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---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Dal 2000 al 2007, di quanto è aumentata la spesa totale per il gioco d'azzardo in Italia? | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)"
] | D | [
"(A) Di 14,3 miliardi",
"(B) Di 18,8 miliardi",
"(C) Di 19,7 miliardi",
"(D) Di 27,9 miliardi"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
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] | null |
In media, su ogni 10 euro spesi dai giocatori italiani nel 2007, quanto è tornato in tasca ai giocatori? | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)"
] | B | [
"(A) 1 euro",
"(B) 6,8 euro",
"(C) 2,2 euro",
"(D) 7,2 euro"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
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] | null |
Nel testo (righe 15‐17) si dice che l'Italia è al primo posto per la spesa pro capite, ma il Giappone è al primo posto per la spesa totale nel gioco d'azzardo. Come si spiega questo dato? | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)"
] | A | [
"(A) Il Giappone ha un maggior numero di abitanti",
"(B) L'Italia ha una percentuale più alta di giocatori",
"(C) In Italia ogni giocatore spende somme minori",
"(D) In Giappone ci sono più giocatori patologici"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
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] | null |
Il numero di giocatori patologici è raddoppiato in Italia dal 2000 al 2007 | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)",
"In base al testo quali delle seguenti affermazioni sulla dipendenza patologica dal gioco d'azzardo si possono fare e quali non si possono fare? Metti una crocetta per ogni riga"
] | B | [
"(A) Si può\naffermare",
"(B) Non si può affermare"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
"image-106.png"
] | null |
Fino al 3% delle persone che giocano d'azzardo rischiano di diventare giocatori patologici | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)",
"In base al testo quali delle seguenti affermazioni sulla dipendenza patologica dal gioco d'azzardo si possono fare e quali non si possono fare? Metti una crocetta per ogni riga"
] | A | [
"(A) Si può\naffermare",
"(B) Non si può affermare"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
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] | null |
La percentuale di persone vittime del gioco patologico si è rivelata simile in molti Paesi | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)",
"In base al testo quali delle seguenti affermazioni sulla dipendenza patologica dal gioco d'azzardo si possono fare e quali non si possono fare? Metti una crocetta per ogni riga"
] | A | [
"(A) Si può\naffermare",
"(B) Non si può affermare"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
"image-106.png"
] | null |
Ridurre la quantità dei giochi d'azzardo disponibili potrebbe far diminuire il numero di persone che diventano giocatori patologici | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)",
"In base al testo quali delle seguenti affermazioni sulla dipendenza patologica dal gioco d'azzardo si possono fare e quali non si possono fare? Metti una crocetta per ogni riga"
] | A | [
"(A) Si può\naffermare",
"(B) Non si può affermare"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
"image-106.png"
] | null |
A che cosa si riferisce l'espressione "possibilità di accesso temporale" (riga 31)? | [
"Gioco d'azzardo: Italia prima al mondo\n\nQuella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim. \nSe si analizza la spesa pro capite, l'Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a \npersona. Del resto, la spesa per il gioco d'azzardo degli italiani è aumentata ben del 19,7% \nnel 2007 rispetto al 2006, con una raccolta complessiva di 42,2 miliardi di euro (2% del \n(riga 5) prodotto interno lordo). Erano stati 14,3 i miliardi di euro incassati nel 2000. \nQuesti dati preoccupanti sono stati resi noti nell'ambito del progetto \"Creazione di \nuna banca dati sul gioco d'azzardo\" che il ministero della Solidarietà Sociale ha affidato al \nGruppo Abele di Torino. \n\nEvoluzione della spesa degli italiani\nper il gioco d’azzardo\n(in miliardi di euro)\n(image)[image-106.png]\n\nRiccardo Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e \n(riga 10) dei comportamenti a rischio ‐ www. gambling. it) afferma che \"l'aumento complessivo delle \nentrate derivanti dai giochi è imputabile soprattutto al raddoppio del fatturato del 'Gratta e \nVinci' e all'aumento (del 22%) delle 'macchinette' (18,8 miliardi di euro la raccolta del 2007 \ncon 2,2 miliardi di entrate erariali)! Ai giocatori va attualmente il 68% della raccolta, con un \nleggero incremento rispetto all'anno precedente, ovviamente per invogliarli a giocare di \n(riga 15) più\". L'Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al \nmondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. E il mercato italiano rappresenta il 9% di \nquello mondiale. Ma per la spesa pro capite l'Italia ha il primato mondiale (oltre 500 euro a \npersona), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono nel \ngioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito. In conseguenza la maggior causa di ricorso a \n(riga 20) debiti e usura in Italia è da attribuire a questa 'dipendenza'. \nIl gioco, nella Penisola, coinvolge maggiormente le fasce più deboli. Secondo i dati \nEurispes 2005, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% \ndegli indigenti (indigenti: chi vive in condizioni di estrema povertà.), il 56% degli appartenenti al ceto medio‐basso, il 66% dei disoccupati. \"Ma \ngioco d'azzardo non significa per forza gioco patologico\" - sottolinea Zerbetto - \"La \n(riga 25) stragrande maggioranza dei giocatori non ha nessun problema, ma le ricerche internazionali\ncondotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall'1 al 3% la popolazione \nvittima del gioco patologico. Una cifra confermata da tutte le indagini esistenti, fatte in \nInghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, che riportano in modo concorde gli stessi \nrisultati percentuali. In Italia ciò equivale a 700. 000 persone in età di gioco\". \n\n700.000 | Chi gioca? | Solo il 68%\ni giocatori | Il 47 per cento degli indigenti | delle entrate\npatologici | Il 56 per cento delle persone di ceto medio‐basso | viene ridistribuito\nin Italia | Il 66 per cento dei disoccupati | ai giocatori\n\n(riga 30) Tutte le ricerche, inoltre, dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione, sia \ncome numero che in termini di possibilità di accesso temporale, è direttamente \nproporzionale a un aumento del numero di persone che perdono il controllo del gioco e che \ndivengono giocatori problematici o patologici. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. dire. it/HOME/gioco_dazzardo, 28 luglio 2008)"
] | B | [
"(A) Alle Regioni in cui i giochi d'azzardo si sono maggiormente diffusi",
"(B) Agli orari settimanali in cui sono aperti i locali dove si gioca",
"(C) All'evoluzione del mercato dei giochi negli ultimi anni",
"(D) All'accesso ai giochi delle persone anziane a basso reddito"
] | yes | italian | high | italian | language | 2013 | [
"image-106.png"
] | null |
La signora Maria ha invitato alcune amiche per un tè e ha offerto loro una torta. Alla fine del pomeriggio sono stati mangiati i 3/8 della torta.
