di sua madre. La madre insegna pianoforte e suona l'organo per la loro chiesa, e Urie eredita la sua passione per il canto e per la musica. È un ragazzino abbastanza disubbidiente: la notte esce di nascosto dalla sua camera per andare a dei concerti hardcore e partecipare a dei party. A 13 anni Brendon fu diagnosticato con un forte caso di ADHD, ciò lo costrinse a prendere dei medicinali che però lo facevano sentire come se non si trovasse nel suo stesso corpo, perciò dopo circa un anno smise di assumere tali farmaci. Dai 14 anni frequenta la Palo Verde High School, dove incontra Brent Wilson, che frequentava la sua medesima classe di chitarra. Wilson chiese a Brendon di provare con il gruppo in cui lui suonava per rimpiazzare il chitarrista che avevano già. Brendon iniziò suonando la chitarra, ma quando gli altri componenti del gruppo lo sentirono cantare, gli chiesero di diventare il cantante. Dopo essersi impegnato per diverso tempo con il gruppo, i genitori cercarono di incoraggiarlo a scegliere il college in Arizona, ma Brendon rifiutò, e decise di dedicarsi alla musica, finendo per essere cacciato di casa per un mese. Trovò un lavoro al "Tropical Smoothie Café" per pagarsi una stanza e anche un luogo per le prove della band. Durante varie interviste ha anche ammesso che spesso cantava per i clienti abituali del locale per ottenere delle buone mance da parte di essi. Dopo aver visto le sue esibizioni, i genitori decisero di supportare il figlio nella sua carriera. Sono tuttora in ottimi rapporti. Nel 2009 si fidanza con Sarah Orzechowski, conosciuta quando ancora era impegnata in una relazione con uno dei membri della band americana Paramore; i due si sposeranno nel 2013. Nel 2015 dà ufficialmente inizio alla sua carriera come unico membro ufficiale rimasto dei Panic! At The Disco, pubblicando l'album nominato ai Grammy Awards "Death of a Bachelor". Dal 26 maggio al 6 agosto 2017 Brendon prese parte allo spettacolo di Broadway "Kinky boots", nel quale interpretò il ruolo del protagonista Charlie Price. Il 24 gennaio 2023 Brendon Urie ha annunciato lo scioglimento della band tramite un comunicato rilasciato attraverso i canali social. Vita privata. Nel 2013 si sposa con la fidanzata Sarah Orzechowski, con cui si era ufficialmente fidanzato nel settembre 2011. Il 25 febbraio 2017, Brendon annunciò su Twitter il trasferimento dalla sua casa, a causa della continua invasione di privacy da parte di alcuni fan. Nel 2018 ha fatto coming out come pansessuale. Nel 2023 Brendon e Sarah annunciano tramite la rete social la gravidanza del loro primo figlio.
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Hermes da Fonseca
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1,706,708,677.155715
Venceslau Brás Pereira Gomes
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Delfim Moreira da Costa Ribeiro
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1,706,708,677.155759
Washington Luís
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Terremoto interplacca I terremoti tettonici o terremoti interplacca sono i tipi di terremoti più comuni che avvengono ai margini tra le placche tettoniche ove si sviluppano le forze che vengono poi sprigionate improvvisamente durante il sisma. Si stima che circa il 90% dell'energia sismica venga rilasciata attraverso questo tipo di terremoti. Descrizione. In generale i terremoti sono fenomeni legati alle tensioni che si sviluppano per i movimenti reciproci delle zolle litosferiche che compongono la crosta terrestre; la maggior parte dei terremoti si verifica infatti al margine di queste zolle, in zone che vedono lo scorrimento laterale di due placche, oppure il loro accavallamento (terremoti di subduzione). Quasi tutti i terremoti che avvengono sulla superficie terrestre sono concentrati in zone ben precise ossia in prossimità dei confini tra una placca tettonica e l'altra: queste sono infatti le zone tettonicamente attive, ossia dove le placche si muovono più o meno lentamente o improvvisamente le une rispetto alle altre. Secondo la tettonica delle placche, la superficie della Terra è modellata come se fosse composta da circa una dozzina di grandi placche tettoniche, che si muovono molto lentamente (come la crescita di un'unghia della mano), a causa delle correnti di convezione dentro il mantello, posto sotto la crosta terrestre. Poiché esse non si muovono tutte nella stessa direzione, le placche spesso direttamente collidono o slittano lateralmente lungo il bordo dell'altra (faglie trasformi). In generale il movimento delle placche è lento, impercettibile (se non con strumenti appositi) e costante; tuttavia in alcune momenti e in alcune aree, a causa delle forze interne, delle pressioni, tensioni e attriti tra le masse rocciose, tali movimenti avvengono in maniera improvvisa e repentina ("come un ingranaggio che si sblocca") sviluppando così un terremoto: il lento slittamento costante tra placche diventa così in alcune aree e in alcuni momenti una sorta di movimento a scatto che genera così un terremoto. I terremoti di subduzione costituiscono quasi la metà degli eventi sismici più distruttivi. Essi sono concentrati lungo la cosiddetta "cintura di fuoco" del Pacifico, una stretta banda lunga circa 38.600 km. Il disastroso terremoto del Venerdì Santo, che nel 1964 devastò l'Alaska, è un esempio di evento di questo genere.<br> Le aree del mondo particolarmente soggette a questo tipo di eventi catastrofici sono la costa ovest del Nord America (specialmente California, la regione nord-est del mar Mediterraneo (Grecia, Italia e Turchia in particolare), Iran, Nuova Zelanda, Indonesia, Giappone, e diverse zone della Cina.
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Giovanni I di Brandeburgo Biografia. Giovanni era il figlio di Alberto III, e della sua prima moglie, Margherita di Baden. Nel 1466 succedette allo zio, il principe elettore Federico II. Egli si unì a lui nella Guerra di successione di Stettino con i duchi di Pomerania, fino a quando Federico si è dimesso nel 1470 e gli succedette il padre di Giovanni, che nel 1473 lo nominò reggente delle terre nel Brandeburgo. Matrimonio. Sposò, il 25 agosto 1476 a Berlino, Margherita di Sassonia, figlia del duca Guglielmo III di Sassonia e di Anna d'Asburgo. Ebbero sei figli: Morte. Morì nel 1499 da un attacco pleurico al Castello di Arneburg e gli succedette il figlio maggiore. Giovanni è stato il primo degli elettori Hohenzollern ad essere sepolto nel Brandeburgo, poi fu trasferito alla Cattedrale di Berlino per ordine di suo nipote Gioacchino II.