Quale delle seguenti figure rappresenta la torta rimasta? | [] | B | [
"A. (image)[image-107.jpg]",
"B. (image)[image-108.jpg]",
"C. (image)[image-109.jpg]",
"D. (image)[image-110.jpg]"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-107.jpg",
"image-108.jpg",
"image-109.jpg",
"image-110.jpg"
] | null |
Negli Stati Uniti d'America si utilizza come unità di misura della lunghezza la iarda (yard).
10 iarde corrispondono a 9,144 metri.
Un campo da hockey su prato ha il terreno di gioco con le dimensioni riportate in figura.
(image)[image-111.jpg]
Il perimetro del campo da hockey misura: | [] | C | [
"A. 160 m",
"B. tra 160 m e 200 m",
"C. tra 270 m e 300 m",
"D. 320 m"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-111.jpg"
] | null |
Osserva la seguente figura.
(image)[image-112.jpg]
A quale frazione dell'area del triangolo DFE corrisponde il rettangolo grigio? | [] | C | [
"A. 1/6",
"B. 1/4",
"C. 1/2",
"D. 1/8"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-112.jpg"
] | null |
La figura è un esagono | [
"Questa figura è formata da due triangoli equilateri e un quadrato.\n(image)[image-113.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-113.jpg"
] | null |
La figura ha tutti i lati uguali | [
"Questa figura è formata da due triangoli equilateri e un quadrato.\n(image)[image-113.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-113.jpg"
] | null |
L'angolo evidenziato in grigio misura $150\degree $ | [
"Questa figura è formata da due triangoli equilateri e un quadrato.\n(image)[image-113.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-113.jpg"
] | null |
La figura ha un solo asse di simmetria | [
"Questa figura è formata da due triangoli equilateri e un quadrato.\n(image)[image-113.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-113.jpg"
] | null |
Il camion che vedi in figura può trasportare al massimo 10 automobili.
(image)[image-114.jpg]
In fabbrica sono pronte 62 automobili da consegnare.
Qual è il numero minimo di camion, come quello in figura, necessario per consegnarle tutte? | [] | B | [
"A. 6",
"B. 7",
"C. 6,2",
"D. 10"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-114.jpg"
] | null |
Osserva le seguenti figure.
(image)[image-115.jpg]
Le due figure hanno la stessa area? | [] | B | [
"A. No, perché le due figure hanno dimensioni diverse",
"B. Sì, perché i triangoli che formano la figura A sono gli stessi che formano la figura B",
"C. No, perché le due figure hanno perimetro diverso",
"D. Sì, perché ciascuna delle due figure è composta da triangoli rettangoli"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-115.jpg"
] | null |
Come vedi in figura, in via Roma i numeri civici delle case di sinistra sono numeri dispari e i numeri civici delle case di destra sono numeri pari.
(image)[image-116.jpg]
Qual è il numero civico della sesta casa, rispetto all'inizio della via, sul lato sinistro? | [] | B | [
"A. 7",
"B. 11",
"C. 6",
"D. 12"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-116.jpg"
] | null |
Osserva il quadrato Q.
(image)[image-117.jpg]
Immagina di aumentare la lunghezza di ciascun lato di 2 centimetri. Qual è la differenza tra l'area del nuovo quadrato e l'area di Q? | [] | C | [
"A. 8 cm^{2}",
"B. 16 cm^{2}",
"C. 20 cm^{2}",
"D. 36 cm^{2}"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-117.jpg"
] | null |
La superficie grigia di A è equivalente alla superficie grigia di B | [
"I quadrati A, B, C, D hanno la stessa superficie.\n(image)[image-118.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-118.jpg"
] | null |
La superficie grigia di C misura la metà della superficie grigia di A | [
"I quadrati A, B, C, D hanno la stessa superficie.\n(image)[image-118.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-118.jpg"
] | null |
La superficie grigia di B equivale a due volte la superficie grigia di C | [
"I quadrati A, B, C, D hanno la stessa superficie.\n(image)[image-118.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-118.jpg"
] | null |
La superficie grigia di D misura il quadruplo della superficie grigia di C | [
"I quadrati A, B, C, D hanno la stessa superficie.\n(image)[image-118.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-118.jpg"
] | null |
Le caraffe che vedi in figura sono uguali.
La caraffa F contiene 280 ml di acqua.
La caraffa G contiene 125 ml di acqua.
(image)[image-119.jpg]
Anna aggiunge 100 ml di acqua nella caraffa F e 100 ml di acqua nella caraffa G.
La differenza tra la quantità di acqua contenuta nella caraffa F e quella contenuta nella caraffa G cambia?
Scegli l'affermazione corretta. | [] | C | [
"A. Sì, cambia perché si aggiunge acqua nelle due caraffe",
"B. Sì, cambia perché la caraffa F contiene 380 ml di acqua e la caraffa G ne contiene 225 ml",
"C. No, non cambia perché si aggiunge nelle due caraffe la stessa quantità di acqua",
"D. No, non cambia perché le due caraffe sono uguali"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-119.jpg"
] | null |
Lucia, Gabriel e Federica hanno posizionato i seguenti numeri sulla retta dei numeri.
0 1 2 4 5 11
(image)[image-120.jpg]
Chi li ha posizionati in modo corretto? | [] | D | [
"A. Lucia",
"B. Gabriel",
"C. Federica",
"D. Nessuno dei tre"
] | yes | italian | low | math | math | 2016 | [
"image-120.jpg"
] | null |
Quali rette sono assi di simmetria del rettangolo?
(image)[image-121.jpg] | [] | A | [
"A. La retta <i>a</i> e la retta <i>b</i>",
"B. La retta <i>d</i> e la retta <i>c</i>",
"C. La retta <i>a</i> e la retta <i>d</i>",
"D. La retta <i>b<i> e la retta <i>c</i>"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-121.jpg"
] | null |
180 persone hanno assistito alle proiezioni del martedì | [
"Al cinema Odeon i film vengono proiettati due volte al giorno: alle ore 17 ealle ore 21.\nNel grafico è rappresentato il numero di spettatori che hanno assistito aciascuna proiezione la scorsa settimana.\n(image)[image-122.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-122.jpg"
] | null |
Il giovedì è il giorno in cui ci sono stati meno spettatori | [
"Al cinema Odeon i film vengono proiettati due volte al giorno: alle ore 17 ealle ore 21.\nNel grafico è rappresentato il numero di spettatori che hanno assistito aciascuna proiezione la scorsa settimana.\n(image)[image-122.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-122.jpg"
] | null |
Il sabato alla proiezione delle 17 e a quella delle 21 hanno assistito lo stesso numero di spettatori | [
"Al cinema Odeon i film vengono proiettati due volte al giorno: alle ore 17 ealle ore 21.\nNel grafico è rappresentato il numero di spettatori che hanno assistito aciascuna proiezione la scorsa settimana.\n(image)[image-122.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-122.jpg"
] | null |
Il venerdì ci sono stati più spettatori rispetto a sabato | [
"Al cinema Odeon i film vengono proiettati due volte al giorno: alle ore 17 ealle ore 21.\nNel grafico è rappresentato il numero di spettatori che hanno assistito aciascuna proiezione la scorsa settimana.\n(image)[image-122.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-122.jpg"
] | null |
In nessun giorno della settimana gli spettatori sono stati più | [
"Al cinema Odeon i film vengono proiettati due volte al giorno: alle ore 17 ealle ore 21.\nNel grafico è rappresentato il numero di spettatori che hanno assistito aciascuna proiezione la scorsa settimana.\n(image)[image-122.jpg]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-122.jpg"
] | null |
Un quadrato e un rettangolo sono sovrapposti, come vedi in figura.
(image)[image-123.jpg]
La parte del quadrato nascosta dal rettangolo ha la forma di un | [] | D | [
"A. rettangolo",
"B. trapezio rettangolo",
"C. triangolo isoscele",
"D. triangolo rettangolo"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-123.jpg"
] | null |
Osserva questa retta dei numeri.
(image)[image-124.jpg]
Quale tra i seguenti numeri va scritto nel posto indicato dal triangolino? | [] | D | [
"A. 2",
"B. 1/2",
"C. 2,5",
"D. 1,5"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-124.jpg"
] | null |
Sul seguente piano cartesiano sono stati disegnati due lati di un quadrato.
I vertici che vedi hanno coordinate:
A (6;1) B (1;3) C (3;8)
(image)[image-125.jpg]
Per completare il quadrato ABCD è necessario individuare il punto D. Qualisono le coordinate del punto D? | [] | B | [
"A. (6;8)",
"B. (8;6)",
"C. (8;7)",
"D. (9;6)"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-125.jpg"
] | null |
Osserva i triangoli.
(image)[image-126.jpg]
In uno dei triangoli il segmento tratteggiato NON è un'altezza. In quale? | [] | B | [
"A. Nel triangolo A",
"B. Nel triangolo B",
"C. Nel triangolo C",
"D. Nel triangolo D"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-126.jpg"
] | null |
Osserva la costruzione disegnata qui sotto.
(image)[image-131.jpg]
Una delle seguenti figure riproduce correttamente la vista dall'alto della costruzione. Quale? | [] | A | [
"A. Figura 1\n(image)[image-127.jpg]",
"B. Figura 2\n(image)[image-128.jpg]",
"C. Figura 3\n(image)[image-129.jpg]",
"D. Figura 4\n(image)[image-130.jpg]"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-131.jpg",
"image-127.jpg",
"image-128.jpg",
"image-129.jpg",
"image-130.jpg"
] | null |
Due bastoncini sotto il sole proiettano le loro ombre sul terreno come è rappresentato in figura.