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Spinning kick (wrestling)
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Gioacchino I di Brandeburgo Biografia. Figlio maggiore di Giovanni il Cicerone di Brandeburgo, Gioacchino ricevette un'eccellente educazione sotto la direzione di Dietrich von Bülow, Vescovo di Lebus e Cancelliere dell'Università di Francoforte. Egli divenne Elettore alla morte del padre, nel gennaio del 1499. Gioacchino prese parte alle contese dei regni scandinavi, ma i suoi primi anni di governo li dedicò principalmente alla gestione dell'elettorato, dove in una certa misura venne chiamato a risolvere alcune problematiche di amministrazione interna. Egli inoltre migliorò l'amministrazione della giustizia, promosse lo sviluppo del commercio e si schierò più volte dalla parte delle popolazioni dei villaggi. Nelle elezioni imperiali del 1519, Gioacchino votò per Carlo di Borgogna, a differenza dalle proprie fazioni che volevano un voto a favore del Re Francesco I di Francia. Pur avendo ricevuto proposte da entrambe le fazioni, ma essendo grato a Carlo per un trattato di favore che gli aveva riservato, decise appunto di votare per lui; abilmente finse di votare per Francesco I per poi cambiare all'ultimo minuto. Malgrado tutto questo, le relazioni tra l'Imperatore e l'Elettore non furono molto amichevoli, e durante gli anni successivi Gioacchino si mantenne perlopiù in contatto con i nemici di Carlo. Gioacchino è più noto per essere stato un tenace sostenitore dell'ortodossia cristiana. Suo fratello, l'Arcivescovo Alberto di Magonza, fu all'inizio uno dei principali bersagli degli attacchi di Lutero. Egli spinse perciò l'Imperatore a promulgare l'Editto di Worms, e a convocare diverse diete per controbattere i nemici della riforma. Patrono dell'insegnamento, Gioacchino contribuì a fondare l'Università Viadrina di Francoforte sull'Oder nel 1506. Egli promosse Georg von Blumenthal, il "Perno del Cattolicesimo", a Cancelliere dell'Università da lui fondata, oltre a consentirgli di ottenere il titolo di Vescovo di Lebus e il privilegio di Consigliere Privato. Riunitosi assieme ad altri principi a Dessau nel luglio del 1525, divenne membro di una lega stabilita a Halle nel novembre del 1533. Ma, contro la sua volontà, la moglie, come il fratello Re Cristiano di Danimarca, divenne protestante, e nel 1528 cercò rifugio in Sassonia. Egli ebbe la mortificazione di vedere il protestantesimo glorificato anche da altri membri della sua famiglia. Matrimonio. Sposò, il 10 aprile 1502 a Stendal, Elisabetta di Danimarca (1485-1555), figlia di Giovanni di Danimarca e di Cristina di Sassonia. Ebbero cinque figli: Morte. Morì il 11 luglio 1535, all'età di 51 anni, a Stendal.
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Apparato visivo Lapparato visivo dei vertebrati è formato da due organi esterni pari e simmetrici posti nella regione anteriore della testa, gli occhi, considerati come un'appendice dell'encefalo, sia per derivazione embriologica, sia per una serie di correlazioni funzionali, come la capacità integrativa propria delle strutture nervose, che si ritrova a livello della retina. L'apparato visivo nel suo insieme è un sistema di elaborazione specializzato formato da un insieme di zone cerebrali diverse. Considerazioni preliminari. Alla fine del 1600 William Molyneux pose la questione se una persona nata cieca avesse potuto riacquistare la vista avrebbe potuto riconoscere gli oggetti con il nuovo senso? Oggi sappiamo che adeguate tecniche operatorie che possono risolvere i problemi oculari, se eseguite a molti anni dalla nascita danno risultati deludenti in quanto le aree cerebrali non hanno sviluppato un'educazione visiva. Ciò che ogni essere vivente vede è il frutto dell'elaborazione centrale di informazioni provenienti dalle retine a confronto con le esperienze precedenti. Queste vengono "pesate e smistate" dal lobo occipitale (in particolare dalle aree di Brodmann nn. 17, 18 e 19), arricchite di significato e interfacciate con le altre informazioni dalle aree associative. Si avrà infine un'immagine tridimensionale, che corrisponde a suoni, sensazioni ed emozioni. Tutto ciò che “noi vediamo” è il frutto della luce riflessa dagli oggetti, passata attraverso le pupille, distorta e ribaltata dai mezzi diottrici oculari e proiettata sulla superficie curva bidimensionale della retina, che si comporta come un trasduttore tra l'energia dei fotoni e il segnale trasmesso tramite potenziali d'azione. La retina, inoltre, è in grado di percepire colori e di dare informazioni precise e accurate riguardo allo spazio che ci circonda solo nella fovea. Inoltre, le retine di entrambi gli occhi hanno un punto cieco, dove l'immagine non può essere percepita. Tuttavia, non percepiamo un'immagine frammentata, distorta o bidimensionale: poiché è necessario un processo integrativo ed elaborativo che gestisce le innumerevoli informazioni provenienti dalla retina. Questi processi sono svolti dal cervello, il vero e proprio organo della visione. Per comprendere come il cervello operi nei processi visivi, basta soltanto considerare le cosiddette "illusioni ottiche" quali il triangolo di Kanizsa, le figure di Muller-Lyer o di Edgar Rubin. Queste illusioni mettono in luce il ruolo centrale del cervello come centro della visione: costruisce l'immagine secondo i propri canoni, sfrutta oggetti nel campo visivo per ricavare informazioni su altri (si pensi alla prospettiva; la visione su una stessa immagine di due persone, una più piccola e una più grande, fa concludere che quella più grande si trovi più vicina a noi e viceversa), analizza le profondità prendendo per assunto che la luce provenga dall'alto, così da far percepire una semisfera più chiara in basso che in alto come una semisfera concava e nel caso contrario convessa. Il cervello costruisce quindi l'immagine visiva con un processo attivo, e non passivo come ritenuto per millenni, in accordo con le moderne teorie sulla percezione e della Psicologia della Gestalt. Anatomia e Fisiologia. L'apparato visivo è formato da: Verranno in seguito analizzati in termini fisiologici tutti gli organi