(image)[image-132.jpg]
L'altezza del bastoncino A è il triplo dell'altezza del bastoncino B.
L'ombra del bastoncino A misura 6 cm.
Quanti centimetri misura l'ombra del bastoncino B? | [] | B | [
"A. 3 cm, infatti il bastoncino B è più basso",
"B. 2 cm, infatti l'altezza del bastoncino B è un terzo dell'altezza delbastoncino A",
"C. 18 cm, infatti l'altezza del bastoncino A è il triplo dell'altezza delbastoncino B",
"D. 6 cm, infatti tutte le ombre sono uguali"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-132.jpg"
] | null |
Questo camion quando è carico pesa 37139 kg.
Quando è vuoto pesa 10956 kg.
(image)[image-133.jpg]
Quanto pesa all'incirca il carico del camion? | [] | B | [
"A. 47000 kg",
"B. 26000 kg",
"C. 17000 kg",
"D. 11000 kg"
] | yes | italian | low | math | math | 2017 | [
"image-133.jpg"
] | null |
Dopo 10 minuti di quanto si saranno accorciate le due candele? | [
"Due candele di cera, alte entrambe 30 cm, vengono messe in posizione verticale e accese.\n(image)[image-134.png]\nLa candela A si accorcia di 0,5 cm ogni 3 minuti mentre la candela B si accorcia di 0,5 cm ogni minuto."
] | A | [
"A. Candela A: circa 1,6 cm; Candela B: 5 cm",
"B. Candela A: circa 3 cm; Candela B: 1 cm",
"C. Candela A: circa 15 cm; Candela B: 10 cm",
"D. Candela A: circa 9 cm; Candela B: IO cm"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-134.png"
] | null |
Quale delle seguenti formule esprime l'altezza L (in centimetri) della candela B al variare del numero n di minuti? | [
"Due candele di cera, alte entrambe 30 cm, vengono messe in posizione verticale e accese.\n(image)[image-134.png]\nLa candela A si accorcia di 0,5 cm ogni 3 minuti mentre la candela B si accorcia di 0,5 cm ogni minuto."
] | D | [
"A. $L\\ =\\ 30-3\\cdot n$",
"B. $L\\ =\\ 30-1,5\\cdot n$",
"C. $L=30-n$",
"D. $L\\ =\\ 30-0,5\\cdot n$"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-134.png"
] | null |
La seguente figura rappresenta il prato davanti alla casa di Paolo.
(image)[image-135.png]
È possibile, con i dati a disposizione, calcolare il perimetro del prato? | [] | B | [
"A. Sì, misura 15 m",
"B. Sì, misura 30 m",
"C. Sì, misura 50 m",
"D. No, non si può calcolare"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-135.png"
] | null |
Due treni viaggiano uno verso l'altro con velocità costanti.
Individua fra i seguenti grafici quello che descrive come varia la distanza fra i due treni al passare del tempo.
(image)[image-136.png] | [] | A | [
"A. Grafico 1",
"B. Grafico 2",
"C. Grafico 3",
"D. Grafico 4"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-136.png"
] | null |
Il mercoledì, il risparmio rispetto agli altri giorni, in percentuale, è sempre lo stesso qualunque sia il numero di pizze acquistate | [
"Nella pizzeria \"Da Marco\" la pizza margherita costa 5 euro. Il mercoledì però, per chi compra più pizze, c'è un'offerta speciale. Il seguente grafico rappresenta come varia, il mercoledì, la spesa complessiva, in euro, al variare del numero delle pizze margherita acquistate.\n(image)[image-137.png]",
"Indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-137.png"
] | null |
Il mercoledì, una pizza su tre è gratis | [
"Nella pizzeria \"Da Marco\" la pizza margherita costa 5 euro. Il mercoledì però, per chi compra più pizze, c'è un'offerta speciale. Il seguente grafico rappresenta come varia, il mercoledì, la spesa complessiva, in euro, al variare del numero delle pizze margherita acquistate.\n(image)[image-137.png]",
"Indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-137.png"
] | null |
Il mercoledì, se si comprano 4 pizze, il risparmio rispetto agli altri giorni è del 25% | [
"Nella pizzeria \"Da Marco\" la pizza margherita costa 5 euro. Il mercoledì però, per chi compra più pizze, c'è un'offerta speciale. Il seguente grafico rappresenta come varia, il mercoledì, la spesa complessiva, in euro, al variare del numero delle pizze margherita acquistate.\n(image)[image-137.png]",
"Indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-137.png"
] | null |
Osserva i triangoli nella seguente figura.
(image)[image-138.png]
Quale delle seguenti affermazioni è corretta? | [] | B | [
"A. I tre triangoli hanno stessa area e stesso perimetro",
"B. I tre triangoli hanno stessa area e diverso perimetro",
"C. I tre triangoli hanno diversa area e stesso perimetro",
"D. I tre triangoli hanno diversa area e diverso perimetro"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-138.png"
] | null |
Nella seguente tabella sono riportate le longitudini e le latitudini di alcune città del mondo
Città | Longitudine | Latitudine
New York | 74W | 40N
Buenos Aires | 58W |34S
Sydney | 144E | 37S
Pechino | 116E | 40N
Londra | 0 | 51N
Città del Capo |18E | 34S
Anchorage |150W | 61N
le piovosità medie nel mese di giugno delle città elencate in tabella sono rappresentatenel grafico da cerchi con centro in corrispondenza delle coordinate della città. l' area deicerchi e proporzionale ai millimetri di pioggia caduti, sull'asse orizzontale e riportata lalongitudine, sull'asse verticale la latitudine.
(image)[image-139.png]
In quale dei seguenti elenchi e città sono ordinate dalla più piovosa alla menopiovosa? | [] | B | [
"A. Pechino - New York - Sydney",
"B. New York - Pechino - Sydney",
"C. Sydney - New York - Pechino"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-139.png"
] | null |
Nel 1999 sono sbarcati circa 50 stranieri | [
"Osserva il seguente grafico. \n(image)[image-140.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-140.png"
] | null |
Il 2010 è stato l'anno in cui sono sbarcati meno stranieri | [
"Osserva il seguente grafico. \n(image)[image-140.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-140.png"
] | null |
Dal 1999 al 2004 il numero di stranieri sbarcati è andato sempre diminuendo | [
"Osserva il seguente grafico. \n(image)[image-140.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-140.png"
] | null |
Nel 2011 il numero di stranieri sbarcati è stato circa 6 volte quello degli stranieri sbarcati nel 2009 | [
"Osserva il seguente grafico. \n(image)[image-140.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-140.png"
] | null |
Leonardo vuole costruire una mensola come quella in figura. La parte sporgente delle assi della mensola è di lunghezza uguale a quella del lato del quadrato centrale.
(image)[image-141.png]
Qui sotto è riportato lo schema della parte posteriore della mensola con le misure. Affinché la mensola sostenga il peso dei libri è necessario mettere una sbarretta d'acciaio che colleghi il punto A con il punto B, come nello schema.
(image)[image-142.png]
Quanto deve essere lunga la sbarretta? | [] | B | [
"A. Circa 11 dm",
"B. Circa 16 dm",
"D. Circa 20 dm",
"D. Circa 25 dm"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-141.png",
"image-142.png"
] | null |
Luisa non ricorda bene la combinazione del lucchetto della sua bicicletta. La combinazione si ottiene girando quattro rotelline, ognuna delle quali riporta tutte le cifre da 0 a 9.
(image)[image-143.png]
Luisa non ricorda per nulla la seconda cifra della combinazione ma sa che
• la prima cifra è 6
• la terza cifra è 3 o 4
• l'ultima cifra è 1
Quante combinazioni al massimo dovrà provare Luisa per riuscire ad aprire il lucchetto della sua bicicletta? | [] | D | [
"A. 2",
"B. 3",
"C. 10",
"D. 20"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-143.png"
] | null |
Di recente, vicino alle coste americane, una piattaforma petrolifera è esplosa e ha riversato in mare diverse tonnellate di petrolio. Le rilevazioni da satellite, fatte dopo 10 giorni, mostrano l' estensione della macchia di petrolio la parte scura in figura).
(image)[image-144.png]
L'estensione della macchia di petrolio è compresa | [] | C | [
"A. tra 100 e 200 km^{2}",
"B. tra 1000 e 2000 km^{2}",
"C. tra 10000 e 20000 km^{2}",
"D. tra 100000 e 200000 km^{2}"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-144.png"
] | null |
Nel triangolo in figura il segmento AM congiunge il vertice A con il punto medio M del lato BC. Il triangolo risulta cosi diviso in due triangoli.
(jmage)[image-12.png]
I due triangoli ABM ed AMC risultano tra loro equivalenti? | [] | A | [
"A. Sì, perché i triangoli ABM e AMC hanno una base e la relativa altezza di uguali lunghezze",
"B. Sì, perché il lato AM è in comune ai triangoli ABM e AMC",
"C. No, perché i triangoli ABM e AMC non sono congruenti",
"D. No, perché il segmento AM è la mediana relativa al lato BC del triangolo ABC"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [] | null |
Osserva la figura
(image)[image-145.png]
Lo stesso volume V di liquido viene messo in una seconda siringa e la lunghezza della colonna di liquido diventa il doppio. L'area della sezione di questa siringa rispetto alla prima è | [] | C | [
"A. il doppio",
"B. un quarto",
"C. la metà",
"D. il quadruplo"
] | yes | italian | mid | math | math | 2014 | [
"image-145.png"
] | null |
L'ora legale consiste | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | A | [
"(A) nel mettere avanti di un'ora le lancette dell'orologio durante la primavera eI'estate",
"(B) nel rendere flessibile I'orario di lavoro",
"(C) nel prolungare di un'ora l'orario di lavoro",
"(D) nel portare tutti gli orologi di un Paese sulla stessa ora indipendentemente dalfuso orario"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Perché l'ora"legale" si chiama così? | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | C | [
"(A) Perché è stata imposta dai giudici",
"(B) Perché segue le leggi astronomiche",
"(C) Perché è una convenzione",
"(D) Perché rispetta le normative locali"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Che cosa significa l'espressione "aggirare l'ostacolo"(righe 5-6)? | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | D | [
"(A) Ricorrere a un inganno",
"(B) Ottenere a tutti i costi ciò che si desidera",
"(C) Prevenire le contestazioni",
"(D) Raggiungere un obiettivo in modo indiretto"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Per quale ragione i lavoratori giapponesi "dormivano meno,si stancavano di più, erano nervosi e lavoravano peggio" (righe 7-8)? | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | A | [
"(A) Entravano al lavoro in anticipo, ma non uscivano un'ora prima",
"(B) Il prolungamento dell'orario lavorativo cadeva nella stagione calda",
"(C) Le aziende avevano introdotto l'ora legale contro la loro volontà",
"(D) L'anticipo dell'ora ricordava loro il periodo della guerra"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Nel testo si afferma che nei Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia il vantaggio dell'ora legale sarebbe minimo, ma non si spiega la ragione. In base alle tue conoscenze, perché il vantaggio sarebbe minimo? | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | D | [
"(A) Perché nella fascia equatoriale le ore di luce sono comunque di più delle ore dibuio",
"(B) Perché il risparmio energetico non costituisce un vero problema in zone dove leattività industriali sono limitate",