elencati. Coni e bastoncelli. Per la struttura microscopica della retina si rimanda all'anatomia; in questa sede verranno presi in considerazione coni, bastoncelli, cellule amacrine, cellule orizzontali, cellule bipolari e cellule gangliari e i rapporti reciproci necessari alla comprensione dei meccanismi di modulazione e trasmissione del segnale luminoso.Qui a fianco sono riportate le diverse sostanze che trasducono le informazioni che si generano nei coni e nei bastoncelli. Questi ultimi hanno il compito di "tradurre" il segnale luminoso in segnale elettrico e sono, dopo l'epitelio pigmentato (formato da melanociti ricchi di pigmento scuro in grado di fare da camera oscura), le cellule più esterne (più lontano dal centro) dell'occhio. Inoltre, di tutto il recettore, solo l'articolo esterno (segmento cellulare più esterno) è in grado di recepire l'energia luminosa. Di seguito sono riportate delle nozioni utili da tener presente per la comprensione dei fenomeni descritti successivamente. Nell'articolo esterno dei bastoncelli sono presenti numerosi dischi membranosi che galleggiano nel citoplasma, dove viene espressa una proteina di membrana a 7 segmenti, l'opsina. L'opsina contiene il retinale; il complesso opsina-retinale viene detto rodopsina. La stessa cosa nei coni, dove però i dischi membranosi non sono galleggianti, ma sono dipendenze della stessa membrana cellulare. Al buio, il retinale della rodopsina è in conformazione 11-"cis"; se colpito da un fotone, può diventare retinale tutto-trans. Questo composto è in grado di cambiare la conformazione sterica della opsina, che così attivata, può attivare molte proteine G dette trasducine, le quali sono in grado di attivare molte GMP-ciclico fosfodiesterasi, enzimi che idrolizzano in 5'-GMP un'enorme quantità di GMP-ciclico (cGMP). Dunque, se c'è luce, la concentrazione plasmatica di cGMP diminuisce criticamente. Nell'articolo esterno sono presenti numerosi canali per il sodio e per il calcio. Se questi canali sono aperti nel citoplasma ci sarà una notevole concentrazione di questi soluti, mantenuta tuttavia adeguata dalla pompa sodio-potassio e da pompe per il calcio che lo estrudono costitutivamente. Se i canali del sodio/calcio sono aperti, allora la conduttanza specifica per questi ioni è alta: questo è il motivo per cui in un cono o bastoncello il potenziale di riposo di membrana (di riposo, ovvero al buio, non stimolato) è più depolarizzato che in un normale neurone (-40mV). Al buio, dunque, la cellula sarà ricca di sodio e di calcio; quest'ultimo ione è il principale responsabile dell'esocitosi delle vescicole contenenti glutammato. È importante inoltre sottolineare che questi canali per il sodio/calcio, al buio, sono mantenuti aperti dal legame con il GMP ciclico che si lega nel lato citosolico del canale e che sia al buio che alla luce sono presenti nell'articolo interno un gran numero di canali per il potassio sempre aperti, che garantiscono una corrente uscente di potassio costante. Dunque, se arriva luce nei coni e nei bastoncelli allora ci sarà molto meno cGMP nella cellula. Tanto meno cGMP ci sarà nella cellula tanti meno canali per il sodio/calcio saranno aperti. In presenza di luce, pertanto, i canali per il sodio/calcio tenderanno a chiudersi. La chiusura dei canali per il sodio/calcio comporta una serie di conseguenze innescate dal crollo della conduttanza specifica per questi ioni. Tuttavia la conduttanza del potassio rimarrà costante e garantirà una corrente uscente continua. Questo porta ad una iperpolarizzazione del recettore, il quale passerà da -40mV a -75mV, potenziale al quale il recettore non secerne neurotrasmettitore. In conclusione, i recettori della retina sono cellule del tutto particolari che, a differenza della maggior parte dei neuroni, trasmettono il segnale come uno stimolo elettrotonico iperpolarizzante invece che depolarizzante. Dunque, se si ha iperpolarizzazione, si ha segnale. Adattamento. Se si passa da una stanza molto buia, ad una stanza molto illuminata, si ha il fenomeno dell'abbagliamento, che di solito dura pochi secondi. Tuttavia, è stato spiegato che uno stimolo luminoso provoca una iperpolarizzazione. È logico pensare che, passando da una stanza buia ad una stanza molto illuminata, ci sarà una iperpolarizzazione massiva di tutti i fotorecettori, che a questo punto non potranno più iperpolarizzarsi ulteriormente e trasmettere, ad esempio, i particolari della stanza, cosa notoriamente non vera. Infatti, mentre siamo abbagliati, hanno luogo una serie di eventi che ci permettono di distinguere ulteriori particolari. In primo luogo, un riflesso parasimpatico, successivamente descritto, fa restringere la pupilla, ostacolando l'eccessiva entrata di luce. In secondo luogo, si ha un fenomeno di adattamento cellulare, dato che: Dunque, date queste premesse, se un recettore è illuminato, la concentrazione di calcio diminuisce. Se la concentrazione di calcio diminuisce, la concentrazione di cGMP aumenta, poiché si riattiva la guanilato ciclasi e si inibisce la cGMP-fosfodiesterasi. Se la concentrazione di cGMP aumenta, allora si riaprono i canali per il sodio/calcio, depolarizzando la cellula. Questa depolarizzazione verso il potenziale di riposo di -40mV, rende possibile una nuova stimolazione iperpolarizzante e dunque i recettori possono ritornare a segnalare, ad esempio, i dettagli di una stanza molto illuminata. Cellule gangliari e la rete degli interneuroni. L'iperpolarizzazione di coni e bastoncelli, dovuta allo stimolo luminoso, porta alla cessazione della secrezione di glutammato, per il quale cellule più interne e in sinapsi con gli stessi coni o bastoncelli, le cellule bipolari, hanno recettori di membrana. Nelle cellule bipolari, non si ha ancora potenziale d'azione e l'impulso elettrico, iperpolarizzante o depolarizzante, generato dai canali sensibili al glutammato, viene condotto elettrotonicamente. Se una cellula bipolare viene depolarizzata, essa secernerà neurotrasmettitori eccitatori alle cellule gangliari, poste più internamente, nelle quali si genererà il potenziale d'azione. Cellule gangliari. Le cellule gangliari sono le prime cellule del sistema