"(C) Perché i Paesi della fascia equatoriale si trovano in continenti diversi e sarebbedifficile mettere d'accordo i rispettivi governi",
"(D) Perché in questi Paesi il rapporto fra ore di luce e ore di buio non varia in modosignificativo al variare delle stagioni"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Perché durante la prima guerra mondiale alcuni Stati introdussero l'ora legale? | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | B | [
"(A) Per allungare I'orario lavorativo",
"(B) Per realizzare un risparmio di energia",
"(C) Per far spendere meno ai cittadini",
"(D) Per lasciare le strade al buio per meno tempo"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Nel testo si afferma che oggi "il risparmio energetico praticamente non esiste" (righe 18-19). Ciò dipende dal fatto che | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | A | [
"(A) quando i lavoratori finiscono di lavorare c'è comunque ancora la luce solare",
"(B) I'energia attualmente ha un costo molto modesto",
"(C) i luoghi di lavoro sono illuminati con fonti energetiche alIternative",
"(D) lo spreco di energia si fa soprattutto nelle case private e non nei luoghi di lavoro"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Perché il passaggio più difficile è quello del ritorno all'ora solare in autunno? | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | C | [
"(A) Perché l'avvicinarsi dell'inverno rende le persone più malinconiche",
"(B) Perché con l'arrivo dell'autunno molte persone vanno soggette a malanni distagione",
"(C) Perché si cumulano i disturbi legati al cambio dell'ora con il peggioramentodell'umore dovuto alla riduzione della quantità di luce",
"(D) Perché l'accorciamento del periodo di luce non viene compensato da unparallelo aumento della temperatura giornaliera"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Che cosa sono i "ritmi circadiani" (riga 24)? | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | C | [
"(A) Il succedersi in circolo delle stagioni nel corso dell'anno solare",
"(B) L'alternarsi di periodi di sonno profondo e di sonno più leggero durante la notte",
"(C) Il ripetersi di fasi diverse nella nostra vita biologica nell'arco di un giorno",
"(D) L'avvicendarsi di fasi di attività e di riposo nel corso del mese"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
I giapponesi sono definiti "maestri" (riga 33) perché dalla loro esperienza abbiamo imparato che | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | D | [
"(A) le aziende,per poter sfruttare un'ora di luce in più, hanno finito per imporre ailavoratori ritmi insostenibili",
"(B) in tempo di pace non c'è un valido motivo per ricorrere all'ora legale",
"(C) avevano ragione i contadini a non volere l'ora legale",
"(D) la modificazione del ritmo sonno-veglia provoca disturbi del sonno e stanchezzacon riflessi negativi sulla capacità lavorativa"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Nel testo si dice che la metà degli italiani sarebbe favorevole a estendere l'ora legale a tutto l'anno (righe 41-42) perché così | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | B | [
"(A) si risparmierebbe più energia elettrica tutto l'anno",
"(B) si eliminerebbero gli effetti negativi del passaggio dall'ora solare all'ora legale eviceversa",
"(C) ci sarebbe la stessa ora in tutti i paesi dell'Europa",
"(D) si eliminerebbero i problemi legati all'organizzazione del lavoro e siaumenterebbe la produttività"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
L'avverbio "addirittura" (riga 41) indica che ciò che viene detto subito dopo | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | D | [
"(A) precisa e spiega quanto detto prima",
"(B) limita quanto detto prima e lo attenua",
"(C) contraddice e smentisce quanto detto prima",
"(D) è coerente con quanto detto prima e lo rinforza"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
il momento in cui scatta l'ora solare | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)",
"La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano \nMetti una crocetta per ogni riga."
] | A | [
"(A) Vero",
"(B) Falso"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
l'alimentazione più idonea a favorire il sonno e la forma fisica | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)",
"La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano \nMetti una crocetta per ogni riga."
] | A | [
"(A) Vero",
"(B) Falso"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
gli effetti sull'umore dell'ora legale | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)",
"La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano \nMetti una crocetta per ogni riga."
] | B | [
"(A) Vero",
"(B) Falso"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
la direzione in cui spostare le lancette dell'orologio | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)",
"La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano \nMetti una crocetta per ogni riga."
] | A | [
"(A) Vero",
"(B) Falso"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
le attivitàfisiche consigliabili | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)",
"La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano \nMetti una crocetta per ogni riga."
] | A | [
"(A) Vero",
"(B) Falso"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
il numero minimo di ore di sonno necessarie per un vero riposo | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)",
"La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano \nMetti una crocetta per ogni riga."
] | B | [
"(A) Vero",
"(B) Falso"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
che cosa fare se non si riesce a dormire | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)",
"La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano \nMetti una crocetta per ogni riga."
] | A | [
"(A) Vero",
"(B) Falso"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Lo scopo principale del testo nel suo insieme è | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | A | [
"(A) evidenziare gli effetti dell'ora legale sulla vita delle persone e proporre deirimedi",
"(B) informare sull'origine storico-economica dell'ora legale",
"(C) criticare il fatto che l'ora legale sia stata imposta senza consultare i cittadini",
"(D) convincere della necessità di adottare l'ora legale durante tutto l'anno"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Rispetto alla domanda del titolo "L'ora legale: ne vale davvero la pena?", l'autore del testo | [
"L'ora legale: ne vale davvero la pena?\n\nL'unico paese industrializzato dove non c'è - ma c'è stata - l'ora legale è il Giappone.\nC'è stata perché fu imposta dagli americani durante l'occupazione militare del Paese,dopo\nla sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente\nliberi di decidere, l'abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche\n(riga 5) nipponiche, favorevoli all'ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare\nI'ostacolo facendo entrare d'estate impiegati e operai un'ora prima per sfruttare la luce.È\nstato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un'ora prima, dormivano meno,si\nstancavano di più,erano nervosi e lavoravano peggio.\nL'ora legale non c'è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell'Africa e dell'Asia\n(riga 10) perché il vantaggio sarebbe minimo.\nIl ricorso all'ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto\ndi una situazione drammatica come la prima guerra mondiale: per l'Inghilterra del 1916,e\npoi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità\ndovuta al conflitto. Allora l'ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un\n(riga 15) risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo,spesso con un\nintervallo tra fine mattinata e pomeriggio. Oggi c'è l'orario di lavoro continuato o,\ncomunque,i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe\nancora luce con l'ora naturale primaverile o estiva. Quindi il risparmio energetico\npraticamente non esiste.\n(riga 20) L'ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguenze\nsignificative sulla vita degli esseri umani.\nBisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quella del\nritorno all'ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l'alterazione\ndei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmicircadiani) cui sono legate molte\n(riga 25) funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passaggio con una forma di\ndepressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotoperiodo,cioè la durata del\nperiodo di luce giornaliera.\nChi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell'ora solare, dall'arrivo\nimprovviso del buio, un'ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l'inizio di\n(riga 30) novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha\neffetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque\nnella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i\n\"maestri\" giapponesi).\nIl disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli\n(riga 35) stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l'ora legale malgrado\nle forti opposizioni,in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005\na un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di\ngiapponesi.Gli scienziati hanno concluso: «Diciamo no. È un attentato alla salute psicofisica\ndella popolazione».\n(riga 40) Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall'Europa, senza\ntroppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sarebbe favorevole a\nestendere l'ora legale a tutto l'anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi,\nin particolare di quello autunnale.\n\n(image)[image-146.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, \"il Centro\", inserto \"Benessere e salute\", 6 ottobre 2011, pag. 03)"
] | C | [
"(A) rimane neutrale e non fornisce al lettore elementi di giudizio",
"(B) giudica il ricorso all'ora legale un provvedimento utile e necessario",
"(C) porta più argomenti contro che a favore dell'ora legale",
"(D) fa discorsi confusi e in contraddizione tra di loro"
] | yes | italian | mid | italian | language | 2014 | [
"image-146.jpg"
] | null |
Osserva il triangolo rettangolo ABC. I due punti A e C giacciono sulla semiretta r.
(image)[image-147.png]
È vero che l'ampiezza dell'angolo α è $ 135\degree $?
Nella tabella che segue indica <u>la sola</u> argomentazione che giustifica la risposta corretta. | [] | B | [
"A. la somma delle ampiezze degli angoli esterni di un triangolo è sempre $360\\degree $",
"B. la somma di $135\\degree $ e 45\\degree $ è $180\\degree $",
"C. ABC è un triangolo rettangolo",
"D. $45\\degree < 90\\degree$"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-147.png"
] | null |
Il righello rappresentato in figura può essere utilizzato per misurare sia in centimetri sia in pollici.
(image)[image-148.png]
Il segmento AB in figura è lungo 5 cm.
Qual è la lunghezza in pollici del segmento AB? | [] | A | [
"A. Circa 2",
"B. Circa 4",
"C. Circa 5 e 1/2",
"D. Circa 7 e 1/2"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-148.png"
] | null |
Da ogni vertice escono 3 diagonali | [
"Osserva questo esagono regolare e le sue diagonali. \n(image)[image-149.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-149.png"
] | null |
L'esagono ha 6 diagonali | [
"Osserva questo esagono regolare e le sue diagonali. \n(image)[image-149.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-149.png"
] | null |
Ogni diagonale interseca altre 3 diagonali | [
"Osserva questo esagono regolare e le sue diagonali. \n(image)[image-149.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-149.png"
] | null |
Tutte le diagonali hanno uno stesso punto in comune | [
"Osserva questo esagono regolare e le sue diagonali. \n(image)[image-149.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)."
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-149.png"
] | null |
Osserva l'immagine.
(image)[image-150.png]
Se fai scorrere la squadra lungo il righello nel verso indicato dalla freccia, mantenendo il righello fermo nella sua posizione, quali rette puoi disegnare? | [] | D | [
"A. Solo rette parallele alla retta a",
"B. Solo rette perpendicolari alla retta a",
"C. Rette incidenti alla retta a e non perpendicolari alla retta a",
"D. Rette sia perpendicolari sia parallele alla retta a"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-150.png"
] | null |
L'immagine mostra: tre quadrati, un triangolo rettangolo, un arco di circonferenza di centro C e raggio congruente al lato dei quadrati bianchi e una parte grigia. Un cateto del triangolo rettangolo è lungo 4 metri.