visivo nelle quali si generano potenziali d'azione. I loro assoni proiettano al pretetto, per le risposte vegetative, al collicolo superiore, affinché le informazioni visive vengano interfacciate con le altre informazioni sensoriali e al corpo genicolato laterale del talamo, per entrare in sinapsi con neuroni che proiettano alla corteccia striata. Questi assoni convergono tutti verso il punto cieco della retina, là dove si uniscono per formare il nervo ottico. Le cellule gangliari possono essere distinte in cellule M (per magnae o grandi) e cellule P (per "parvae" o piccole). Le cellule M sono connesse con un gran numero di coni e bastoncelli e per questo sono in grado di fornire informazioni sul movimento di un oggetto o su rapide variazioni del contesto luminoso. Le cellule P sono connesse con un minor numero di recettori e sono adatte a fornire informazioni sulla forma e sul colore di un oggetto. Questa distinzione anatomo/funzionale è importantissima: gli assoni provenienti dalle cellule M e dalle cellule P rimangono segregati anche a livello centrale. Questi infatti proiettano a zone distinte del corpo genicolato laterale: inoltre, dal corpo genicolato laterale, le informazioni provenienti dai 2 tipi cellulari, vengono smistate a zone diverse della corteccia striata. Da qui, le informazioni prendono due vie distinte; la via ventrale, per le informazioni in gran parte provenienti dalle cellule P e la via dorsale, per le informazioni in gran parte provenienti dalle cellule M. Campi recettivi: cellule centro-on e cellule centro-off. Sia le cellule P che le cellule M possono essere distinte ulteriormente in cellule gangliari centro-on e cellule gangliari centro-off. Al fine di comprendere la distinzione occorre definire il concetto di campo recettivo. Per un neurone gangliare delle radici posteriori del midollo spinale (le cellule deputate alla percezione degli stimoli tattili-termici-dolorifici) il campo recettivo è quella porzione di cute che se stimolata opportunamente produce la massima attivazione dello stesso neurone gangliare. Analogamente, per una cellula gangliare retinica il campo recettivo è quella porzione di retina che se stimolata produce la massima risposta della stessa cellula gangliare. Analogamente ai campi recettivi presenti nella cute, i campi recettivi retinici possono essere più o meno estesi e a seconda della loro grandezza, forniscono informazioni più o meno precise sulla natura di uno stimolo. In particolare, più sono piccoli i campi recettivi, maggiore sarà la loro densità e migliore sarà la discriminazione di un dato oggetto (per la cute, ad esempio, i polpastrelli hanno campi recettivi minuscoli e hanno dunque un'enorme possibilità discriminativa). Si comprende ora che i campi recettivi delle cellule M sono molto grandi, mentre quelli delle cellule P sono piccoli ed è questo il motivo della loro elevatissima capacità discriminativa. Ad una cellula gangliare sono collegati un certo numero di recettori; maggiore sarà il numero di questi recettori, maggiore sarà il campo recettivo. In particolare, si ha che un certo numero di recettori in un'area circolare di retina è connesso con un certo numero, minore, di cellule bipolari, le quali sono connesse con una sola cellula gangliare. A questo punto è lecito aspettarsi che la stimolazione luminosa di questa area circolare di retina (il campo recettivo), produrrà una certa risposta della cellula gangliare. La risposta della cellula gangliare allo stimolo luminoso varia a seconda del tipo di cellula che viene investita dallo stimolo luminoso Infatti, se viene investito il campo recettivo di una cellula centro-on dallo stesso stimolo luminoso che investe il campo recettivo di una cellula centro-off, si produce una risposta diversa. Nella figura sono illustrate le differenze di risposta di queste cellule per uno stesso stimolo luminoso. Si comprende quindi che: Queste proprietà di cellule centro-on e cellule centro-off permettono 2 cose: Interneuroni. In precedenza sono stati descritti i fenomeni associati alla presenza di campi recettivi retinici centro on e centro off. È stato chiarito come l'integrazione delle informazioni derivanti dalle cellule gangliari competenti per questi campi sia importante per la discriminazione dei contrasti, fondamentale per l'analisi visiva. Tuttavia, non sono né le cellule gangliari né i recettori i responsabili di questa discriminazione: le cellule responsabili del fenomeno sono gli interneuroni della retina, che tramite una rete di contatti reciproci, sono in grado di costituire “l'impalcatura” necessaria alla costruzione dei campi recettivi centro on e centro off. Prima di procedere con un'analisi più approfondita dei fenomeni di fisiologia molecolare occorre ricordare che esistono diversi specie di interneuroni nella retina, tra cui le cellule orizzontali, le cellule amacrine e le cellule bipolari. Si rimanda all'anatomia microscopica della retina per la comprensione dei rapporti specifici che questi interneuroni contraggono tra loro, con i recettori e con le cellule gangliari. Tuttavia uno schema anatomico generale può facilitare la comprensione, prendendo in analisi una retina si ha che: Inoltre è opportuno ricordare che, tra tutti i neuroni, solo i neuroni depolarizzati sono in grado di aprire i canali per il calcio e solo il calcio è in grado di scatenare la fusione di vescicole secretorie, pertanto il neurotrasmettitore può essere secreto solo da neuroni in stato depolarizzato. Si noti anche che tra tutte le cellule della retina, solo le cellule gangliari, siano esse P o M, centro on o centro off, sono in grado di produrre potenziali d'azione. Tutte le altre sono cellule che in risposta a stimoli conducono elettrotonicamente variazioni del potenziale di membrana. La figura qui a fianco fornisce 2 esempi tipici di facile comprensione, illustranti la via diretta e la via indiretta. Nel primo caso si analizza un recettore del centro del campo recettivo, nel secondo un recettore della periferia del campo recettivo. Via diretta. Si prenda un bastoncello del centro; Se colpito dall'onda luminosa, esso (si veda sopra) tende alla iperpolarizzazione. Questo