(image)[image-151.png]
Completa la seguente frase, scegliendo tra le alternative proposte. Il lato del quadrato ABCD ha la stessa lunghezza . . . . . . . . . | [] | A | [
"A. dell'ipotenusa del triangolo rettangolo",
"B. del cateto maggiore del triangolo rettangolo",
"C. del diametro del cerchio",
"D. del doppio del cateto minore"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-151.png"
] | null |
Osserva la figura.
(image)[image-152.png]
Qual è l'area del triangolo ABC? | [] | B | [
"A. 11 cm^{2}",
"B. 12 cm^{2}",
"C. 22 cm^{2}",
"D. 24 cm^{2}"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-152.png"
] | null |
Numero nella posizione a | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-153.png]\nPer ciascuna posizione individuata dalla freccia, indica con una crocetta il numero corrispondente. Non tutti i numeri in tabella devono essere posizionati."
] | B | [
"A. \t0,28",
"B. \t0,289",
"C. \t0,3",
"D. \t0,34",
"E. \t0,305",
"F. \t0. 313"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-153.png"
] | null |
Numero nella posizione c | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-153.png]\nPer ciascuna posizione individuata dalla freccia, indica con una crocetta il numero corrispondente. Non tutti i numeri in tabella devono essere posizionati."
] | C | [
"A. \t0,28",
"B. \t0,289",
"C. \t0,3",
"D. \t0,35",
"E. \t0,305",
"F. \t0. 313"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-153.png"
] | null |
Numero nella posizione b | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-153.png]\nPer ciascuna posizione individuata dalla freccia, indica con una crocetta il numero corrispondente. Non tutti i numeri in tabella devono essere posizionati."
] | E | [
"A. \t0,28",
"B. \t0,289",
"C. \t0,3",
"D. \t0,36",
"E. \t0,305",
"F. \t0. 313"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-153.png"
] | null |
Numero nella posizione d | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-153.png]\nPer ciascuna posizione individuata dalla freccia, indica con una crocetta il numero corrispondente. Non tutti i numeri in tabella devono essere posizionati."
] | F | [
"A. \t0,28",
"B. \t0,289",
"C. \t0,3",
"D. \t0,37",
"E. \t0,305",
"F. \t0. 313"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-153.png"
] | null |
Quale numero corrisponde alla posizione del punto A sulla retta? | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-154.png]"
] | D | [
"A. 1",
"B. 10",
"C. 10^{2}",
"D. 10^{3}"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-154.png"
] | null |
$ 9 · 10^{3}$ | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-154.png]",
"Quali tra questi numeri possono essere posizionati nella porzione di retta che vedi?"
] | A | [
"A. Si può posizionare",
"B. Non si può posizionare"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-154.png"
] | null |
3 000 | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-154.png]",
"Quali tra questi numeri possono essere posizionati nella porzione di retta che vedi?"
] | A | [
"A. Si può posizionare",
"B. Non si può posizionare"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-154.png"
] | null |
40 000 | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-154.png]",
"Quali tra questi numeri possono essere posizionati nella porzione di retta che vedi?"
] | B | [
"A. Si può posizionare",
"B. Non si può posizionare"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-154.png"
] | null |
$2 ·10^{4}$ | [
"Osserva la retta dei numeri. \n(image)[image-154.png]",
"Quali tra questi numeri possono essere posizionati nella porzione di retta che vedi?"
] | B | [
"A. Si può posizionare",
"B. Non si può posizionare"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-154.png"
] | null |
Queste sono le prime tre figure di una sequenza. Ogni figura della sequenza è sempre composta da un quadrato grigio circondato da una cornice di quadretti bianchi.
(image)[image-155.png]
Quale tra le seguenti formule esprime il numero dei quadretti bianchi B della cornice della Figura n della sequenza? | [] | A | [
"A. $B = 4(n+1)$",
"B. $B = 2(n+1)$",
"C. $B = n^{2}+ 2$",
"D. $B = n^{2}+ 4$"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-155.png"
] | null |
In Valle d'Aosta sono state prodotte 78 000 tonnellate di rifiuti | [
"La tabella riporta i dati relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti in discarica nelle regioni del Nord Italia, nel 2011. \nRifiuti prodotti e smaltiti in discarica (migliaia di tonnellate) nel 2011\n(image)[image-156.png]",
"Indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-156.png"
] | null |
In Liguria più della metà dei rifiuti prodotti è stata smaltita in discarica | [
"La tabella riporta i dati relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti in discarica nelle regioni del Nord Italia, nel 2011. \nRifiuti prodotti e smaltiti in discarica (migliaia di tonnellate) nel 2011\n(image)[image-156.png]",
"Indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-156.png"
] | null |
In Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia è stato prodotto complessivamente il 50% del totale dei rifiuti del Nord Italia | [
"La tabella riporta i dati relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti in discarica nelle regioni del Nord Italia, nel 2011. \nRifiuti prodotti e smaltiti in discarica (migliaia di tonnellate) nel 2011\n(image)[image-156.png]",
"Indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | B | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-156.png"
] | null |
Nel Nord Italia sono stati smaltiti in discarica più di 3 milioni di tonnellate di rifiuti | [
"La tabella riporta i dati relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti in discarica nelle regioni del Nord Italia, nel 2011. \nRifiuti prodotti e smaltiti in discarica (migliaia di tonnellate) nel 2011\n(image)[image-156.png]",
"Indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)"
] | A | [
"A. V",
"B. F"
] | yes | italian | mid | math | math | 2022 | [
"image-156.png"
] | null |