è uno stato che impedisce il rilascio di neurotrasmettitore; l'assenza di neurotrasmettitore ha un duplice effetto: Analizzando gli effetti, si avrà che, in presenza di luce centrale, gli assoni provenienti dalle cellule gangliari centro on condurranno treni di potenziali d'azione, informando strutture superiori della presenza di luce nel centro; inoltre gli assoni provenienti dalle cellule gangliari centro off avranno una scarica molto minore, informando i centri superiori della presenza di luce nel centro (una sorta di rinforzo e conferma reciproca). Se invece il bastoncello non è colpito dall'onda luminosa si trova in uno stato di riposo, “costitutivamente” depolarizzato, secernente “costitutivamente” un neurotrasmettitore, il glutammato. Tale neurotrasmettitore secreto dai bastoncelli ha un duplice effetto sulle cellule bipolari: Analizzando gli effetti anche in questo caso, si avrà che, in assenza di luce centrale, gli assoni provenienti dalle cellule gangliari centro-off condurranno treni di potenziali d'azione, informando strutture superiori dell'assenza di luce nel centro; inoltre gli assoni provenienti dalle cellule gangliari centro-on avranno una scarica molto minore, informando i centri superiori dell'assenza di luce nel centro (anche qui si ha dunque rinforzo e conferma). Questi primi due fenomeni fanno riferimento alla parte superiore della figura qui a fianco. Via Indiretta. La parte inferiore può risultare di difficile comprensione se non viene “letta” con le seguenti nozioni: Si prenda un campo recettivo centro-off, stimolato adeguatamente da un fascio di luce periferico; si avrà che: Gli stessi fenomeni avvengono in senso opposto nei campi recettivi centro-on. Retina. Per la trattazione “fisiologica” occorre invece intendere la retina come un “epitelio sensitivo” che percepisce e interpreta l'informazione luminosa proveniente dalla pupilla. Inoltre l'informazione luminosa viene ribaltata e proiettata su una superficie di una semisfera concava con capacità discriminative non uniformi; quello che ne risulta è sicuramente un'immagine distorta. Questo è un punto importante, che focalizza l'attenzione sul ruolo primario del cervello sulla costruzione di un'immagine coerente, “piana” e dettagliata. La massima capacità discriminativa è localizzata nella fovea, una zona della retina con la massima concentrazione di coni. La fovea è il punto della retina con maggiore discriminazione spaziale; non solo, è anche il punto in cui si ha la maggiore discriminazione e il maggior confronto cromatico (si veda più avanti la trattazione della visione dei colori). Per sperimentare questo fatto basta chiedere a qualcuno di mostrarci dei colori (cartoncini colorati) mentre siamo impegnati a fissare un qualche cosa lontana dalla persona. Benché la persona con i cartoncini colorati cada nel nostro campo visivo, più questa è lontana dal punto di fuoco più sarà difficile per noi distinguere i colori. Per ogni occhio, la fovea è disposta lateralmente al punto cieco (vedi figura qui a fianco), zona di uscita degli assoni provenienti dalle cellule gangliari; è dunque logico che questa piccola zona non è in grado di recepire gli stimoli visivi (da cui il nome). È da notare che il sistema motorio oculare tende a mantenere l'occhio in una posizione tale da consentire soprattutto alla fovea di analizzare il particolare osservato. Si può perciò affermare (è un'evidenza sperimentale) che il sistema visivo muove la fovea verso un particolare e ne costruisce un contesto appropriato intorno. Si immagini di osservare una figura. Immediatamente le fovee vengono mosse lungo tutti i punti della figura che attirano l'attenzione (in un volto, ad esempio, i punti di interesse sono gli occhi, il naso, la bocca, gli zigomi); in seguito i movimenti diventano sempre più lenti fino a fissare un particolare che ci interessa (punto di fuoco). A questo punto la corteccia comincia a costruire l'immagine visiva, soprattutto tramite la serie di “scatti veloci” impressi in precedenza dai movimenti delle fovee e in parte minore dal contesto analizzato dalle parti periferiche alla fovea. Il sistema motorio oculare è dunque impegnato costantemente per muovere la fovea. Questi movimenti sono detti saccadici o semplicemente "saccadi", determinati da complessi schemi motori integrati e veicolati da nuclei quali il collicolo superiore in base alle informazioni che provengono dalla corteccia. Si possono raggiungere velocità di movimento dell'ordine di 900 gradi al secondo, accompagnati da soste di fissazione che durano in media 300 ms. È interessante notare che in questi tempi, il sistema visivo della corteccia non è in grado di derivare un quadro completo dell'immagine, ma riceve informazioni "abbozzate" della scena visiva, quelli che, in precedenza, sono stati chiamati, per comprensione, "scatti veloci". Si potrebbe erroneamente dedurre che le parti periferiche della retina siano poco importanti; al contrario, queste zone, ricche di bastoncelli, sono le maggiori responsabili della percezione del movimento, ma anche dei contrasti (questo soprattutto in visione crepuscolare) e della profondità. Inoltre per ogni retina è possibile distinguere due parti: una emiretina nasale (ovvero la metà retina di un occhio prospiciente verso il naso) e una emiretina temporale. La trattazione specifica delle conseguenze fisiologiche di questa divisione avverrà in seguito. Ciò che deve essere invece chiaro a questo livello è che le informazioni visive che cadono sull'emiretina nasale sono quelle che arrivano dal campo visivo laterale; le informazioni visive che cadono sull'emiretina temporale sono quelle che arrivano dal campo visivo mediale. Ogni emiretina nasale è, per ciascun occhio, competente per la parte di campo di visivo più esterna, mentre l'emiretina temporale è competente per la parte di capo visivo più interna. Queste informazioni prevenienti da ogni singola emiretina rimangono segregate per l'intero tragitto nelle vie visive centrali, così come lo rimangono le informazioni distinte veicolate dagli assoni delle cellule gangliari P e delle cellule gagliari M. Nervo ottico e tratto ottico. Ogni nervo ottico è composto dagli assoni delle cellule gangliari che risiedono nella retina nasale e nella retina temporale di un singolo occhio. Questo comporta che la lesione di un nervo ottico provoca cecità nell'emicampo visivo ipsilaterale alla lesione. Il tratto ottico è una continuazione del nervo ottico, che decorre dal chiasma ottico (nel quale si ha un parziale incrociamento delle fibre nervose provenienti dalle due emiretine di ciascun occhio) al corpo genicolato laterale del talamo. Il tratto ottico di destra è composto dalle fibre nervose provenienti dall'emiretina temporale dell'occhio destro e dall'emiretina nasale dell'occhio sinistro; viceversa, il tratto ottico di sinistra è composto dalle fibre provenienti dall'emiretina temporale dell'occhio sinistro e dall'emiretina nasale dell'occhio destro. In pratica, ciascun tratto ottico contiene la rappresentazione completa dell'emicampo visivo controlaterale. Si avrà, dunque, che la corteccia visiva destra "vedrà" il campo visivo di sinistra, mentre la corteccia visiva sinistra "vedrà" il campo visivo di destra. Una lesione a carico del tratto ottico produce emianopsia omonima controlaterale, cioè la cecità della stessa metà del campo visivo di ciascun occhio. Le informazioni veicolate dai tratti ottici hanno fondamentalmente 3 destinazioni: Verranno ora prese in considerazione queste importanti stazioni. Pretetto. La zona del pretetto è formata da un gruppo di nuclei posti anteriormente e superiormente al collicolo superiore, nel punto in cui il mesencefalo si continua con il talamo. Questi nuclei sono importanti poiché sono i principali responsabili delle risposte vegetative connesse con l'apparato visivo; queste risposte sono il riflesso di costrizione e di dilatazione della pupilla, entrambi consensuali, mediati rispettivamente dal sistema parasimpatico e da sistema simpatico. Sono inoltre importanti i riflessi di puntamento in risposta ad uno stimolo visivo localizzato perifericamente al punto di fissazione foveale; tuttavia questi ultimi hanno sede solo in parte nel pretetto, poiché i movimenti oculari sono in gran parte governati da stimoli provenienti dal collicolo superiore, dalla corteccia e da alcuni nuclei che, in generale, integrano e interfacciano le diverse informazioni sensoriali, evocando una risposta di idoneo movimento oculare (si pensi ad un suono o ad uno stimolo tattile che catturano la nostra attenzione visiva). Di seguito e in figura sono trattate le importanti risposte che hanno sede nel pretetto; le risposte evocate dalla stimolazione collicolare e corticale sono trattate successivamente. Riflesso di costrizione della pupilla. Il riflesso di costrizione della pupilla è un riflesso mediato dal sistema parasimpatico molto importante indagato nella pratica clinica neurologica, utile affinché il soggetto non venga abbagliato prima che entrino in atto tutti i processi di adattamento descritti precedentemente. Una luce intensa è in grado di provocare questo riflesso innescando un processo che ha come sede principale i nuclei del pretetto. Questi proiettano assoni verso il nucleo di Edinger-Westphal (o nucleo oculomotore accessorio), un piccolo nucleo parasimpatico posto nelle immediate vicinanze del nucleo oculomotore. Il nucleo di Edinger-Westphal proietta assoni pregangliari verso il ganglio ciliare. È importante notare che queste fibre pregangliari "viaggiano insieme" al nervo oculomotore fino al ganglio ciliare. Dal ganglio ciliare si originano i nervi ciliari brevi, fibre parasimpatiche postgangliari che stimolando il muscolo costrittore della pupilla ne provocano la contrazione. Riflesso di dilatazione della pupilla. Il riflesso di dilatazione della pupilla, anch'esso indagato nella pratica neurologica, è un riflesso mediato dal sistema simpatico molto importante, utile nelle condizioni di poca luce ambientale. Permette infatti l'aumento del diametro della pupilla, consentendo alla retina di "lavorare" con un maggiore afflusso di informazioni luminose. Le poche informazioni luminose che arrivano al pretetto stimolano i neuroni di questi nuclei a contattare, tramite un collaterale della Via Tetto-Spinale laterale, i motoneuroni viscerali della lamina VII presenti a livello di C8-T1 che vanno a costituire il centro cilio-spinale di Budge. Dal centro ciliospinale si dipartono fibre simpatiche pregangliari che risalgono i gangli paravertebrali fino a contattare sinapticamente i neuroni del ganglio cervicale superiore. Da questi si dipartono fibre simpatiche postgangliari che salgono parallelamente all'arteria carotide interna, fino a raggiungere il plesso carotico interno e da qui il plesso cavernoso a ridosso dell'anello tendineo comune. Parte delle fibre si portano successivamente al ganglio ciliare (radice simpatica del ganglio ciliare) e da qui giungono, senza contrarre sinapsi nel ganglio, al muscolo dilatatore della pupilla, tramite i nervi ciliari brevi (che possono essere dunque sia simpatici che parasimpatici). La restante parte delle fibre, in corrispondenza del plesso cavernoso, entra in anastomosi col nervo naso-ciliare (collaterale del nervo oftalmico), giungendo poi all'iride per mezzo del nervo ciliare lungo. Riflessi di puntamento. Se immagini di stare a guardare un punto di fisso di un paesaggio, le fovee si dispongono affinché la proiezione di quel particolare fissato cada perfettamente su di esse. L'immagine della maggior parte del paesaggio cade dunque in zone retiniche che non hanno le stesse proprietà discriminative della fovea. Tuttavia è importante, per l'uomo e per l'animale, riuscire ad avvertire nel paesaggio "di sfondo" che circonda il fuoco movimenti rapidi e improvvisi che possono comportare pericolo. L'avvertimento della perturbazione è analizzato dalla corteccia, dal collicolo e dal pretetto. Istintivamente il pretetto contatta i nuclei oculomotori (poco), ma soprattutto i motoneuroni dei muscoli cervicali, sincronizzando e stimolando la loro azione in modo da portare il capo (e dunque occhi e fovee) verso il punto di perturbazione rilevato. Le vie discendenti che dal pretetto vanno a contattare questi motoneuroni sono la via tetto-spinale mediale (in larga parte) e parte della via tetto-spinale laterale, utilizzata soprattutto dal riflesso di dilatazione delle pupille. Detto questo, occorre considerare che sebbene si tratti di un vero e proprio riflesso istintivo, questo può essere soverchiato dalla corteccia (dalla volontà), nel momento in cui il soggetto decide di non rispondere ad uno stimolo che invade il suo campo visivo. Questo non succede invece con il riflessi di costrizione e dilatazione della pupilla, assolutamente non allacciati al controllo volontario. Cosa importante è ricordare che i riflessi di puntamento utilizzano preferenzialmente i muscoli del collo, poiché potenti e in grado di resistere alla fatica. Non è di secondaria importanza il fatto che, ruotando il capo invece degli occhi, il soggetto si ritrova anche orecchi, naso e bocca indirizzati verso lo stimolo, elementi che possono aiutare a comprendere la natura della perturbazione. Rivalità binoculare. La "rivalità binoculare" è la situazione che si viene a creare quando ad un occhio viene presentata contemporaneamente un'immagine diversa dall'altro occhio, tanto che la nostra percezione passa da una all'altra immagine per volta. Collicolo superiore. Nell'immagine qui a fianco è rappresentata la superficie posteriore del tronco dell'encefalo dopo asportazione del cervelletto. In blu è possibile apprezzare superiormente il corpo genicolato laterale e inferiormente il collicolo superiore; quest'ultimo è un importante stazione mesencefalica corrispondente al tetto ottico dei vertebrati inferiori.L'analisi istologica rivela una complessa struttura a 7 strati, composta da diversi tipi di neuroni sui quali si scaricano informazioni provenienti dalle retine, dai nuclei della base, dalla corteccia e dagli organi di senso. In particolare, le informazioni visive si scaricano sugli strati superficiali, le informazioni acustiche sugli strati intermedi e le informazioni somatiche sugli strati profondi. Analisi approfondite hanno rivelato una disposizione topografica dei neuroni del collicolo superiore; la mappa retinotopica superficiale è disposta in modo da essere congruente alla mappa somatosensitiva e uditiva presente negli strati più profondi. Non solo: negli strati di confine sono presenti neuroni multimodali ai quali scaricano contemporaneamente i neuroni della mappa visiva e i neuroni della mappa somatosensitava e uditiva. Il risultato è l'integrazione di diversi segnali sensoriali, fenomeno che trova riscontro nella percezione complessa dello spazio esplorato dai sensi. Si immagini ad esempio di vedere una rondine in volo mentre emette il caratteristico canto: per opera delle integrazioni collicolari il sistema nervoso è in grado di associare il canto (un suono) alla rondine (l'immagine), oppure di dirigere lo sguardo verso il suono. Non solo: grazie alla precisa mappatura degli stimoli si ha la possibilità di associare un suono ad una data immagine e non ad un'altra. Ancora: una carezza inaspettata evocherà il puntamento istintivo della zona di cute toccata. Si può allora considerare il collicolo superiore come un insieme di neuroni che nell'insieme formano un complesso sistema di trasduzione di coordinate. Dato che le coordinate naturali delle tre modalità sensoriali sono differenti (coordinate retiniche per la vista, coordinate centrate sul capo per l'udito, coordinate centrate sul tronco per la stimolazione propriocettiva), allora anche la rappresentazione spaziale degli stimoli avviene in modi differenti: le cellule visive propriamente dette codificano l'errore retinico, ovvero il vettore che rappresenta la distanza dello stimolo dalla fovea; le cellule quasi-visive (le cellule "in transizione" tra uno stato ed un altro) codificano la posizione degli stimoli in coordinate centrate sul capo; le cellule uditive sono sensibili sia alla posizione del suono che a quella degli occhi: sottraendo la posizione degli occhi alla posizione del suono codificata in coordinate centrate sul capo otteniamo la posizione del suono in coordinate centrate sulla retina. Per quanto riguarda la trattazione per il solo apparato visivo, è interessante notare come le informazioni veicolate dal tratto ottico trovino nel collicolo superiore una stazione importante non solo per il confronto sensoriale ma anche per evocare una serie di movimenti oculari strettamente connessi con l'attività dei centri superiori. Le informazioni provenienti dalla retina possono biforcarsi a livello del mesencefalo per dare una collaterale della via visiva centrale destinata al corpo genicolato laterale; inoltre esistono fibre che non si biforcano, destinate al solo (fibre tipo W) collicolo. Da qui le informazioni, dopo essere state adeguatamente integrate e confrontate, hanno diversi possibili destini: Queste proiezioni testimoniano i ruolo centrale del collicolo superiore nel controllo dei movimenti oculari e cervicali, finemente regolati da centri superiori come la corteccia e i nuclei della base. In particolare, zone diverse della corteccia controllano i movimenti oculari proiettando agli strati profondi del collicolo superiore. I nuclei della base, insieme alla regione media della corteccia parietale, sono i principali responsabili dell'attenzione visiva; la regione anteriore della corteccia parietale è invece connessa con i processi di fissazione. Corpo genicolato laterale. Il corpo genicolato laterale (CGL) è una stazione talamica preposta allo smistamento delle informazioni visive provenienti dal tratto ottico. È opportuno ricordare che un singolo tratto ottico è composto dalle fibre provenienti da entrambi gli occhi. In particolare, dunque, un singolo corpo genicolato laterale riceve le afferenze dell'emiretina temporale ipsilaterale e della emiretina nasale controlaterale, cioè due rappresentazioni dell'emicampo visivo controlaterale. Inoltre, si deve ricordare che le fibre provenienti dalle singole retine sono composte da assoni provenienti sia dalle cellule gangliari di tipo M, sia da cellule gangliari di tipo P. A livello del CGL questa divisione non solo si mantiene, ma viene ulteriormente scomposta per essere indirizzata a zone diverse della corteccia striata. Il CGL è infatti diviso in 6 lamine concentriche; due di queste hanno afferenze esclusive dalle cellule gangliari M, mentre le restanti 4 ricevono da cellule gangliari P. In particolare: Si ha dunque che le lamine 1, 4 e 6 hanno afferenze miste controlaterali, mentre le lamine 2, 3 e 5 hanno afferenze miste ipsilaterali. Deve essere inoltre sottolineato che a livello del CGL si mantiene un preciso ordine retinotopico: la parte centrale del campo visivo è rappresentata posteriormente e centralmente, la parte periferica anteriormente, la metà inferiore medialmente e dorsalmente, la metà superiore lateralmente e ventralmente. L'analisi in parallelo delle informazioni veicolate dalle cellule gangliari P ed M è particolarmente importante per la corretta percezione del colore e dell'illuminazione, oltre a fornire canali preferenziali per i processi di discriminazione spaziale e temporale. La tabella qui sopra mostra le proprietà più importanti delle cellule M e P. Queste differenze verranno prese in considerazione successivamente per la trattazione della corteccia striata. Radiazione ottica. Dal corpo genicolato laterale, l'informazione visiva viene proiettata alle area di corteccia intorno alla scissura calcarina (corteccia visiva). L'insieme degli assoni tesi tra queste due strutture viene detto via genicolo-calcarina o radiazione ottica. La compartimentazione delle informazioni visive operata dalle varie strutture fa sì che la corteccia visiva "veda" l'emicampo visivo controlaterale. Non solo; le informazioni provenienti dalla metà superiore del campo visivo vengono proiettate al labbro inferiore (rispetto alla scissura calcarina) della corteccia visiva, mentre le informazioni provenienti dalla metà inferiore del campo visivo vengono proiettate al labbro superiore. La radiazione visiva assume quindi un aspetto a "ventaglio", con il manico posto nel corpo genicolato laterale e con il bordo perpendicolare alla scissura calcarina. Questa considerazione è particolarmente importante in patologia, poiché permette di riconoscere il punto di lesione della via ottica a seconda del difetto di campo visivo riferito. Corteccia visiva. Corteccia visiva primaria. È l'area 17 di Brodmann, nel lobo occipitale. Riceve le informazioni dalla parte controlaterale del campo visivo. Le innervazioni sono perfettamente retinotopiche, ovvero spazialmente organizzate come i recettori sulla retina. Dividendo il campo visivo in 4 settori le aree che ricevono la porzione in alto a sinistra si trovano sotto la scissura calcarina nell'emisfero destro, il settore in basso a destra giungerà sopra la scissura calcarina nell'emisfero sinistro. La corteccia visiva è organizzata in 6 strati. Le afferenze arrivano principalmente al 4º strato (A, B, Cα, Cβ). Le fibre del cammino magno (M) arrivano allo strato 4Cα, da dove sono proiettate al 4B. Al 4Cβ e al 4A giungono le afferenze del cammino parvo, per essere inviate agli strati 2 e 3, mentre il cammino (K) giunge nei cosiddetti "blob". L'organizzazione in strati è fondamentale, non solo dal punto di vista anatomico ma anche funzionale. Infatti immersi in questi livelli vi sono due tipi principali di cellule, le cellule semplici (strati 4 e 6) e le cellule complesse (1, 2, 3 e 5). In quest'area della corteccia si procede all'estrazione di bordi a partire dall'immagine in contrasto proveniente dal nucleo genicolato laterale. Ogni cellula semplice riceve in ingresso le informazioni di luminosità e le organizza in una zona centrale (eccitatoria) e una periferica (inibitoria) a formare un nuovo campo percettivo. Questo è organizzato in modo da permettere il riconoscimento di una linea opportunamente inclinata, posizionata nella zona eccitatoria. La funzione svolta, possiamo dire, si avvicina all'estrazione di bordi tipica dell'image processing. Le cellule complesse a loro volta hanno come ingresso l'informazione prodotta dalle cellule semplici. Ciascun campo percettivo viene affiancato ed in parte sovrapposto, a formare delle aree prive di una specifica zona di attivazione/inibizione, ma specifiche per il riconoscimento di bordi, secondo una specifica inclinazione, a prescindere dalla posizione nel campo percettivo. Le cellule dei blob invece sono specializzate nell'elaborazione dell'informazione cromatica, ma totalmente insensibili a direzioni. Le cellule risultano quindi organizzate in colonne. Ogni colonna è formata dagli strati della corteccia, in ciascuno dei quali le cellule si attivano per una stessa direzione specifica con lo stesso campo percettivo come riferimento. Inoltre nelle zone adiacenti studi elettroencefalografici hanno dimostrato l'esistenza di colonne che codificano per le altre direzioni, ma per lo stesso campo percettivo. La sovrastruttura che comprende tutte le colonne di un determinato campo percettivo prende il nome di ipercolonna, ogni ipercolonna è affiancata a quella la cui afferenze provengono dall'area omologa dell'occhio controlaterale. Le efferenze della V1 sono dirette sia ad altre zone corticali (dagli strati 2, 3 e 4B) sia ai centri profondi per le funzioni di feedback al nucleo genicolato laterale, al pretetto e al collicolo superiore (dagli strati 5 e 6). Corteccia visiva secondaria. La corteccia visiva secondaria (V2), nota anche come pre-striata, è la seconda area più estesa della corteccia visiva. Riceve informazioni dall'area V1 e si connette alla V3, V4 e V5. Invia anche forti proiezioni retroattive alla V1. La corteccia secondaria è divisa in quattro quadranti, che forniscono una mappa completa del campo visivo. Molti dei neuroni di quest'area sono regolati da caratteristiche visive semplici come l'orientamento, lo spazio, le dimensioni, il colore e la forma. Corteccia visiva terziaria. La corteccia visiva ha terziaria si trova di fronte alla secondaria. Può essere anatomicamente localizzata nell'area di Brodmann 19. L'area V3 svolgerebbe un ruolo nel processare i movimenti. La corteccia ventrale V3, ha connessioni più deboli con la l'area visiva primaria, e connessioni più forti con la corteccia temporale inferiore.
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1,706,708,677.156065